Capitolo 98

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«È difficile da spiegare...» esclama frustato, strofinandosi le mani sulle ginocchia.

«Provaci... ti prego, ho bisogno di sapere la verità. Tutta» lo supplico con voce piccola e che esce in un mormorio.

«Beh, allora sediamoci».

Ci posizioniamo sul letto, uno di fronte all'altro e con lo sguardo incatenato. Nei suoi occhi scorgo il mio riflesso e dai lineamenti vedo me stessa.

«Tutto è iniziato il 21 aprile, alle dieci puntuali del mattino, dove sono nati un maschietto e una bellissima femminuccia, ma per quanto potesse essere un momento pieno di gioia, subito dopo è accaduta una cosa che ha cambiato tutto. Emily, proprio quel giorno ci hanno separati...».

Le lacrime ormai scorrono imperterrite, affondando e scavando nel dolore.

«Perché Luke? Perché ci hanno separati?».

«Sei sicura di voler sapere tutta la verità? Non so se è una buona idea...»  mi guarda preoccupato, mentre i battiti del cuore rallentano sempre di più.

«Tutto» rispondo con tono sicuro e deciso.

Sospira, posando una mano sulla mia spalla «nostro padre in realtà non è colui che tu hai reputato in tale modo per tutto questo tempo».

«C-cosa?» il mondo inizia a sgretolarsi intorno a me, così come tutti i ricordi vissuti con quella che credevo fosse la mia famiglia.

«Nostro padre si chiama Davide. Lui era un criminale, uno che non amava le leggi e proprio per questo è finito dietro una cella, ma non prima di aver concepito me e te insieme a nostra madre, Maria».

«Non capisco... perché non mi hanno mai detto la verità? E cosa c'entra tutto questo con la nostra separazione?».

«Beh... Davide aveva molti nemici in circolazione, pronti a colpire le persone a lui più care e insieme a nostra madre non si potevano permettere che ci accadesse qualcosa, quindi hanno mandato me con nostra zia Francesca, che tu non hai mai conosciuto sempre per la questione della sicurezza, e mi hanno fatto credere che lei fosse la mia vera madre, mentre tu sei rimasta a Roma e Maria pochi anni dopo si è sposata con Erik, un amico d'infanzia di papà che gli ha promesso la nostra protezione, per tenerci al sicuro e nasconderci da tutto e tutti e da noi stessi ed è anche per questo motivo che il tuo cognome è americano, perché Erik ha origini di qua e insieme a nostra madre si sono trasferiti a Roma, mentre inizialmente abitavano a Milano».

La mia vita in un solo attimo sembra disintegrarsi, così come i capitoli che pensavo di aver scritto.

Tutti quegli sguardi, quei pianti nascosti e quelle chiamate sottovoce di mia madre, adesso hanno un senso... ma perché?

«Luke, loro ci hanno separati, non hanno voluto il nostro bene, altrimenti adesso non saremmo in queste condizioni. Ti rendi conto che ci hanno separati?! Mi hanno fatta crescere senza la mia esatta metà mancante... mio fratello!» il panico si impossessa velocemente del mio corpo indolenzito da tutti questi urti.

Le mani di Luke improvvisamente mi prendono il viso «loro lo hanno fatto per noi, Emily. So che è difficile da capire e inizialmente la stessa cosa è accaduta a me, ma fidati che è così».

«Perché non mi hanno mandata insieme a te?».

«Io fra i due ero quello più in pericolo, mentre di te non conoscevano neanche l'esistenza visto che inizialmente si pensava che dovesse essere un parto unico. E poi, quello stesso giorno in cui siamo nati, uno di loro è entrato nell'ospedale per prendermi e farmi del male, ma per fortuna i medici se ne sono accorti e di quella giornata mi è rimasta soltanto una cicatrice all'altezza del fianco, insieme alla separazione della mia esatta metà. Loro cercavano me attraverso quella cicatrice, ero in pericolo e forse lo sono tutt'ora».

Sono distrutta, un rottame. Improvvisamente vorrei svegliarmi ed avere la conferma che è tutto un grandissimo incubo, ma purtroppo tutto diventa reale quando Luke alza di poco la maglia, facendomi scorgere così un segno impresso sulla sua stessa pelle.

«Ma adesso siamo insieme Emily, questo è l'importante e ti prometto che non ti lascerò mai più andare via. Non ci separeranno ancora» Luke mi stringe tra le sue braccia, mentre io gli affondo nell'incavo del collo, lasciandomi andare e liberandomi in un pianto riecheggiante.

Improvvisamente un pensiero mi oltrepassa la mente «e Lisa invece? È nostra sorella?».

«Sì, ma di Erik» dice, facendomi subito sprigionare un sospiro di sollievo.

Passano attimi, che forse sono minuti o ore e che volano simili all'aria che si sprigiona fuori.

Siamo distesi su questo letto da un bel po' di tempo ormai, immersi nei pensieri e colmati dai battiti dei nostri cuori. La quiete ci sfiora i corpi e le menti affollate, mentre tutto tace con limpide sfumature.

«Tu l'hai conosciuto?» domando d'un tratto, volgendo lo sguardo verso Luke, che non appena sente le mie parole, incatena i nostri sguardi «sì».

Deglutisco rumorosamente, per poi pronunciare con voce decisa «voglio conoscerlo anche io. Portami da lui».

FINE LINE 2 Where stories live. Discover now