Capitolo 84

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La vita è un continuo flashback. È piena di momenti già vissuti, l'unica differenza sono le diverse circostanze in cui capitano.

È come rivivere la scena esatta di un anno fa: il viaggio in macchina, i pianti accompagnati da consolazioni, i vari abbracci ed il saluto finale.

Pensare che è già passato un anno da quel giorno ormai trascorso, mi fa venire i brividi, che si estendono per tutto il corpo.

È passato un anno, un anno da tutto.

Mi sistemo comoda sul sedile, mentre l'aria condizionata mi arriva dritta in viso, come ad accarezzarlo.

Emano un sospiro di sollievo. Ancora devo realizzare che sto tornando a Los Angeles, quella città che mi ha fatto talmente tanto bene, quanto male e dove ho conosciuto l'amore e l'amicizia, ma insieme anche le bugie e le delusioni che portano.

Continuo a domandarmi che cosa accadrà una volta che entrerò di nuovo in quella scuola. Chissà se loro saranno cambiati e chissà cosa faranno non appena mi rivedranno, ma sopratutto, chissà cosa farà lui.

Le dita continuano a battere ininterrottamente sulla gamba. L'ansia è padrona di me, insieme alla paura.

Forse questo sarà un nuovo inizio per me, magari non è ancora arrivata la fine...

Gli occhi iniziano a farsi pian piano più pesanti, fino a chiudersi del tutto e a farmi immergere in un'altra realtà, quella dei sogni...

***

«Signorina... signorina, siamo arrivati» sento scuotermi il braccio, mentre una voce mi richiama a pochi centimetri di distanza.

Gli occhi sono appesantiti, ma pian piano trovano la forza di aprirsi, rivelando così delle immagini sfocate, che lentamente diventano nitide.

Mi stiracchio leggermente, per poi sbadigliare, coprendomi però la bocca con la mano.

Sorrido alla signora che è stata tanto gentile a svegliarmi e ad avvisarmi che finalmente siamo arrivati.

Mi guardo attorno, finché il mio sguardo non si posa al di fuori del finestrino: l'aeroporto di Los Angeles.

Mi perdo a guardare l'esterno, mentre le persone passano freneticamente affianco a me, senza degnarsi della ragazzina che ha lo sguardo perso nel vuoto. È come se fossi invisibile agli occhi altrui, proprio come se non esistessi.

Mille ricordi invadono la mia mente, scene che prendono atto nei miei pensieri, sfumature indelebili impresse nel mio cuore e nella mia anima.

Forse ho sbagliato a ritornare in questa città, magari mi sto procurando soltanto del male...

Scuoto la testa, per poi notare che sono rimasta soltanto io su questo aereo, così, con tutta velocità, prendo la borsa e mi affretto ad uscire.

Il mio corpo entra a contatto con l'aria calda che c'è quest'oggi qua, a Los Angeles.

Mi perdo ad ammirare il panorama che mi si presenta davanti. Un sorriso involontario nasce sul mio viso.

Questa è sempre stata la mia città preferita, affascinandomi e considerandola fantastica, eppure non c'è niente di particolare, ma è proprio l'aria che mi piace e che la rende diversa dalle altre. Unica nel suo genere.

Mi affretto a prendere le valigie. Molto probabilmente Mark e Luke mi staranno aspettando fuori visto che hanno insistito così tanto a venirmi a prendere, eppure io glielo avevo detto che avrei potuto prendere benissimo un taxi, ma loro niente. Testardi come sono!

FINE LINE 2 Where stories live. Discover now