Capitolo 109

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La notte sembra non passare mai. Sono troppi i pensieri che mi annebbiano e che non mi fanno dormire, intrappolandomi nella loro cella d'acciaio, senza lasciarmi andare. Forse è la paura di quel che potrà accadere tra qualche ora, o forse è il terrore di quel che potrà accadere tra qualche giorno, una volta tornati a Los Angeles, dove mi attende una sola decisione e per entrambe le strade da prendere ho paura, come una stretta al petto, che si miscela a tutto il gran casino che si porta dietro la mia vita, soprattutto nell'ultimo periodo, dove le tempeste sembrano non aver pace, scatenandosi con tutta la loro audacia.

Mi volto nel lato opposto, abbracciando e stringendo a me il cuscino. È sempre stato un vizio il mio, sin da quando era una bambina. Per far svanire il nervosismo e per cercare di addormentarmi, abbracciavo il cuscino e funzionava sempre. Era una tattica ancora migliore di contare le pecorelle o fare qualsiasi altra cosa, ma stranamente adesso non sembra essere un metodo efficace, perché i miei occhi nel momento stesso in cui si chiudono, subito si spalancano, quasi fino a non avere voglia di farmi addormentare o a non avere tregua, come se non bastassero le tempie che improvvisamente iniziano a battere, facendomi innervosire ancora di più. Dopo circa cinque minuti, un rumore acuto risuona intorno a me: un tuono irrompe nella finta quiete che mi circondava, facendomi spaventare di colpo.

Mi porto una mano tra i capelli, sbuffando. Mi guardo attorno e gli altri due ragazzi che occupano la stanza, dormono beatamente e non notano l'agitazione che mi fa tenere gli occhi aperti. Decido così di prendere il cellulare per controllare l'orario e non appena vedo che sono ancora le tre del mattino, la mia espressione si tramuta in sconvolta. Mi alzo di scatto, dirigendomi silenziosamente in bagno, ma prima il mio corpo si ferma d'istinto davanti Cameron: i suoi capelli non sono più raccolti ordinatamente, ma al contrario sono disordinati e gli ricadono sul viso che dorme con tranquillità, mentre un piccolo sorriso accompagna i suoi lineamenti. Improvvisamente mi viene alla mente un pensiero, che mi causa una stretta al cuore... vorrei così tanto essere io il motivo dei suoi sorrisi.

Distolgo a malincuore lo sguardo dalla sua figura che mi incanta sempre, per poi dirigermi verso il bagno, stando sempre attenta a dove metto i piedi. Mi chiudo la porta alle spalle, affrettandomi ad accendere la luce, ma non appena lo faccio, la mia figura si riflette allo specchio e per poco non mi viene voglia di rimanere al buio: i capelli biondi e lunghi sembrano un nido di rondine, mentre gli occhi sono iniettati di sangue e due borse li incorniciano, per non parlare del pallore che tralascia il viso.

Sospiro, distogliendo lo sguardo dalla figura riflessa allo specchio, per poi prendere il telefono tra le mani e non appena lo faccio, mi viene in mente subito una persona. Non si arrabbierà se lo chiamo a quest'ora, vero? In ogni caso, fa niente.

Compongo il suo numero e mi porto il cellulare all'orecchio, per poi ascoltare i vari Beep che si susseguono. Passano alcuni attimi e poi una voce rimbomba intorno a me, facendomi nascere un sorriso sul viso.

«Chiunque tu sia, sappi che non avrai una vita lunga...» la sua voce è roca e quasi mi sento in colpa per averlo chiamato, ma era da tanto che lo dovevo sentire e mi mancava. Dopotutto siamo stati separati per molti anni e adesso che l'ho ritrovato, non lo lascerò andare via da me.

«Mark, sappi che voglio avere una vita lunga» rido lievemente, cercando di parlare sottovoce.

Per alcuni secondi l'unica cosa che sento è il silenzio, ma poi la sua voce fuoriesce talmente tanto alta che devo allontanare il cellulare da me «EMILY, MA SI PUÒ SAPERE CHE TI SALTA IN MENTE?! TI SEMBRA QUESTA L'ORA DI CHIAMARE? LO SAI BENISSIMO CHE A QUEST'ORA RIPOSO SEMPRE...» si interrompe per qualche secondo, ricomponendosi «ma ringrazia il cielo di essere la mia migliore amica, altrimenti adesso non so se saresti stata ancora viva» finisce il suo discorso in una risata. Mark è sempre stato così, non è mai riuscito ad avercela con me per molto tempo, tralasciando il periodo in cui le cose tra noi due non andavano molto bene.

«Come stai?» gli domando, continuando a sorridere e a fare avanti e indietro per il bagno.

«Non è il periodo migliore della mia vita, ma passerà... almeno spero» sospiro.

«Principessa, Sierra e Lily mi hanno spiegato tutto...» lo interrompo «sì lo so, sono stata io a dire ad entrambe di spiegarti com'era la situazione. Avrei tanto voluto farlo io, ma in quei giorni non c'eri mai e diciamo che neanche io c'ero tanto con la testa» ridacchio amara.

«Mi dispiace così tanto, ma sappi che andrà tutto bene, puoi starne certa. Quando andrai da loro?».

«Domani, infatti scusa se ti ho chiamato, soprattutto a quest'ora, ma non riuscivo ad addormentarmi e non sapevo proprio con chi parlare, quindi ho pensato subito al mio migliore amico. Chi altro meglio di te può capirmi? D'altronde ho vissuto la maggior parte della mia vita con te» passo una mano tra i capelli.

«Hai fatto benissimo, su di me puoi e potrai sempre contare e di questo non ne devi dubitare, specialmente adesso che ci siamo ritrovati» mi dice con voce roca.

È così dolce questo ragazzo ed io sono così fortunata ad averlo al mio fianco.

«Tranquillo, non l'ho mai fatto» prendo un momento di pausa «però adesso vado, forse c'è la possibilità che mi addormenti» ridacchio «appena avrò finito di parlare con loro, ti scriverò per farti sapere com'è andata».

«Okay principessa, buonanotte e forza e coraggio, tu sei più forte di quel che credi realmente».

Sorrido, chiudendo la telefonata. Esco dal bagno, dirigendomi verso il letto. Sento le palpebre farsi sempre più pesanti e nel momento in cui mi stendo, un senso di stanchezza subito mi opprime, ma prima che io possa chiudere gli occhi, sento una voce che mi domanda «con chi parlavi al telefono?». È senza alcun dubbio Cameron ed io dopo qualche istante, rispondo in un sussurrio «Mark», ma dopo di che, cala di nuovo il silenzio ed io mi ci lascio cullare, insieme alla pioggia che cade fitta sulle strade romane...

FINE LINE 2 Where stories live. Discover now