34.(The) White's House

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-Dammi il borsone!- le dissi.
Era davveri interessante lavorare insieme a lei, anche se le avevano cambiato reparto.

-Come sei gentile questa sera!- mi prese in giro.
Lanciò il borsone che sistemai accuratamente sulla Harley.

-Ancora non riesco a capire perchè mi hai chiesto di portarmi un cambio- aggiunse.

Sorrisi.
Non glie lo avrei mai detto.
Cacciai il bottino che avevo in tasca.
Feci penzolare la fascia nera davanti ai suoi occhi.

Lei deglutì, facendo un passo indietro.
-Ei ma non è il mio compleanno!- tentò di farmi cambiare idea.

Occhio per occhio mia cara Annie.

Mi avvicinai a lei sistemando le ciocca che le era sfuggita dallo scomposto chignon.

Le allacciai il casco.
Depositando un rapido bacio sul suo naso delicato.

Non l'avrei bendata subito si sarebbe persa un paesaggio stupendo, e poi la sorpresa riguardava più che altro la meta finale.
Infilai il casco e montai in sella.

-Pronta?- le chiesi.

Lei annuì sistemandosi dietro di me.
Il suo corpo schiacciato contro il mio.

Dovevo contenermi, altrimenti non sarei neanche riuscito ad arrivare a destinazione.

Sfrecciai come un matto, cercando di ottimizzare i tempi.

-Matt forse dovresti andare più piano!- urlò lei da dietro.

-Tieniti-
In tutta risposta accelerai ancora di più.

Non immaginava neanche a quale genere di tortura mi stava sottoponendo.

Mancava poco.
-Wow Matt, si sente un'aria freschissima.- disse.
Io rallentai fino a fermarmi sulla strada privata.
Eravamo già nella proprietà nessuno ci avrebbe disturbato.

-Scendi!- dissi forse troppo duro.

Ero agitato.
-Ok, ma promettimi che non mi lascerai a piedi solo perché ti ho chiesto di rallentare!- disse lei seria.

Quella sua espressione allentò la mia tensione.

Sorrisi.
Le slacciai il casco.
-Mi hai appena dato un'idea- dissi prendendola in giro.

Lei strinse le braccia al petto.
-Matthew smettila!-
Disse lei.
Era nervosa, non mi chiamava mai con il mio nome per intero, se non quando fosse incazzata.

Legai il tessuto scuro davanti ai suoi occhi.
-Ei, ma cosa-
Premetti un dito sulle sue labbra.

Dovevo resisterle altrimenti l'avrei presa lì su due piedi.

-Sh, fidati di me, non voglio sentirti fino a quando ti toglierò questa dagli occhi!- dissi serio.

Dalla curvatura delle sue labbra capii che si stava davvero infervorando.

Inclinai l'harley in modo che le fosse più facile montare su.

Non pensavo sarei tornato lì con così poco preavviso. Anni senza tornarci e ora ci venivo addirittura due volte in poco più di un mese.

Take careDove le storie prendono vita. Scoprilo ora