CAPITOLO 60

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"Allora vi muovete?" disse Ares iniziando a scendere gli scalini.

Non sapeva neanche lui dove portassero perché era stato suo padre a "sequestrargli" l'esercito.

Persefone entrò e seguì Ares.

Meti sollevando la veste per non pestato a iniziò a scendere i gradini come se stesse andando al supermercato.

Dioniso, l'unico che doveva ancora entrare si guardò intorno. Nessuno li stava guardando, eppure la statua era al centro e molti avevano la testa sollevata e indicavano i particolari del volto marmoreo di Ares ma nella loro direzione niente. Come se non si fossero accorti di niente.

Però siccome lui è Dioniso non si domandò il perché di questa cosa ma piuttosto urlò giù verso gli altri: "C'è tanta umidità?"

Persefone cercò di soffocare una risata mentre rispondeva: "Tantissima! Dioniso ti si rovinerà la messa in piega!"

Il dio si tastò i capelli: "Questo capelli sono originali! Non ho bisogno della messa in piega" poi mormorò tra sé e sé: "Anche se qualche volta la faccio"

Detto questo si infilò nel tunnel e iniziò a scendere. Faceva caldo e l'umidità era a un livello inimmaginabile.

Ares che era davanti cercava di vedere dove stava andando ma il buio era troppo fitto. Scendeva con calma con le mani attaccate alla parete.

Ormai era da qualche minuto che camminavano e gli unici rumori erano i passi per scendere gli scalini e gli sbuffi di Dioniso che cercava di trattenersi dal continuare a dire: "Siamo arrivati?"

"Vedo qualcosa" disse ad un certo punto Ares continuando a scendere le scale.

C'era un puntino di luce... Un minuscolo puntino...

"Fratello, quello è grande quanto la probabilità che noi riusciamo in questa impresa! Non sappiamo neanche cosa succederà appena lo raggiungeremo" esclamò senza mezzi termini Dioniso.

"Sono d'accordo con lui..." borbottò Persefone sollevando la veste da terra per non rischiare di inciampare.

Dioniso, che non si aspettava una risposta del genere da parte di Persefone, rischiò di inciamparsi in uno scalino ma per fortuna aveva davanti tre persone. Lui si aggrappò a Meti e la titanide barcollò riuscendo però a rimanere in piedi e tenere anche il dio alle sue spalle in piedi.

"Scusa" disse Dioniso ristabilizzandosi sui suoi piedi e riiniziando a scendere gli scalini.

Ares non rispose a quello che disse Dionisio sulle possibilità di riuscire o meno in questa impresa perché era difficile anche per lui credere che sarebbero sopravvissuti visto che non aveva la più pallida idea di quello che sarebbe successo.

La luce si ampliava nel tunnel dove loro stavano scendendo e finalmente anche loro riuscivano a vedere intorno.

Appena Ares appoggiò la pianta del piede nella stanza il pavimento iniziò a tremare. La luce si affievolì mostrando però cosa aveva intorno.

Ares dovette appoggiarsi al muro per evitare di cadere perché il pavimento sembrava in continuo movimento.

Persefone che era dietro ad Ares lo imitò e si appoggiò alla parete.

La ninfa si guardò intorno, la stanza era enorme tanto da non riuscire a vedere il fondo. Il pavimento era ricoperto di sabbia che sembrava essere associata al mare come se ci potessero essere qualche pozza di acqua qua e la peccato che vicino a loro non ce ne fossero. Il soffitto era alto forse tre metri e la cosa non assicurava per niente Ares, avrebbe potuto cadergli addosso e schiacciarli come sardine.

La Figlia Degli InferiWhere stories live. Discover now