12.Supermarket

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Mi svegliai di soprassalto, per colpa del mio cellulare che squillava insistentemente.

Chi poteva essere a quell'ora?

Nervosa come non mai mi alzai, ma fu tutto inutile, ero stretta tra due grandi braccia e con le gambe intrecciate in altre due gambe.

Ricordavo di essermi addormentata sul divano di Matt.

Oh cazzo.

Indossavo una sua maglietta.

Mentre cercai di sfuggire alla sua stretta, notai che era a petto nudo.

Oh no.

Non potevo credere che avessimo fatto sesso, perché ogni volta che bevevo in sua compagnia dovevo essere assalita da quei dubbi?

Mi aveva presa in giro, trascinata nella sua tana e poi aveva approfittato di me.

Una volta liberata, afferrai il cellulare dalla tasca dei jeans.

-Pronto!- cercai di non urlare troppo.

Non volevo affrontare Matthew, anche perché in quel momento lo avrei sgozzato.

-Ann?! Sono la mamma, dove sei?-

Mamma?

-Come dove sono?, in realtà stavo dormendo!-

fissai la mia figura allo specchio, la maglietta era davvero corta cercai di tirarla giù il più possibile.

-Bene allora vieni ad aprire alla tua mamma, è mezzora che sono qui fuori, non dirmi che hai il sonno pesante come tuo padre!-

Cosa? Mia madre fuori casa mia!

Cosa ci faceva qui?
Che diavolo ci mancava solo questa.

-Oh Mamy, tu tutta sola qui a Londra?-

Mia madre rise.

-Non ti fai sentire da parecchio mi ero preoccupata, hai intenzione di aprire questa porta tesoro?-

Cazzo.

-Mamma in realtà, stavo cercando di dirti che questa mattina mi sono alzata presto perché-

feci una pausa, non sapevo cosa inventarmi.

-Perché?- ripetè lei.

-Avevo il frigo vuoto sono andata a fare la spesa.-

era l'unica cosa che riuscii a inventarmi.

Non potevo dirle che ero a casa di un uomo, le sarebbe preso un colpo.

-Ah tesoro, scusa non avevi detto che stavi dormendo? Comunque tranquilla  ti raggiungo ricordo ancora dove si trova, il supermercato. Non sono così vecchia e poi posso aiutarti a portare i sacchetti.-

Non ebbi neanche il tempo di controbattere perchè mia madre aveva giá riattaccato.

Dovevo fare più in fretta possibile, avrei dovuto prendere un taxi, non avevo tempo da perdere il supermercato era lontano da qui. Mi diedi una sistemata, raccolsi le mie cose e uscii da quella casa.

Non avevo tempo per occuparmi di Mat, dovevo correre da mia mamma.

Avrei fatto i conti con quello stronzo più tardi.

In quel momento mi resi conto che da quando lo conoscevo il mio vocabolario si stava riempendo di parolacce. Avrei dovuto controllarmi con mia madre nei paraggi.

Venti minuti dopo ero al supermercato che mi destreggiavo tra i banconi, avevo riempito il carrello di cose a casaccio, per fingere di essere lì da parecchio.

Take careDove le storie prendono vita. Scoprilo ora