CAPITOLO 6

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"Era" una voce rieccheggiò dal fondo del corridoio.

La dea si girò, Ermes il messaggero degli dèi.

"Dimmi Ermes" lui le si avvicinò volando con quei suoi sandali scuri con le ali bianche ai lati.

"Glaphyra..." prese fiato piegandosi e portandosi la mano sul petto ad altezza cuore, cercando di respirare meglio.

"Glaphyra..." e continuò tossicchiando.

"Glaphyra?" chiese Era incitandolo a proseguire.

"Non riusciamo a trovarla..." disse Ermes tutto d'un fiato.

"Cosa? Come non riuscite a trovarla? E' tornata nella sua stanza!" sbraitò Era lisciandosi una ciocca di capelli come era solita fare quando era nervosa.

"Non l'abbiamo trovata nella sua stanza..." continuò il messaggero.

"Stai scherzando spero!" disse Era iniziando a camminare verso la stanza di Glaphyra alzando la
sua veste per non inciamparsi sopra.

Sentiva il pavimento freddo a contatto con la sua pelle
nuda dei piedi, odiava le scarpe!

"Glaphyra!" la chiamò appena arrivò di fuori dalla porta della camera.

Nessuna risposta dall'altro lato.

"Glaphyra! Non è divertente!" la chiamò di nuovo Era al di fuori della porta.

Niente di nuovo, nessuno rispondeva.

Era aprì la porta attraverso la maniglia fatta d'argento. Entrò e la finestra era aperta con le tende nere che svolazzavano il giro, nessuno lì dentro.

"Glielo avevo detto" disse Ermes. Non voleva far arrabbiare Era ma quando aveva ragione non
riusciva a tenere chiusa la bocca e per questo si trovava a dover subire tutte le ire degli dèi ma
ormai ci era abituato.

"Zitto Ermes e chiama tutti... Dobbiamo trovarla!" disse Era girandosi verso di lui.

* * * * * * * * * * * * * * * * * * * *

Glaphyra era uscita dalla sua camera in silenzio. Mancavano ancora 10 ore al nuovo giorno e
quindi alla sua maggiore età e fino ad allora non poteva fare altro se non restare nascosta e non farsi trovare.

Il passaggio non funzionava fino al suo 1060° compleanno ma tra poche ore sarebbe finalmente potuta uscire grazie a quello ma non aveva idea di dove e come potesse essere quella porta, per questa era uscita da quella stanza.

"Ma guarda chi c'è qui"

Non è possibile che lui sia sempre in mezzo alle scatole!

"Vattene Dioniso" bisbigliò Glaphyra stringendosi di più tra le scale e la finestra. Un posto del
cavolo dove nascondersi, ma nessuno guardava mai nella parte esterna del giardino attaccata ai vari cespugli di rose.

"Phyra non è colpa mia se ho un GPS pazzesco e riesco a trovarti ovunque!" si sedette vicino a
lei.

La sua maglia bianca gli faceva risaltare i muscoli delle braccia percorsi dalle vene che creavano
dei solchi sulla pelle bianca che aveva. I jeans che indossava erano bassi e si intravedevano i
boxer con la scritta UOMO grande come una casa sull'elastico.

"Puoi anche smetterla di osservarmi il cazzo, basta che lo chiedi, guarda è già alto per te!" disse Dioniso portandosi le braccia dietro la testa e facendo notare a Glaphyra un rigonfiamento sulla patta dei pantaloni.

"In verità mi stavo chiedendo se ti servono dei boxer con quella scritta..." Glaphyra indicò i boxer
di Dioniso "...per capire che sei uomo?"

Dioniso sorrise divertito: "Che simpatica che sei" e le spettinò i capelli, la stava trattando da bambina e lei odiava essere trattata così, ma visto che Dioniso era nato per infastidirla allora non poteva evitarlo.

"Stai fermo!" Lei si sistemò gli occhiali che le erano caduti sul naso e spostò i capelli dietro le
orecchie.

"Che irritabile che sei" esclamò lui massaggiandosi la patta. Gli dava fastidio... Si chiedeva
ancora dopo 1500 anni come mai non era in grado di controllare un'erezione.

"Devo andarmene al più presto" Glaphyra si guardò intorno e non vide nessuno.

"Tu sai dov'è il passaggio per la terra?" Lei si girò verso Dioniso e rimase con gli occhi spalancati.

Dioniso aveva il suo robo in fuori e stava facendo qualcosa con la mano. Le salì il disgusto ma
non riusciva a distogliere gli occhi da quel movimento.

"Te l'ho già chiesto se vuoi una passata ma mi hai detto di no... Un pompino?" chiese Dioniso
vedendola fissare il modo in cui stava facendo passare la sua erezione. Era un ragazzo schietto e non si vergognava di mostrare in giro il suo corpo scolpito che era stato venerato da un casino di dee e si dai, qualche dio doveva ammetterlo... Beh Ermes non era mica così male a letto ma
entrambi erano ubriachi e boh... Era capitato. Qualche volta quando giravano i corridoi e si
incontravano scoppiavano a ridere e poi si finiva per "rifare" questa esperienza. Ma d'altronde
sono esperienze e il dio del sesso deve abituarsi a tutto.

"Un cosa?" chiese Glaphyra. Non era esperta in materia, anzi non sapeva niente di quella roba.

"Devi posizionare le tue belle labbra sopra questo amichetto e poi al resto ti aiuto io" sorrise
Dioniso.

"Ma che schifo!" sbottò disgustata lei facendo finta di vomitare.

"A molte femmine piace... Alle dee non bisogna neanche chiederlo perchè è una delle prime cose che ti fanno mentre te non ne sai niente... Sei strana" gemette e qualcosa di bianco gli uscì fuori.

Glaphyra era sconvolta.

"Vedi, questo è quello che alle donne piace ingoiare..." continuò a spiegarle Dioniso risistemandoselo nei pantaloni e pulendosi le mani con un fazzoletto preso dalle tasche dei jeans.

"Basta! Non ne voglio più sapere... Mi sta facendo schifo e non voglio ficcare quel robo dentro di me!" Glaphyra indicò la patta di Dioniso.

Lui scoppiò a ridere, aveva una voglia di prenderla qui e poi leccarla tutta, farle quello che
nessuno le avesse mai fatto!

"Vado altrimenti oltre a te si metteranno a cercare me" si alzò Dioniso.

"Ciao Phyra" si allontanò con calma con il suo passo da fighetto con le mani in tasca la schiena
inarcata in avanti e il sorrisetto sulle labbra.

"Dioniso?" lo chiamò Glaphyra.

Lui si girò: "La risposta è sì"

"Ma se devi ancora sapere cosa devo chiederti!" disse Glaphyra.

"Una sveltina no?"

Lei lo fissò sbigottita. Questa parola sapeva cosa voleva dire, lui la usava spesso in presenza di
altre dee e qualche volta con lei.

"Vattene che è meglio" disse Glaphyra non ricordandosi neanche più cosa stava per chiedergli.

E così rimase da sola ad aspettare il suo compleanno, la sua maggiore età, la sua nuova vita... La sua rivincita!

La Figlia Degli InferiWhere stories live. Discover now