42.

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Il mattino seguente mi sveglio attorcigliata tra le lenzuola e un corpo bollente. Ronan ha il viso affondato nell'incavo del mio collo e le gambe strette in una morsa alle mie. Siamo un groviglio di tessuto e pelle, non si sa dove inizio io e dove finisce lui e la cosa mi piace da matti. Non ho mai approfondito il discorso su sua sorella perché ho sempre pensato che avesse dovuto essere lei a parlarne, ma adesso sono contenta che, tra tutti, abbia scelto di confidarsi con mio padre.

In effetti, non so molto della sua famiglia. Ho scoperto dell'esistenza di sua sorella per puro caso e nemmeno Harry parla chissà quanto di loro. Mi domando se forse non siano in buoni rapporti. Neanche Anita menziona i genitori o Spencer i nonni, è come se ci fossero solo loro. So che se chiedessi riceverei risposta ma non voglio pressarlo. Ieri è stato naturale parlare di sua sorella, voglio che sia lo stesso per la sua famiglia.

Inoltre, non stiamo insieme da una vita. È vero, ci conosciamo da anni ma di effettivo non c'è nulla visto che mi ha notata solo lo scorso anno e la mia cotta è stata sempre ben nascosta – tranne agli occhi di zia Molly – dunque, non posso aspettarmi che si racconti da un momento all'altro. Per certe cose ci vuole tempo e io sono certa di averlo.

«Buongiorno», la sua voce rauca mi arriva dritto all'orecchio sinistro.

Chino il capo e sorrido. «Ehi. Ti ho svegliato?»

«No, ero già in dormiveglia da un po', tranquilla» sbadiglia.

«Ho sognato zio Trevor stanotte. Sclerava di brutto contro di te perché stavi con me.»

«Ah, beh,» sbuffa una risata. «Hanno tutti sclerato almeno un po' con me ieri sera. Non hai sognato nulla di strano.»

«Già. Però sono contenta che alla fine sia uscita fuori questa cosetta tra di noi» accarezzo la sua schiena.

«Cosetta?» si mette seduto come meglio può visto che siamo ancora ingarbugliati. «La tua famiglia mi ha quasi fatto nero e tu ci definisci cosetta

Sbuffo una risata al suo tono indispettito e mi sporgo in su per potergli rubare un bacio. «Te lo sei meritato, dai. Non puoi negare di essere stato un bel codardo all'inizio.»

«Questo è vero, ma adesso che ho cacciato fuori le palle e ho messo ben in chiaro la mia posizione, non voglio più sentirti definire questo» indica il poco spazio che ci divide. «Una mera cosetta. Noi siamo ben oltre.»

«Ah, sì? E cos'è che siamo?»

«Siamo ancora all'inizio, è vero, ma abbiamo alle spalle mesi di preliminari. Abbiamo avuto appuntamenti anche se non erano definiti come tali. Non mi stupisce che non sia riuscito a resisterti quella notte, eri... tutto ciò che desideravo. Più di ogni cosa» rivela. «Mi dispiace di essere stato un coglione, te lo ripeterò all'infinito, ma adesso che siamo in ballo, ho intenzione di mettermi in gioco fino alla fine perché non c'è niente di costruito tra di noi, non è solo attrazione.»

Rimango un po' ad osservarlo, sfiorandogli il mento coperto da una leggera peluria. Ronan chiude gli occhi al mio tocco delicato e ciò mette in evidenza ancor di più quei dettagli scultorei del suo viso. «Voglio scoprirti giorno dopo giorno, Ronan Maxwell. Desidero imparare ogni cosa di te.»

«Anch'io» apre gli occhi color miele. «Al momento ho imparato che hai la forza di un uragano, che sei amorevole, indipendente, che faresti di tutto pur di proteggere chi ami, anche metterti da parte. So che non sei una cuoca a tutti gli effetti, ma questo mi va bene perché posso compensare io le tue mancanze. So che...ti piace stare sopra, che se ti tocco qui» fa scorrere la mano sul mio fianco, «impazzisci. E credo anche che ti piaccia essere legata, ma quello devo ancora scoprirlo. È una mia impressione. Sbaglio, per caso?»

𝐋𝐀𝐘𝐋𝐀 [𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞𝐬 𝐕𝐨𝐥.𝟒]Where stories live. Discover now