36. Legami

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-Matt, il cellulare-
Mugugnò Ann al mio fianco. Sollevai il braccio dalla sua schiena e lo allungai verso il comodino.
Guardai l'orologio sulla mia parete che segnava 3:23, strofinai gli occhi e afferrai il telefono.

-Pronto?- dissi con la voce ancora impastata dal sonno.
-Matthew devi correre in ospedale!- disse mio padre imperturbabile.
Che cazzo voleva ora.
-Hanno trovato Jessica in overdose di farmaci- aggiunse con tono sottile.

Per un attimo il mio cuore di fermò.
-Arrivo- fu l'unica cosa che dissi.
Mi alzai dal letto senza pensarci ignorando completamente la donna mezza nuda nel mio letto.
Oh Jess.
Come un matto infilai qualcosa addosso e cercai di arrivare più in fretta che potevo in ospedale.
L'avevano trasportata al St Keaton.
Fred sarebbe stato furioso di non averla nella sua clinica.

Se le fosse successo qualcosa non me lo sarei perdonato. Non poteva succedere di nuovo.
L'incubo era tornato.
Stavo sudando.
Pensai a Luke, ora ero un'affermato neurochirurgo, qualsiasi cosa mi aspettasse avevo buone carte.
Non ero uno studente sbandato che faceva uso di droghe per superare gli esami.

Vidi mio padre e mia madre passeggiare nervosamente davanti ad una stanza.
-Finalmente! Allora non sei uscito fuori di testa fino a questo punto.- commentò sarcastico mio padre.

-Lei come sta?- chiesi con ormai il cuore in gola.
-Come dovrebbe stare una che ha appena tracannato barbiturici, perché l'uomo che doveva sposare gioca a fare la coppietta felice con un'altra ragazza?- urló.
Avevo le mani nei capelli.
Mia madre fermò mio padre cosa più unica che rara.
-Va da lei- si limitò a dire.

Mi fiondai nella stanza.
Jessy era lì, un angelo biondo immobile in quel letto.
Controllai i suoi parametri erano stabili.
Mi avvicinai e le accarezzai il volto.
-Oh piccola mi dispiace, mi dispiace.- dissi.
Lei che per me c'era sempre stata.
Non le importava se fossi stato un musicista o un medico di fama, qualunque cosa tu voglia fare ti seguirò.
Era stata il mio punto di riferimento, prima che mio padre mi rovinasse.

-Perché Jess? Sei stata te a lasciarmi, ricordi? Dicevi che non ero più lo stesso, perché sei arrivata a tanto? Sai che potevi parlarne con me?- continuai.

La verità però era che le menzogne, le omissioni si erano instaurati ormai da tempo tra si noi.

Eravamo cambiati entrambi, lei si era trasformata in una ricca donna in carriera, a fianco voleva un uomo come suo padre e tutti persino io pensavo che potesse essere così. Che mio padre fosse riuscito a plasmare quell'uomo adatto a lei.
La verità però era un'altra, Ann aveva fatto riaffiorare in me quel lato che avevo sepolto molto anni prima e che ormai credevo morto.

In lei vedevo parte della Jess che mi aveva fatto innamorare da bambino.
Ma la mia Jess era più dolce, la più dolce.

-Finalmente ti sei degnato- mi voltai verso il mio quasi suocero.
Con ormai le lacrime agli occhi.

Ormai non piangevo dalla morte di Luke, ma per lei lo avrei fatto.

-È solo colpa tua se ora è in queste condizioni, pensavo che avessi smesso da anni di fare cazzate. Questo è il ringraziamento per quello che io e tuo padre abbiamo fatto per te?-
Non dissi niente.
-Ti ho dato il mio bene più prezioso, Matthew, la mia adorata Jess. Nessuno è perfetto, ho chiuso un occhio per i tradimenti, ma ora lei è confusa e tu che fai ti metti insieme ad un'altra? Fai in modo che quella non si avvicini.-

Take careWhere stories live. Discover now