CAPITOLO 64

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Persefone non chiese più niente ad Ares, lo vedeva pensieroso, come se stesse continuando a riflettere su quello che era successo prima, cosa che lei non era riuscita a capire.

Ormai erano ore che stavano vagabondando nella foresta, probabilmente senza una meta precisa.

"Non ho ancora capito dove siamo diretti" disse Persefone affiancando Ares.

Il dio le fece cenno di stare zitta mentre ascoltava quelle voci, quelle voci che lo perseguitavano da quando erano passati da quel buco.

La ninfa non riusì a sopportare l'atteggiamento di Ares: "No! Tu non mi dici di fare silenzio, OK? Non ho la più pallida idea di dove siamo diretti e tu mi ignori completamente! Adesso tu ti fermi e mi spieghi dove e come dobbiamo andare!"

Ares si sentì strattonare per un braccio e si voltò.

Persefone lo fissava con uno sguardo omicida, peccato che Ares era talmente impegnato ad ascoltare quelle voci che non si accorse degli urli della ninfa.

"Che c'è?" domandò.

Ecco, adesso Persefone era furiosa. Non cercò neanche di trattenersi e mollò al dio uno schiaffo in pieno viso.

"Ma Zeus!" disse il dio passandosi una mano sulla guancia che iniziava a bruciare.

"Cosa diavolo ti prende?" esclamò Ares prendendola per le spalle.

Persefone strinse gli occhi a due fessure: "Cosa mi prende? COSA-MI-PRENDE?" scandì bene le tre parole.

"Ti rendi conto che siamo nel mezzo della foresta più orribile che ci sia mai stata e tu vaghi come diavolo ti pare?" urlò Persefone.

Ares tolse la presa dalle spalle della ninfa: "Non sto vagando come mi pare e piace, Persefone, io riesco a sentire le loro voci, li sento che mi chiamano e non ho intenzione di aspettare. Prima li troviamo, prima ce ne andremo e prima torneremo da tuo marito, non è questo quello che vuoi anche te?"

La ninfa trattenne lo sguardo a contatto con quello del dio.

Lei voleva rivedere Ade, voleva assicurarsi che stesse bene, che non gli fosse capitato niente e sicuramente voleva rivedere sua figlia, Melissa, la sua piccola con quel sorrisone che le faceva stringere il cuore.

Le ci volle tutta la forza che aveva nel corpo per dire: "Bene, possiamo andare" e iniziò a camminare.

"Ehm, Persefone, da questa parte" rise Ares indicando il lato opposto.

"Bene" scandì la parola la ninfa girandosi e camminando verso, non sapeva neanche lei dove.

Ares la affiancò e insieme si inoltrarono ancora di più nella foresta.

Stava diventando sempre meno foresta e sempre più campo di battaglia.

"Ares, Ares, dai vieni, vieni che ti stiamo aspettando."

Lui continuava a sentire le voci che si stavano facendo sempre più vicine e nitide. 

Ormai erano lì vicino, ne era sicuro.

Persefone sollevò un lembo della veste per non inciampare e continuò a camminare.

La sua testa vagava a sinistra e poi a destra. Non sapeva cosa si sarebbe trovata davanti e questo la preoccupava.

Poi un rumore, come un fruscio.

Persefone si voltò di colpo mentre Ares accelerava il passo.

No, qui c'era qualcosa che non andava, Persefone se lo sentiva.

La Figlia Degli InferiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora