CAPITOLO 54

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"Come mai siete venuti qui? Di sicuro Ares non è venuto senza uno scopo preciso" disse Meti porgendo agli ospiti pane con il miele, un miele speciale preparato da Meti in persona.

"Ma dai! Non posso passare da qui solo per salutarti?" chiese Ares affermando un pezzo di quella merenda fantastica, quella che mangiava anche da bambino.

Persefone e Meti si girarono verso Ares e lo guardarono come a dire "mi stai prendendo per il culo?" mentre Dioniso scoppiò a ridere.

Ares sollevò le spalle e le sopracciglia: "Che ho detto di male?"

Poi sospirò: "Ok, è vero, sono qui per chiederti un favore"

"Ecco, adesso riconosco il mio bambino" sorrise Meti.

Oh no... Non doveva dire il suo bambino... Adesso Dioni...

"Il mio bambino" disse con una voce da checca scoppiando poi a ridere.

Meti si girò e con un movimento circolare del polso creò una piccola forma d'acqua sopra la testa di Dioniso.

Di colpo ritrasse la mano e l'acqua cadde sopra a Dioniso bagnandolo completamente, dal primo riccio biondo alla punta delle scarpe.

"Ma che cazzo!" tutti i riccioli gli si erano appiccicati sulla fronte e lui cercò di spostarli con il risultato di averli attaccati al dorso della mano.

"Solo io posso chiamare Ares, il mio bambino" disse Meti voltandosi verso Persefone e Ares e sorridendo.

Persefone non sapendo se essere spaventata o cosa, sorrise di rimando.

"Allora, bambino mio, cosa succede?"

Ares sospirò prima di parlare. Era un argomento delicato.

"Voglio invocare Stratós" annunciò Ares senza mezzi termini.

Persefone fissò Meti che era in modalità "silenzio tombale". Un silenzio che avrebbe fatto invidia all'Inferno.

"Madre io..." la ragazza con i capelli biondo sabbia entrò nella stanza con indosso un vestito lungo bianco con vari strati di velo.

"Alexia, esci" non lo disse con tono duro ma la ragazza intuì che qualcosa non andava e eseguì l'ordine.

"Non tu Dioniso" esclamò Meti mentre alle sue spalle il dio si era alzato pronto a seguire quella bellezza.

Il dio si risedette ma questa volta vicino a Persefone.

"Stratós... Sai cosa vuol dire?" il tono dolce di Meti era scomparso quello che si era manifestato era il tono da Oceanina, da figlia di Crono.

Ares annuì fissandola negli occhi.

"Sai che non intendo questo. Sai cosa vuol dire per te?" ripeté la domanda Meti.

Ares non abbassò lo sguardo: "So cosa vuol dire Meti"

"Bene" esclamò Meti "e come ti devo aiutare?"

"Empusa" disse il dio della guerra. Una parola che poteva rappresentare un pericolo, un pericolo enorme!

"Perché proprio quella?" chiese Meti fissando mentre Dioniso e Persefone non sapevano cosa fare.

"Era l'unica... Solo lei poteva tenermi lontano"

Era successo tantissimi anni prima. Anni? Millenni!

"Zeus, ne ha bisogno!" sbraitò Era.

Zeus davanti a lei seduto sul trono non stava facendo niente. La fissava come quando si fissa un alieno.

La Figlia Degli InferiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora