1. Toc toc

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Quella giornata era iniziata di merda.
Per colpa di un idiota che aveva lasciato in giro un ago sporco dovevo farmi quelle cazzo di analisi per l'HIV.
Entrai nella sala prelievi sperando di non imbattermi ulteriormente in altri incapaci.
Davanti a me c'è una ragazzina.
Quando l'infermiera l'informó della mia presenza inizió a  fissarmi con i  suoi occhi dorati.
La Disney avrebbe potuto scritturarla per la parte di Bambi.
La osservai meglio, aveva un non so che di esotico.
A giudicare dall'imbarazzo che aveva nei miei confronti era l'ennesima ingenua che si lasciava incantare dal mio aspetto, senza sapere peró quanto fossi corrotto dentro.

Doveva farmi lei le analisi.

Mi concentrai così su quello che avrei dovuto fare in giornata.
Ero un neurologo, lavoravo al Saint Keaton da circa quattro anni, eppure nonostante tutto avevo ancora un leggero terrore degli aghi, soprattutto quando era qualcun'altro ad usarmi come cavia.
Quella ragazza peró ci stava mettendo un po' troppo per i miei gusti.

Mi voltai di scatto.
Intravidi così la sua mano tremare.
E che cazzo.
-La mano!- dissi a denti stretti.
Lei non sembra avermi sentito.
Stava diventando troppo.
-Che razza di infermiera sarebbe una a cui tremano le mani così?- le dissi duro indeciso sul toglierle tutto dalle mani.
-Spostati faccio da me.-
Ma lei non si mosse.
Continuó il suo lavoro.
-Ecco fatto- disse alla fine soddisfatta.
Decisi quindi di alzarmi senza aggiungere altro.
Quella ragazzina aveva già messo a dura prova la mia pazienza.
Non ero famoso per le mie doti caratteriali.
Le risparmiai il mio caratteraccio, non avevo tempo da perdere soprattutto con quella ragazzina.

-Buongiorno!- salutai solare in sala medici.
Oltrepassai le occhiate languide delle tirocinanti.
Dovevo ammettere che di anno in anno le mandavano sempre più succulenti. Ma nonostante fossi uno stronzo avevo le mie regole.
Non me le sarei mai portate a letto.
Preferivo quelle con ruoli minori. Avrei avuto meno rogne.

-Dottor White- mi salutó un collega.
-Dottor Taylor!-

Quella giornata si prospettava interessante. Afferrai la mia caraffa di caffè pronto ad affrontare il doppio turno e a dimenticare la disavventura di quella notte.

Sorvolato l'incidente degli aghi, la giornata era stata stranamente tranquilla.
Ma c'era qualcosa che non mi quadrava sulle condizioni del signor Del Mundo.
Per sicurezza gli avevo fatto fare una TAC, aveva un ritardo nei riflessi che non mi convinceva.
Mi diressi verso la mia stanza.
Presi così il cellulare.
-Mi servono i risultati della TAC del signor Del Mundo con urgenza.-
Riattaccai in fretta, prima di richiudere la porta alle mie spalle. Un rumore attiró la mia attenzione.
Davanti a me c'era quella tirocinante e stava nientemeno che vomitando nel mio cestino.
-Ma che cazzo!- mi lasciai sfuggire.
Per prima cosa pensai ad un atto vandalico.
Che volesse farmela pagare per l'atteggiamento di quella mattina,
poi peró il medico che è in me ebbe la meglio.
Mi chinai al suo fianco sorreggendola.
Appena la toccai sentii che scottava e glie lo comunicai.
Era davvero debole.
-Ei-
La presi prima che potesse cadere.
Era tra le mie braccia.
Il mio corpo era in preda agli spasmi.
Il contatto con la sua morbida pelle risvegliò il mio amico lì giù.
Ci mancava pure questa.
L'adagiai sul lettino per poi accarezzarle, riluttante, il viso.
Era così naturale e normale con due labbra davvero carnose che immaginai subito intorno al mio cazzo.
Basta.
Cercai di ripetermi.
Chiusi gli occhi non potendo fare a meno di sorridere.

Ho trovato un nuovo possibile divertimento.

Uscii dalla stanza, per poi ritornare con un agocanula, un deflussore e una fisiologica. Quel malessere l'aveva disidratata.
Era divertente come a volte i ruoli si invertano. Questa volta ero io che avrei infilato un ago nel suo braccio.
Prima di andarmene le lasciai una lista di medicine che avrebbe dovuto prendere al suo risveglio.

Mi avvicinai un'ultima volta, guardai il tesserino che prima mi era sfuggito.

Annie Wolfe.

Annie, mi piaceva come la mia lingua accarezzava il suo nome.

Avrei potuto avere Annie, sarebbe stata il mio nuovo passatempo.

Quell'aria che aveva da ragazza intelligente mi arrapava, non sarebbe stata un tipo semplice,ma mi incuriosiva.
Ci avrei giocato un po'.

Poco dopo mi trovai davanti ai suoi occhi.
Sembrava impaurita, inizió a guardarsi intorno prima di piegarsi a vomitare nuovamente.
Per fortuna avevo previsto il tutto mettendo una bacinella accanto a lei.

-Vedi di riposare- le sussurrai.

Il mio turno era finito ma una parte di me non voleva lasciarla, ero incuriosito da quell'essere così normale.
Mi cambiai prima di sedermi al suo fianco.
L'osservai per un po'.
Prima che il mio cellulare iniziasse a squillare insistentemente, risvegliandomi da quella trance.
Uscii fuori per evitare che quella ragazzina si svegliasse e mi denunciasse per molestie.
Stavo per rispondere, quando vidi Kyle passare nel corridoio semi deserto.
-Ei- lo bloccai.
-Mattew, ancora qui?- chiese.
-Senti devi farmi un favore, una studentessa si è sentita male, è nel mio ufficio. Tienimela d'occhio, è alquanto disidratata. Mi raccomando non deve saperlo nessuno.-
Era uno dei pochi infermieri di cui mi fidavo, forse perchè avevamo iniziato a lavorare insieme quattro anni prima o semplicemente perchè anche lui come me amava divertirsi. Per divertimento intendevo le donne. Con quel mio piccolo trucchetto non solo mi ero assicurato qualcuno che potesse prendersi cura di lei ma avevo soprattutto marcato il territorio.

Lo salutai in fretta prima di correre al mio appuntamento, ero giá in ritardo.

Take careWhere stories live. Discover now