CAPITOLO 53

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Glaphyra aprì gli occhi.

Le doleva la testa in modo assurdo, ormai era da giorni che continuava a farle male. Tutta colpa di Themis! Se in passato non le avesse tolto la memoria adesso non starebbe per vomitare fuori l'anima a causa del dolore.

"Fanculo Themis!" esclamò.

Poi il mal di testa svanì.

E gli effetti di un'altra visione erano finiti.

Era piacevole vedere quello che aveva vissuto da piccola insieme a suo padre, tutti i ricordi che le erano stati rimossi ma se avesse avuto quali erano gli effetti collaterali ne avrebbe fatto a meno.

Glaphyra si sollevò un'ultima volta nel water.

L'amaro che aveva in bocca non le piaceva neanche un po'.

Si guardò allo specchio. Era senza occhiali che aveva lasciato in camera per non rischiare di sporcare, i capelli erano appiccicati alla sua fronte tutta sudata. Era pallida e due occhiaie la segnalano sotto gli occhi. Era da due giorni che non dormiva!

"Hai finito Glaphyra?" eccola la sbronza che bussava alla porta!

Glaphyra in risposta tirò l'acqua, si bagnò la faccia con l'acqua è poi aprì la porta del bagno.

"Ti ricordo che la colpa è tua!" esclamò Glaphyra dirigendosi verso camera sua.

Themis non rispose. Cosa che faceva spesso.

Glaphyra si buttò sul letto a due piazze e aprì le gambe e le braccia modalità stella marina.

Doveva godersi questi secondi che le rimanevano tra un ricordo e l'altro.

Afferrò un libro che aveva iniziato a leggere, l'unico libro che the Themis aveva in questa cavolo di casa in Grecia.

Il diario del vampiro. Aveva adorato Damon fin dall'inizio, Stefan le era parso troppo monotono e noioso. In pratica il contrario di Dioniso ed Ares.

Lesse qualche pagina e poi venne risucchiata dalla sua memoria.

"Papà, papà" urlò Glaphyra.

Ade si girò giusto in tempo per vedere sua figlia schiantarsi contro le sue gambe e cadere sbattendo il sedere a terra.

Lei non si perse d'animo e si rialzò.

Aveva un libro in mano e continuava a rimuoverlo: "Papà, papà!"

Era tutta agitata come se avesse vinto chissà cosa.

"Dimmi piccola" Ade si accucciò e la fissò dritta negli occhi.

"Cos'è questo?" chiese sventolando un libro in mano.

"Questo..." afferrò il libro Ade sedendosi sul pavimento nero a gambe incrociate e sistemandosi il libro tra le gambe "... è un libro"

Glaphyra osservò stranamente suo padre.

"Libro?" domandò la bambina.

"Sì, dentro ci sono scritte delle storie, tante storie nelle quali ti immergi e ti lasci trascinare... Un libro è..."

Glaphyra non riuscì a stare zitta: "Un libro è divertente!"

"Certo, vedi..." Ade aprì il libro e indicò alcune parole: "Casa, viaggio, lontano" tutte parole diverse che però unite avevano un senso.

Glaphyra si sistemò davanti a lui e fissò quelle parole che non riusciva a capire.

"Vedi, ci sono tante parole e tutte queste parole lette insieme formano una storia"

La Figlia Degli InferiWhere stories live. Discover now