Capitolo 93

10.1K 529 39
                                    

«Sono cresciuto senza genitori, ma loro non sono morti, mi hanno abbandonato. Lo so perché un po' di tempo fa ho visto che mia zia aveva ricevuto un messaggio da un numero privato che proveniva dall'Italia, con su scritto come stava il suo bambino e che le mancava e proprio per quel messaggio la mia vita cambiò e prese una nuova svolta. Sono cresciuto con la convinzione che loro fossero morti, ma a quanto pare ho sempre creduto male. Quella che pensavo fosse mia madre adottiva mi ha mentito per tutta la vita, raccontandomi menzogne su menzogne».

«Io penso che lei lo abbia fatto per il tuo bene. Cioè, mettiti nei suoi panni, non sarebbe facile per nessuno e poi hai mai provato a rintracciare i tuoi veri genitori?».

«Sai, ci ho pensato tante volte, ma mi sono sempre detto che un motivo ci sarà pur stato per avermi abbandonato e che magari avrei sofferto di più se fossi riuscito a rintracciarli con un rifiuto da parte loro».

«Io non credo che dei genitori possano rifiutare dei figli».

«Ma loro lo hanno fatto già una volta».

«Ma questo non significa che lo faranno un'altra volta, ricommettendo lo stesso errore».

«Ti conosco da mezza giornata, ma sei stata l'unica persona in grado di farmi cambiare idea su cose che ormai credevo fossero ovvie e scontate» una lieve risata che accompagna le sue parole.

«Diciamo che per la mia testardaggine me lo dicono tutti» rido lievemente.

«Però promettimi una cosa».

«Cosa?» mi chiede con tono sospettoso.

«Che proverai a rintracciare i tuoi veri genitori, o almeno ci proverai».

Lui sembra pensarci un po' su, iniziando a far calare un silenzio tra noi due.

«Provar non nuoce» aggiungo con tono convinto e sicuro.

«Okay, ci sto. Proverò a rintracciarli» vedo accendersi una luce di speranza nei suoi occhi e per questo mi sento felice.

***

Il mio respiro affannato irrompe intorno a me, come un tornado a cielo aperto. Ho gli occhi appannati a causa delle lacrime che non smettono di scorrere, fino a delineare ogni più lieve lineamento del mio viso affranto e sconvolto. Le gambe non cessano di correre e la mente è offuscata da piccoli frammenti di ricordi che mi annebbiano la vista e prendono il sopravvento...

***

«I miei genitori mi vogliono conoscere» sussurra con voce soffocata. Mi giro e noto che delle lacrime di felicità scendono dai suoi occhi lucidi.

Lo abbraccio, sussurrandogli con un sorriso «è fantastico».

«Lo so, ma ho paura. Metti che non sono alla loro altezza?!» mi guarda con occhi impauriti. Sembra tanto un bambino in questo momento.

«Sono i tuoi genitori e loro non appena ti vedranno saranno fieri di te e dell'uomo che sei diventato» gli dico con voce consolatoria e lui per queste parole sorride.

«Sono venuto a sapere anche un'altra cosa» mi dice.

«Cosa?» domando.

«Ho altre sorelle. Ho sempre sognato averne e finalmente il mio sogno si è avverato» esclama con voce fiera e con un sorriso che gli contorna il viso, ma soprattutto con un'immensa luce negli occhi, che risplendono ancora di più alla luce di questo sole splendente che c'è oggi.

FINE LINE 2 Where stories live. Discover now