31.Sutura

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"Insieme di ago e filo, adoperati per unire due lembi di tessuto e favorire la loro cicatrizzazione nel minor tempo possibile."

Mi piace immaginarci come due lembi di una sutura, di quelle ferite fresche, appena ricucite.

Noi tutti siamo delle cicatrici, prove inconfutabili della nostra vita, del nostro vissuto.
Io e Matt ci siamo ritrovati così, legati l'una all'altro da un minuscolo monofilamento.

Peró si sa le ferite si possono riaprire e i due lembi possono così trovarsi inaspettatamente lontani.

Era la terza settimana  di seguito che mi risvegliavo nel suo letto, tra le sue braccia.
Non mi ero mai sentita parte di qualcosa, se qualcuno mi avesse detto che avrei provato queste emozioni con un tipo come Matt, bhè non gli avrei mai creduto.

Eppure eccomi qui.
Cosa ancora più incredibile, non c'era più neanche Jessica a dividerci.
Non mi sembrava ancora vero.
Non era mia intenzione di innamorarmi di un ragazzo fidanzato, ci avevo provato fino alla fine a restargli distante, alla fine era diventato straziante, provate voi a vivere senza un polmone.

Qualcosa mi solleticò il naso.
Aprii un occhio.
-Ei!-
Vedere un volto del genere al mattino, ritrovarsi con la faccia contro un'addome nudo a dir poco favoloso dovrebbe essere dichiarato illegale.

La mia vita sessuale era stata a dir poco stravolta.

Non ne avevo mai abbastanza.

Non pensavo che dopo il mio audace regalo si dimostrasse così positivo nei miei confronti.

Passó l'indice intorno alle mie labbra.
I suoi movimenti erano lenti, lentissimi.
Se avesse continuato così probabilmente sarebbe stato in grado di farmi venire in quel modo.
-Devi svegliarti, ci sono tanti vecchietti che ti aspettano.- mi prese in giro.
Strinsi gli occhi e mugolai contrariata.

-Preparami la colazione prima che ti salti addosso, per quanto lo desideri non posso arrivare tardi anche oggi.-
ridacchiò.

Sentire quel suono era meraviglioso, e in quei giorni era riuscito a regalarmelo davvero tante volte.
Era impressionante, rideva più lui che io.

-Sei proprio ingorda!- disse prima di divorare la mia bocca.

Io opposi una leggera resistenza. Non ero abituata a svegliarmi accanto ad un uomo, a farmi vedere in quelle condizioni.
Grazie a lui però stavo superando tutto, non gli importava di quanto fossi sconvolta se avessi l'alitosi o le borse sotto gli occhi, ultimamente non aveva neanche da ridire sui miei chili in più, gli piacevo lo stesso.

Gli morsi il labbro.
-Ann!- urló.

Mi morsi un labbro.
-Scusa ma non ho resistito!-
Scosse la testa.
-Lo so che hai la sindrome da crocerossina peró, cazzo. Se continui così a fine settimana dovró ricorrere al botox-
Non riuscii a trattenermi.
Crollai sul cuscino.
Poi lui fu su di me, e mi bació con forza il collo.
-Matt! Ma dai neanche fossimo al liceo dai poi chissà che penseranno.-
Tentai di sfuggire alla sua presa ma fu inutile, mi tratteneva sotto di se con tutto il suo peso.
Chiusi gli occhi rassegnata.
Avrei portato il suo marchio per tutta la giornata.

Poi crollò di schiena di fianco a me.
-Alzati e preparati il mio autocontrollo non durerà per molto.- mi avvertì.

Fui io a salirgli addosso.
Potevo vedere me stessa nei suoi occhi.
-Non mi piace quando ti controlli.-
Le sue mani iniziarono una lenta salita dalle mie cosce.
Chiusi gli occhi, abbandonandomi completamente a lui.
Poi poggiò le sue grandi mani sui miei glutei, mi tiró a se prima di tirarsi in piedi.
Le mie braccia erano avvinghiate al suo collo, gli succhiai il lobo.
-Allora dovremmo ottimizzare i tempi.-

Take careWhere stories live. Discover now