CAPITOLO 29

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Glaphyra...

Glaphyra...

Glaphyra...

Non riusciva a pensare a nient'altro.

La sua bambina starà bene? La sua piccola e indifesa. Beh, non proprio... Proprio prima gli era tornato alla mente un loro momento, quando lei lo supplicava di leggere una storia della buona notte e dava fuoco a qualsiasi cosa avesse intorno. No, non era per niente indifesa!

"Ade! Finiscila! Mi dai altamente sui nervi!" esclamò Persefone sdraiata sul letto con indosso solo una. Veste corta di colore nero.

Lui non ci fece caso e continuò a camminare per la stanza.

"Oh Artemide vergine" esclamò la ragazza mettendosi a pancia in giù per osservare meglio il dio. Tutti credevano che lei era stata costretta a rimanere qui negli Inferi con lui ma non era vero.

Era un bell'uomo Ade e lei si divertiva a stare con lui.

"Dai amore, siediti qui che ti aiuto a rilassarti" sorrise maliziosa battendo leggermente la mano sul materasso.

"Persefone accetterei benissimo la proposta se non fossi così preoccupato!" si fermò di colpo Ade.

"Ma amore..." disse lei.

"Amore un diavolo!" le urlò contro.

Persefone si sollevò di scatto e gli andò di fronte: "Non me ne frega niente di che cazzo di problemi mentali hai ma abbi almeno la decenza di non trattarmi come una bambina che non sa cosa sia la vita! Non sono tua figlia!"

Questo fu in colpo basso per il dio. Poteva accettare tutte le parole ma l'ultima frase lo segnò profondamente.

Persefone si diresse verso la porta della stanza ma Ade la afferrò per un polso.

"Lo so, mi dispiace" disse il dio mentre la ninfa rimaneva girata verso la porta anche se era immobile.

"E credo che mia figlia non vorrebbe neanche più vedermi visto come l'ho trattata" continuò.

La ninfa si girò per fissarlo: "Figlia?"

Non ne sapeva niente lei! Perché non ne era a conoscenza? Perché non aveva trovato questo aspetto della vita si Ade quando gli aveva letto la mente?

"Non te ne ho mai parlato perché ormai quella bambina che amavo non si ricordava neanche di me! Quella bambina era diventata parte dell'Olimpo..." chiuse gli occhi il dio.

"Ma come? Ade, era tua figlia..."

"Lo so e me ne pento ogni giorno di non aver resistito di più e di aver ceduto alle minacce di Zeus"

Persefone gli si avvicinò, vedeva il volto di quell'uomo devastato dal dolore. Passò una mano sulla sua guancia e appoggiò la sua fronte a quella del dio, subito le arrivò un'immagine alla mente.

Una ragazzina, avrà avuto poco più di 200 anni, sorrideva a Ade che ne era incantato. Stava cantando una canzoncina.

"Papà devo dirti una cosa importante,
non ridere sai, è interessante!
E’ stata proprio brava la mia mamma
a darmi un papà come te,
sei il più simpatico che ci sia,
sei proprio il papà che ci voleva per me.
Per la tua festa : un dono, un fiore,
ma non sono io il regalo migliore?
E se qualche volta ti prende la malinconia,
pensa a me e ti ritornerà l’allegria"

Ade aveva gli occhi lucidi, non l'aveva mai visto così, neanche con lei.

"Vieni qui piccola" disse a quella bambina dai capelli lunghi neri e gli occhi color giada che gli sorrideva esprimendo tutto l'amore del mondo.

La bambina gli corse in contro e lui la sollevò stringendola a sé come se quello fosse il suo tesoro più prezioso, l'unica cosa che non avrebbe mai lasciato andare e l'unica cosa importante nella sua vita.

"Ti voglio bene papà" disse sua figlia mettendogli le braccia intorno al collo e stampandogli un bacio sulla guancia.

"Io di più, io di più" rispose Ade restituendole il bacio sulla nuca coperta dai capelli neri.

* * * * * * * * * * * * * * * * * * * *

"Ares!" urlò qualcuno entrando nella camera da letto.

Il dio sbadigliò mente qualcuno affianco a lui si muoveva.

"Ares!" ancora quella voce.

Il dio si passò la mano sugli occhi e quando si sollevò vide... Sua madre?

"Oh... Cavolo..." Era si girò e disse: "Ti voglio vestito e in sala tra meno di un minuto" e si avviò verso il salotto.

"Porca..." disse Ares passandosi una mano tra i capelli e alzandosi.

"Sbaglio o ho sentito la voce di Era?" chiese Atena girandosi mettendosi a pancia in su con il lenzuolo che la copriva a mala pena.

"Non sbagli... Se devi uscire vestiti" disse Ares mettendosi un paio di boxer e uscendo.

La trovò girata verso la finestra a guardare fuori.

"Madre" disse Ares raggiungendo la cucina per prendersi qualcosa da mangiare.

"Ares... Tu sai dov'è Glaphyra" disse sicura di sé.

"No..." rispose aprendo il frigo e prendendo fuori un cartone di latte.

"Non era una domanda la mia" Era si avvicinò a lui, aprì sopra al lavandino la mensola e tirò giù un bicchiere.

"Le buone maniere Ares" gli prese il cartone dalle mani e riempì il bicchiere. Richiuse la bottiglia e la rimise in frigo.

"Non so comunque dove sia quella ragazzina" disse Ares bevendo dal bicchiere di vetro.

"Buongiorno" entrò nella cucina Atena con indosso una maglia e un paio di pantaloncini da calcio di Ares.

Era si girò e la fissò poi si girò verso Ares: "Ti avevo chiesto di trovare Glaphyra e tu ti metti a scopare con lei?"

"Madre..."

"Madre un emerito cazzo!" sbraitò lei incazzata.

"Scusi Era ma io sono qui e sento tutto quello che dice!" esclamò Atena avvicinandosi al dio della guerra e dandogli un bacio a stampo.

Era sbuffò incazzata e uscì dalla porta d'entrata senza dire una parola.

* * *

Buonasera a tutti!

Eccoci con il nuovo capitolo... È più corto del solito e anche più "calmino" perché devono esserci questi capitoli si mezzo ma ho una bellissima sorpresa per il prossimo che dovrei scrivere domani in corriera...

Ringrazio tutti ancora per le stelle e i bellissimi commenti... Mi piace tantissimo rispondervi...

A domani

by giada2112

La Figlia Degli InferiWhere stories live. Discover now