CAPITOLO 17

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Glaphyra era sdraiata sul suo letto, anzi il letto che condivideva con Ares.

Se ne stava lì. Ferma. Immobile.
L'unica cosa che faceva era respirare.

Inspirare ed espirare. Una cosa facilissima no? No. Per lei era duro anche fare questo semplice
gesto. Voleva il più completo silenzio ma no... Non poteva. Anzi, non ci riusciva.

Il rumore la circondava. Anche con la finestra chiusa.

Strinse i denti. Il silenzio. Voleva il silenzio!

Sospirò e si rilassò. Doveva fare in modo di escludersi dal mondo esterno come faceva sull'Olimpo.

Spalancò le braccia e le gambe in modo da occupare tutto il letto.

Si era cambiata. Non voleva più avere a che fare con i vestiti di prima. No, avevano già fatto
troppo. Adesso indossava un paio di boxer neri di Ares che gli aveva rubato dal primo cassetto
dell'armadio di legno e una maglia rossa con la scritta DAVID BOWIE in nero.

Ares aveva dei bei gusti musicali. Doveva ammetterlo!

Questo cantante le era piaciuto molto negli anni scorsi...

"I, I will be king
And you, you will be my queen
Though nothing will drive away..."

Le avevano appena regalato un giradischi per il suo compleanno e adesso Glaphyra lo stava
provando.

Canticchiava allegramente questa fantastica canzone.

Oh, David Bowie. Un mito... Altro che Zeus e altri dèi del cazzo. Lui sì che era un dio!

Si alzò dal letto giusto in tempo per alzare il volume del giradischi per la frase più bella di tutta la canzone...

"We can be Heroes just for one day" lo urlò saltando in giro per la sua stanza con una mano
stretta a pugno davanti alla bocca come se avesse un microfono e l'altra sollevata a battere il ritmo.

"GLAPHYRA!" urlò Era. Era in giardino. Sempre in mezzo ai piedi quando cercava di ascoltare una canzone in pace.

"Uffa" sbuffò abbassando il volume e dicendo: "Sempre a rompere le palle"

Glaphyra si portò una mano a coprire gli occhi con l'incavo del gomito.

Quante volte era stata sgridata a causa della musica? Troppe. Ecco perchè adesso preferiva il
silenzio.

"Glaphyra?" una voce la chiamò.

Sicuramente Ares.

Non rispose lei. Non voleva essere disturbata.

Ares era appena tonato a casa. Appena finito in officina. Aveva dovuto riparare il motore di una
CITROËN C3 PICASSO che aveva avuto una perdita di olio. Una cosa da tutti i giorni, se non
fosse stato per la preoccupazione del proprietario.

"Quanto ci si mette più o meno?" chiese il signore.

"Entro domani avrà la sua macchina" disse Ares da sotto la macchina bianca, una LEXUS CT.

"Domani?" quasi si strozzò il tipo. "Non può fare prima? Ho la moglie incinta... Deve partorire a
giorni..." era seriamente preoccupato.

Suo padre non si era mai preoccupato di lui. Solo Era lo aiutava, Zeus aveva occhi solo per Dioniso. Dio del cazzo.

Ares uscì dal suo "nascondiglio" e si sollevò appoggiando a terra una chiave inglese e pulendosi
le mani che ormai erano color pece sulla tuta blu.

La Figlia Degli InferiWhere stories live. Discover now