14.

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La notte non ha portato consiglio su come comportarmi quest'oggi ma non mi importa più di tanto perché in fondo, improvvisare rende tutto più bello. Ieri sera... è stato rigenerante. Avevo quasi del tutto dimenticato cosa significasse flirtare con il tipo che ti piace in maniera velata e allo stesso tempo esplicita. Lo rifarò sicuramente.

Per l'occasione di questa mattina, ho deciso che abbandonare i vestiti o i tailleur per un completo casual era un'idea strategica davvero buona. Così ho optato per un paio di pantaloni della tuta neri con due strisce sottili, bianche, ai lati, una magliettina dello stesso colore e per concludere, oltre ai tacchi neri da cui non mi separerò mai, ho aggiunto una giacca di jeans nera con stampa fiammeggiante. Niente borsette o fronzoli vari, solo un paio di orecchini a cerchio. Ho stretto i capelli in uno chignon e indossato gli occhiali da sole, dalle piccole lenti ovali e scure, poi ho fatto un veloce bagno di profumo et voilà, pronta per sbranarmi una squadra intera, compreso l'allenatore Ime Udoka.

Raggiungo l'ascensore e resto in attesa. Giunta nell'atrio, trovo già Ronan in attesa, girato di spalle, mentre conversa con qualcuno al telefono.

Controllo l'ora sull'orologio che tengo stretto al polso e lo affianco. «Possiamo andare?» bisbiglio.

Il moro si volta di scatto nella mia direzione e borbotta un veloce: «ci vediamo», successivamente mi sottopone a un esame che parte dal viso e si conclude sui tacchi vertiginosi che calzo. Lo so, chi abbinerebbe mai dei pantaloni di tuta con i tacchi? La sottoscritta. Perché ci stanno bene e mi fanno sentire sexy. Potente.

«Buongiorno a te, fatina. Ti trovo... casual» afferma mentre apre l'anta in vetro del portone e mi fa passare per prima.

Sempre così educato.

Me lo mangerei di baci. O forse prima di morsi. Non lo so, devo ancora decidere l'ordine, ma farei entrambe le cose.

«Tu invece ti rilassi mai?» faccio cenno al suo completo. Oggi indossa un Armani, nero e con un unico spiraglio bianco che gli copre il petto: la sua camicia elegante. È divino, statuario. Starebbe alla grande tra le mie gambe, ma per questo è ancora troppo presto. È solo che non riesco a contenermi; ora che il mio cervello è fermamente convinto di aver dato il via a questa caccia-non caccia, in poche parole sono un ormone vivente che non vede l'ora di affondare gli artigli sulla sua preda. Il fatto è che se da un lato fremo di farlo dopo tutta l'attesa di questi anni, dall'altro ho imparato davvero molto bene il significato della parola 'pazienza'; dunque, non lascerò che ottenga tutto ciò che desidera con uno schiocco delle sue potenti dita. Capirà cosa significa volere qualcosa con ardore e non poterla avere.

«Certo che sì. Solo non quando lavoro» mi tira una frecciatina. L'attimo dopo si ferma davanti all'auto che ha incoscientemente parcheggiato davanti al palazzo e mi apre lo sportello.

Gli lancio uno sguardo e poggio la mano sulla parte superiore dell'affare. «Chi ti dice che tutto questo non faccia parte del lavoro?» domando prima di prendere posto sul sedile super nuovo e profumato e chiudere lo sportello senza aspettare che lo faccia lui.

Ronan mi affianca poco dopo, indossa la cintura e parte. L'auto è decisamente elettrica, ma ciò non vuol dire che non trasudi ricchezza ed eleganza da ogni poro. Sul serio, non ne capisco un accidente di auto ma non c'è dubbio che questa valga più della mia stessa vita. Lo vedo stringere le mani attorno alla sottospecie di volante e deglutisco, le nocche gli diventano quasi bianche e le vene più sporgenti. Per non parlare dei muscoli che si flettono sotto la giacca costosa, ponendoli più in evidenza di quanto non lo siano già.

Il moro guida fino all'In-N-Out più vicino e mi domanda se desidero anch'io qualcosa. Rifiuto la sua offerta e mi limito a guardarlo gustarsi il suo milk-shake tanto richiesto.

𝐋𝐀𝐘𝐋𝐀 [𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞𝐬 𝐕𝐨𝐥.𝟒]Where stories live. Discover now