Capitolo 100

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...

«Cosa?» domando, voltandomi verso di lui, come trasportata da un'improvvisa folata di vento che mi conduce dolcemente.

«Che parti».

Schiudo le labbra, colta alla sprovvista.

«Sì» mormoro, abbassando il capo e concentrando il mio sguardo su un altro punto che non siano i suoi occhi, nella quale mi ci sono persa talmente tante volte, ma in cui ho sempre ritrovato la strada giusta.

«Perché? Ma ritornerai?» si avvicina velocemente a me, quasi fino ad annullare le distanze tra di noi.

«È per la questione che ti avevo spiegato. Sai, ho scoperto delle cose e vorrei andare più a fondo e comunque sì, ritornerò» lo guardo fissa negli occhi, non temendo più il loro abisso.

«Ah, giusto... partirai domani, vero?» continua, mentre io mi sento sempre più piccola per questo nostro dialogo dopo le cose che gli ho scritto sulla lettera.

Perché non si arrende mai? Perché non vuole capire che tutto ciò è sbagliato? Sembra come non importargli, mentre io in realtà muoio dentro, volando nel vento brusco e violento di un lontano autunno, che in realtà mi sta ancora sfiorando.

Annuisco, incapace di pronunciare una sola parola in più.

«Verrò con te» la sua voce improvvisamente tuona nella mia mente, ma solo dopo qualche istante riesco a capire che cos'ha detto realmente. D'un tratto sbianco e il cuore sembra smettere di battere, cessando di fare alcun movimento.

Lo fisso, nella speranza che mi dica che è uno scherzo, ma l'unica risposta che ottengo è il suo silenzio e un'espressione seria disegnata sul viso.

«Come scusa?» la mia voce esce acuta e sconvolta. Spero vivamente che tutto ciò sia soltanto uno scherzo.

«Hai sentito bene, se vuoi ti faccio pure lo spelling, v...» mi affretto ad interromperlo, gesticolando con le mani e iniziando a parlare con voce piena di panico e terrore «no, Cameron... assolutamente no. Non hai capito le parole che c'erano scritte su quella lettera? Adesso mi viene pure il dubbio se tu l'abbia letta o no, perché a giudicare da...» questa volta sono io ad essere interrotta, con il dito di Cameron che preme sulle mie labbra, che improvvisamente tacciono, senza ribellarsi.

«L'ho letta e il mio pensiero inizialmente era identico al tuo, ma poi sai cosa ho pensato? Perché? Che cosa abbiamo fatto di male da non meritarci la felicità? Come mai ogni mattina mi devo svegliare con un dolore al petto perché che non ho te al mio fianco? Perché Emily? Perché? Io non capisco, lo vuoi capire che ti amo? Ti amo dal primo momento che i nostri sguardi si sono scontrati e anche tu me l'hai detto... ci amiamo ed è la cosa più bella e naturale che mi potesse accadere nella vita. Tu sei la cosa più bella in tutto questo schifo e dipingi le mie giornate spente con colori accesi e che mi ricoprono la visuale... perché gli altri devono essere felici e noi no? Che cosa abbiamo di diverso da loro?».

Lo guardo esterrefatta, ma mi limito a rimanere in silenzio, forse perché tutte le cose che ha detto sono vere, o forse perché non posso provare a negare l'innegabile.

Deglutisco e Cameron subito riprende parola «Emily, dammi almeno l'occasione di essere tuo amico, magari un amico speciale e vedrai che faremo le cose con calma se è questo che ti preoccupa, ma permettimi di avvicinami a te e di dimostrarti il mio grande amore... ti prego, fammi venire con te e vedrai che non te ne pentirai» posa una mano sulla mia guancia destra, per poi accarezzarla delicatamente ed io subito mi inebrio dei suoi movimenti così lenti e pacati e di questa sinfonia che mi lega a lui.

«Vai a fare adesso il biglietto, altrimenti non trovarsi posto» sussurro, inchiodando lo sguardo nel suo e perdendomi nelle sue profonde iridi. Un sorriso sincero e radioso improvvisamente mi si disegna in viso, rendendo migliore tutto ciò che mi circonda.

Vedo i suoi occhi illuminarsi, proprio come una lanterna in piena notte, con la luce che emana felicità.

Non ci posso fare niente, lo amo e proprio come ha detto lui, faremo le cose con calma.

«Te lo giuro Emily, non te ne pentirai affatto» dice con voce emozionata, mentre mi stringe tra le sue braccia.

«Lo so» mormoro, senza la certezza che mi abbia sentito, «però Cameron, faremo le cose con calma».

«Sì, dal nostro niente creeremo il nostro tutto».

«Quindi... amici?» domando incerta. Questa parola non ci si addice affatto, ma per adesso mi va bene così, soprattutto se lui è al mio fianco e soprattutto perché ora siamo qualcosa.

«Amici» mi afferra la mano.

«Bene, allora adesso vado a comprare il biglietto prima che non trovi più posto» si stacca lentamente da me, facendomi sovvenire un senso di mancanza, proprio all'altezza del petto.

«Okay, ci vediamo domani, Dallas» sorrido dolcemente.

«A domani, Smith».

Vedo il suo corpo che pian piano inizia a sfumarsi all'orizzonte, fino a scomparire completamente, facendomi rendere conto di quel che è appena successo, ma non riesco a smettere di continuare a sorridere. Ricomincio a camminare, mentre nella mente ho soltanto l'immagine dei suoi occhi.

Questo ragazzo mi farà uscire pazza...

FINE LINE 2 Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt