33.Obiettivi

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Quella notte non ero riuscita a chiuder occhio.
Mi ero girata e rigirata.
Non mi sarei mai immaginata di arrivare a questo giorno così.
Avevo paura ad ammetterlo ma una parte di me finalmente iniziava a sentirsi realizzata.
Finalmente era arrivato il benedetto esame di abilitazione, e lui era accanto a me.
Mi girai verso di Matt.

Dormiva a pancia in giù con le braccia flesse infilate sotto il cuscino. Accarezzai piano il suo bicipite, percorrendo il perimetro dei muscoli.

Era così bello quando dormiva. Non che si potesse essere più belli di così.

Osservai la sua espressione, tutt'altro che rilassata.
Sorrisi.
Riusciva ad essere incazzato anche mentre dormiva.
Si mosse e alcuni ricci gli coprirono il volto, allungai la mano per spostarli.
Trovandomi i suoi grandi occhi davanti.

-Che ore sono?- farfugliò ancora assonnato.

Guardai il soffitto.
-Dormi è ancora presto!- gli dissi.

Lui brontolò qualcosa prima di girarsi dall'altra parte e rimettersi a dormire.

Sospirai.
Rimasi a fissare il bianco soffitto.
Avevo troppa adrenalina in circolo per riuscire ad addormentarmi.

Pensai mentalmente alla giornata che avrei dovuto affrontare. La mia famiglia sarebbe arrivata in mattinata, tutti tranne Lalita e Tomas che erano in luna di miele, avevo invitato Kendra e Leony e ci sarebbero state anche le ragazze del corso.
Matt, era stato l'unico che non avevo invitato esplicitamente. Non volevo che la sua presenza potesse influire sul mio percorso. Sapevo che conoscesse tutti gli esaminatori, non volevo essere avvantaggiata in alcun modo.
Pensai a quanto avevo preparato e desiderato l'arrivo di quel giorno. Ora invece mi sembrava un banalissimo giorno, uno di quei giorni che spenderesti sul divano di casa.
Pioveva come la maggior parte dei giorni, non vi era nessun segno particolare che potesse presagire una giornata epica.

-Tu non hai dormito- mi trovai Matt su un fianco, lui e il suo petto nudo mi fissavano.
Mi prese alla sprovvista.
-Cosa?- chiesi.
Lui stropicciò i suoi occhi ancora socchiusi.

-Non sei riuscita a chiudere occhio- ripetè.

Tornai a guardare il soffitto.
Aveva ragione.
Ma non ero preparata al suo sermone.

Ero abituata a non dormire.
Sin dai primi giorni di scuola, ai giorni di esame, ogni volta che iniziassi una nuova avventura la notte precedente non riuscivo a dormire.

-Vieni qui!- mi disse indicando un punto vicino a lui.

Con la lentezza di un bradipo mi mossi.
Lui mi tirò a se prima che ci impiegassi ulteriore tempo.
Mi strinse al suo fianco.
Poggiai la testa sul suo petto.
Lui iniziò a accarezzarmi i capelli lentamente.
Avevo la bocca poggiata sul suo petto e l'orecchio all'altezza del suo cuore.

Mi concentrai sul suo battito regolare.
L'altra sua mano si spostò rapidamente sulla mia spalla, iniziò a disegnare tante piccole figure sopra.

-Chiudi gli occhi- disse piano.

Mi fidai completamente di lui.
Sentii il letto sollevarsi quando lui si alzò da esso.
-Resta così- continuò.
Lo sentii muoversi nella stanza.

Il letto si deformò nuovamente.
-Apri!-
Me lo ritrovai davanti, chino su di me.

Poi mise davanti ai miei occhi un pacchettino nero.
-Prendilo- mi spronò.

Take careDove le storie prendono vita. Scoprilo ora