𝐄𝐏𝐈𝐋𝐎𝐆𝐎

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Due anni dopo...

I pranzi della domenica.

I pranzi della domenica sono sempre stati i giorni più frenetici della settimana, eppure, non c'è cosa che ce li faccia saltare. Emergenze a parte, certo. Ecco perché adesso stiamo correndo frenetici per la camera alla ricerca dei vestiti che un certo Maxwell ha lanciato il più lontano possibile mentre mi trascinava a letto per la terza volta, facendoci fare ritardo. Okay, va bene, lo ammetto: la seconda volta è stata colpa mia – o dei miei ormoni – ma poi mi sono rivestita, fatto i capelli e truccata. A quel punto, lui è entrato in bagno e dopo avermi squadrata, come fosse l'alpha dei cavernicoli, si è chinato e mi ha gettato sulla sua spalla come un pesante sacco di patate. Ho rischiato di conficcargli un tacco nell'occhio, nel frattempo, ma anche questa non è colpa mia. Ovviamente.

I nostri pranzi si sono fatti più complicati da cinque mesi a questa parte, nello specifico, quando ho informato Ronan di essere incinta. Abbiamo fatto tutto secondo i piani previsti: ci siamo sposati un anno fa, siamo stati in luna di miele in Thailandia e all'incirca sei mesi dopo, ho smesso di prendere la pillola e lui di usare profilattici. A essere onesta, credevo che ci sarebbe voluto più tempo, ma è accaduto praticamente subito e cinque mesi fa le cose sono cambiate davvero. Il prossimo mese marcherà il nostro secondo anniversario – la cosa mi sconvolge ancora – e io entrerò nel sesto mese di gravidanza. La nostra famiglia non sa niente, sono stati tenuti nel buio più assoluto e tra una scusa e l'altra sono riuscita a sopravvivere a una serie di domeniche infernali, soprattutto durante i primi tre mesi. Non ho mai indossato vestiti che potessero destare sospetti, tranne negli ultimi due mesi. Ho detto loro che il lavoro mi stava stressando parecchio e che, lavorando da casa, preferivo restare comoda. Per abiti fuori dal normale intendiamo jeans e maglioncini. Il ventre è rimasto piatto fino al mese scorso, solo adesso inizia a intravedersi qualcosa ed è così strano... quando l'ho notato per la prima volta ho pianto per dieci minuti abbondanti, poi l'ho mostrato a Ronan e abbiamo pianto insieme per altri cinque. Quando gliel'ho detto era al settimo cielo. Voleva dirlo a chiunque, persino i passanti per strada, ma dopo averci dormito su un paio di ore – visto che non ho potuto fare a meno delle sue mani su di me – abbiamo concordato che gliene avremmo parlato superato il primo trimestre, quello più delicato. Dopo una serie di letture che mi hanno scossa, però, ho optato per tenere segreto anche il quarto mese. A quanto pare è possibile rischiare un aborto anche allora e così... abbiamo deciso di essere super prudenti. Questi mesi trascorsi insieme a Cherry – abbiamo deciso di chiamare così il feto dopo aver visto quanto somigliasse a una piccola ciliegia – sono stati meravigliosi. È vero, anche a me è scappata un sacco di volte la voglia di parlarne con i miei genitori, ma mi sono trattenuta e adesso eccoci qua. Oggi annunceremo la lieta notizia e abbiamo pensato di farlo in modo molto carino. Ho detto a Winter – oggi tocca a loro ospitarci – di aggiungere un posto in più a tavola perché avremmo portato qualcuno ma in realtà piazzeremo sul piatto un pacchetto con dentro delle scarpette da neonato. Sappiamo già il sesso e abbiamo scelto il nome. O meglio, è stato talmente ovvio da non poter far altro che scegliere quello.

«Sei pronta, Morgana?» domanda Ronan, mezz'ora dopo essere ritornata in bagno.

«Sì, possiamo andare» afferro un braccialetto e lo indosso mentre lo raggiungo.

«Oggi che scusa avrai per nasconderlo visto che indossi questo» indica il mio vestito aderente. A causa del ventre gonfio, certo.

«Praticamente mi viene già stretto, penso sia l'ultima volta che indosserò abiti decenti quindi fammela godere. E mi porto dietro una tua giacca, è abbastanza coprente» spiego mentre ci dirigiamo verso la porta di casa.

Abitiamo sempre nel suo attico, ormai nostro, e abbiamo ridecorato la stanza degli ospiti come nursery. I divani sono comodi e poi, succede di rado che ospitiamo qualcuno. Vedremo come muoverci in caso di una seconda gravidanza. Ci piacerebbe avere tre bambini, perciò, sì, prima o poi dovremmo cambiare casa, solo... non adesso, siamo troppo affezionati a questo posto. È il nostro nido d'amore.

𝐋𝐀𝐘𝐋𝐀 [𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞𝐬 𝐕𝐨𝐥.𝟒]Where stories live. Discover now