28. Insieme a te non ho paura

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Era passata una settimana dal matrimonio.

Una settimana da quando mi aveva regalato la serata più bella della mia vita.

Questo era il mio primo giorno in ospedale dopo il fattaccio.
Avevo chiesto a Matt di entrate separati, mi ero fatta lasciare un isolato  prima dell'entrata. Non volevo dare nell'occhio. Già le voci che circolavano su di noi erano abbastanza insistenti.

A Matt invece non importava molto. Questo mi spaventava, speravo dovendoci lavorate a stretto contatto che almeno un po' si sarebbe regolato.

Camminai veloce prima di raggiungere l'entrata.
Con la coda dell'occhio vidi che lui era ancora poggiato alla sua moto intento a usare il suo cellulare.
Poi capii il motivo.

-Buongiorno splendore stavo pensando al magazzino che fa angolo al secondo piano, sai quello dimesso che non usiamo quasi mai... credo che potrebbe tornare utile!-

L'ambiente si era improvvisamente surriscaldato. Come poteva bastare un singolo messaggio per farmi sentire così febbricitante di lui?

Mi stava distraendo.
Entrai a passo spedito.
Senza neanche rendermene conto timbrai il cartellino e corsi a cambiarmi.

Rispetto agli altri giorni era decisamente presto.
Entrai nello spogliatoio quasi deserto per cambiarmi.

Aprii l'armadietto, al cui interno depositai le mie cose, prima di prendere la divisa.
Chiusi l'anta dell'armadietto.

-Ei!- disse con voce cupa.

Per lo spavento andai a sbattere agli armadietti dietro.
I suoi occhi grigi erano su di me.

Il mio cuore batteva all'impazzata.
Infilò la sua lingua dentro la mia bocca, poco dopo le sue mani finirono sotto l'elastico delle mie mutandine.
Cercai di fermarlo.
Ma mi uscirono solo strani mugolii ,le sue labbra erano ancora su di me e mi impedivano di parlare.
Mi spinse facendo muovere gli armadietti dietro di me e provocando un po' di frastuono.
Ero in mutande davanti a lui.
Da un momento all'altro sarebbe potuto entrare qualcuno.

La sua mano si spostò sulla mia natica e mi spinse a se per farmi sentire la sua erezione che spingeva contro i suoi Jeans.
-Matt!- mi dimenai mentre mordicchiava il mio collo.

L'altra sua mano si faceva sempre più vicina al mio punto più vulnerabile.
-Ti prego se arriva qualcuno, ti ho chiesto di lasciarmi in pace almeno in ospedale.- mi lamentai.
Lui sembrava non sentirmi.

Ero stata categorica, potevo giocarmi la carriera se qualcuno ci avesse beccati.

-Allora fatti trovare nella pausa pranzo nel magazzino, e ti prometto che mi comporto bene.-

Mi fissò negli occhi.

La sue dita lentamente stavano per varcare la soglia del mio bottone pulsante.

-Te lo prometto, lo giuro!- dissi dun fiato.

Lui sorrise contento per aver vinto la sua battaglia, e esitante mi lasciò andare, dopo avermi baciato la fronte.

-Ci si vede in reparto Wolfe-
Uscì.

In quell'istante mi sentii come una preda lasciata agonizzante dal suo predatore.

Take careWhere stories live. Discover now