7.

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L'ultimo compleanno pazzesco a cui sono stata è stato quello di papà, reso magnifico grazie al mio intervento e quello del mio gemello. Ogni anno un componente della famiglia cerca di rendere memorabile il suo giorno, finora siamo a quota tre eventi spaziali: al primo posto rimane la dichiarazione super sdolcinata di Harry per Aurora. Per il ventottesimo compleanno della mora il marito ha organizzato qualcosa che nessuno è riuscito ancora a sbaragliare: una cena in mongolfiera per due. Follia, me ne rendo conto, ma incredibile allo stesso tempo. Al secondo posto abbiamo zio Trevor e zia Delia. Lo zio, per il cinquantesimo compleanno di zia ci ha portati tutti in una fattoria fantastica e a fine pomeriggio ha detto a zia Delia che l'adorabile mucchina a cui stava dando da mangiare era tutta sua perché l'avevano adottata. In onore del suo passato o di una certa ex, non ho ben capito, zia Delia l'ha chiamata Dalila e poi ha iniziato a sbaciucchiare la mucca. Infine, al terzo posto abbiamo – rullo di tamburi – Avery e Devon. Il mio cuginetto poco incline all'affetto famigliare si è fatto tatuare il nome della moglie sull'anulare, proprio sotto la fede e poi ha organizzato un'altra piccola cerimonia per ricordare il loro giorno più importante, tutto a insaputa di Avery. È stato super romantico e Avery ha pianto come una matta per tutto il tempo.

Questa volta, a meno che Avery non abbia nulla di pazzesco programmato, dovremmo essere a posto.

«Qualcuno sa che fine ha fatto lo psicopatico?» domanda Aurora avvicinandosi. Siamo radunati davanti al ristorante in cui ceneremo, in attesa del festeggiato che non è ancora arrivato.

«Avery mi ha detto che erano partiti da poco» ribatte il marito, passandosi una mano tra i capelli.

«No, non parlavo del mio migliore amico, ma del tuo» sogghigna lei.

«Ah, allora non ne ho idea» borbotta lui.

Ci raggiungono anche il resto delle coppiette. Un po' mi imbarazza non avere nessuno al mio fianco e non perché tutti hanno una compagnia e io no, ma perché mi manca avere qualcuno con cui condividere la mia giornata, la mia vita. Faccio la babysitter da due giorni a un ragazzino che mi sembra sempre più fantastico, eppure, non ho nessuno a cui raccontarlo. Spencer è unico: ha dieci anni; nonostante ciò, sembra che ne abbia almeno cinque in più per come argomenta e poi... è sarcastico. Voglio dire, si nutre di pane e ironia come la sottoscritta e lo adoro. È ancora troppo presto per dire che abbiamo già un rapporto fatto e finito, ma abbiamo legato tanto e mi piacere passare i miei pomeriggi con lui.

Un'auto sportiva che trasuda ricchezza da tutti i pori svolta e si fa sempre più vicina, poi si ferma proprio davanti a noi. Il finestrino si abbassa e due occhi color miele si scontrano con i nostri. «Mi stavate cercando?»

Harry si avvicina all'auto scuotendo il capo. «Non ci credo, ti è arrivata!»

«Proprio stamattina» conferma Ronan.

«Amore, cavami gli occhi. Quella è l'auto che non potremmo mai permetterci. Nemmeno lavorando per i prossimi vent'anni» sospira Michael.

«Tutto a posto, tutto a posto» lo rassicura la biondina massaggiandogli la schiena. «Sono certa che il caro cugino ti lascerà fare un giro.»

«Certo, come no» sorride falsamente Ronan.

«Sì, ma adesso muovi il culo e trova parcheggio» tuona la voce di Luna.

Non mi ero resa conto della sua presenza fino a questo momento.

Ronan alza gli occhi al cielo e le lancia uno sguardo. «Pensa a Rio de Janeiro e sta zitta», poi si rivolge al suo migliore amico: «Parcheggio e arrivo.»

Infine, prima di rialzare del tutto il finestrino, mi rivolge una velocissima occhiata e sfreccia via.

«Che auto era? Sembrava costare più della mia stessa vita» dice Valerie.

𝐋𝐀𝐘𝐋𝐀 [𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞𝐬 𝐕𝐨𝐥.𝟒]Where stories live. Discover now