Capitolo 118

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«Sono Brad, e puoi già definirmi uno spasimante di Emily».

Quasi mi strozzo nel sentir pronunciare queste parole da Ad, che intanto guarda Cameron con aria di sfida, mantenendo un portamento sicuro e facendo comparire sul suo viso un ghigno ben evidente e che mi fa spalancare ancora di più gli occhi, ma quello che fa dopo, quello sì che mi fa mozzare il fiato: porta un braccio attorno alla mia spalla e mi stringe a se, posando un candido e scaltro bacio sulla mia fronte leggermente aggrottata.

Ci impiego qualche attimo a metabolizzare quel che sta accadendo e una volta fatto, sul viso mi si disegna un sorriso tirato, che cerco in tutti i modi di rendere il meno falso e sconvolto possibile.

Ma è possibile che capitino tutte a me?!

«A guardarvi meglio non fareste una brutta coppia» Molly si porta una mano sul mento, per poi sfregarla «non è vero Cam?».

Cerco in tutti i modi di non reagire nel sentir pronunciare quel nomignolo dalle sue labbra e l'unica cosa che faccio è diventare tesa come una corteccia di un albero, continuando a digrignare i denti dal nervosismo.

Non ho il coraggio di alzare il viso e scorgere così quello di Cameron, ma subito lo sento pronunciare con disprezzo «andiamo via, Molly» ed è proprio questo il momento in cui i miei occhi incontrano quelli di lui, che mi dedica quella miscela concentrata di fastidio e rabbia. Un'esplosione così potente che erutta dentro me e mi causa il voltastomaco.

«Andiamocene anche noi, Ily» esclama Brad, risvegliandomi dallo stato di trance e, prima di incamminarci verso il lungo corridoio, fisso un'ultima volta i due, che si affrettano a voltarsi dall'altra parte mano nella mano e camminare lungo la strada opposta alla nostra.

«Poteva andare meglio, ma sono sicuro che lavorandoci su uscirà fuori un bel gioco di squadra e Cameron striscerà di nuovo ai tuoi piedi, fino a chiederti pietà ed una volta fatto questo io potrò andare ad Hollywood a firmare un contratto e diventare un attore a livelli mondiali. Ovviamente tu sarai la mia manager» sospira con aria sognante Ad e a pensarci bene tutto quel che ha detto è veramente buffo, ma in qualche modo le risate mi muoiono sul nascere, forse perché ormai non c'è più quella spinta in grado di farle fuoriuscire dalle mie labbra, poiché si è appena allontanata da me, camminando dal lato opposto del corridoio e lasciandomi nella mente soltanto quello sguardo affranto e deluso.

«Si vede che lo ami» sento d'un tratto mormorare affianco a me, facendomi ricordare della presenza di Ad.

«Cosa?» lo guardo accigliato.

«I tuoi occhi parlano da soli, è come se gridassero al mondo intero l'amore che nutri per lui, proprio come quelli di lui. Emily, voi vi amate».

Rido amaramente, abbassando lo sguardo verso il suolo «vorrei così tanto crederti, Ad... la verità è che ormai non so neppure io se i suoi sentimenti fossero veri. Di solito quando si ama una persona non bisognerebbe mai lasciarla andare via ed è proprio questo il motivo per la quale, dopo che lui mi aveva spezzato il cuore, io sono tornata qua, a Los Angeles, per l'amore nei suoi confronti, cercando di dimenticare tutto e perdonarlo, perché sai, non si può vivere con la mancanza della metà del tuo stesso cuore, che io avevo costudito nelle sue mani. Devo ammetterlo, in questi mesi l'ho lasciato andare molta volte, pentendomi e avendo paura ogni qualvolta che lui si avvicinasse a me, soltanto perché avevo il timore di ricadere nella stessa trappola, dopotutto sono un essere umano Ad, ho anche io le mie insicurezze e credo che alla fine lui si sia stancato di me e da una parte come dargli torto... ma quando stavamo andando a Roma, proprio su quel maledetto volo, io avevo preso la decisione di perdonarlo una volta tornati qua, ma ecco che davanti a noi si è posizionato un blocco, Molly, e non mi stupisco affatto che lui ora sia tra le sue braccia al posto che tra le mie. Lei è perfetta e ha quelle qualità che a me mancano, come ad esempio la sicurezza, perché da come si muove e si atteggia si vede che ne ha molta, mentre io no, rimango sempre nella mia bolla, incapace di uscire e guardare il paesaggio esterno. Forse le persone mi hanno fatto troppo male e quindi eccomi qua, a piangere in uno stupido corridoio con il cuore a pezzi e le speranze perdute» mi lascio cullare dai singhiozzi che seguono il mio discorso ed aumentano ancora di più una volta che Ad mi stringe tra le sue braccia. Mi lascio abbandonare in un pianto liberatorio.

«Ti prego Ad, dimmelo... dimmi dove andrò se non ho lui. Ho perso tutto quel che mi serviva per essere felice, perché sai, per me lui rappresentava proprio la felicità e in questo momento mi manca tanto, proprio come quando ti manca il respiro».

«Lui tornerà Ily, ne sono sicuro e ti devi fidare di me. Hai presente le stelle?» mi domanda guardandomi dritto negli occhi, così annuisco «le stelle splendono nel cielo proprio come i vostri occhi risplendono l'uno nell'altro».

Nel sentir pronunciare queste parole subito mi tranquillizzo e le lacrime cessano di scorrere e rimaniamo abbracciati per alcuni minuti, finché non esclamo «Ad, siccome ho un po' di mal di testa ora vado, tanto ci vediamo domani visto che ricomincerò a frequentare i vari corsi».

Mi sono tranquillizzata completamente e ciò lo devo soltanto al ragazzo che è entrato in questa giornata inaspettata e mi ha fatto scorgere il sole in un cielo nuvoloso e buio.

«Okay Ily e mi raccomando, domani niente broncio, ricordati della forza dei Bradily e tutto passerà» mi fa un occhiolino mentre parla con voce scherzosa.

«Tranquillo, mi sento molto meglio e una volta che andrò in camera mi sentirò ancora meglio non appena tra le mie mani avrò un cucchiaio e un barattolo di Nutella» lo rassicuro ridendo,  così ci salutiamo calorosamente con un ultimo e dolce abbraccio, per poi andare nella direzione opposta.

Chissà che cosa staranno facendo le ragazze, ma soprattutto il mio pensiero principale è rivolto a Jade. Mi sento così in colpa per averla abbandonata in quelle condizioni, ma non appena giungerò in camera la chiamerò e aggiusterò tutto.

Sospiro non appena svolto l'angolo, scorgendo così la porta della stanza e subito mi precipito ad aprirla e poi richiudermela dietro.

Mi dirigo a passi lunghi e svelti in camera e la visuale che mi si presenta di fronte è una sola: Sierra, Lily e Jade che si abbracciano al centro della stanza, mentre i loro visi sono contornati da lacrime. Non appena si accorgono della mia presenza mi fanno un cenno con il capo ed io non ci penso un solo attimo in più a tuffarmi tra le loro braccia, stringendo coloro di cui al momento ho più bisogno, le mie migliori amiche...

«Mi è appena venuta un'idea per far passare questo malumore, ma credo che l'attueremo domani»...

FINE LINE 2 Where stories live. Discover now