2.

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Accendo il tablet di Michael e scorro fino a Spotify, trovo una vecchia playlist con i successi di qualche anno fa e premo play, poi inizio a darmi da fare. Non è un problema per me dare una mano alla mia amica, anche lei fa parte della famiglia. E poi, dallo scorso mese non abbiamo fatto altro che aiutarli con una pulizia da cima a fondo della casa. Adesso restano le cose più superficiali e visto che, entrata in casa, mi sono resa conto di due ceste colme di panni – dato che Winter ha voluto dare una rinfrescata a tutto il suo armadio prima di rimettere le cose al loro posto.

«I tell myself you don't mean a thing...» canticchio sulle note di un vecchio successo e inizio a piegare la miriade di panni che riempie i cesti. Fuori si sente ancora gente urlare e discutere, questo mi fa rilasciare una breve risatina, che si smorza nell'istante in cui il contenuto del messaggio mi ritorna in mente. «And every time, every time you go... it's like a knife that cuts right through my soul»

«Chi è che ti ha ferito?»

Sobbalzo. Non mi ero affatto accorta della sua presenza talmente presa dai miei pensieri e la canzone. «C- cosa?» mi ritrovo a biasciare per un solo secondo prima di ritrovare la mia compostezza ed ergerla davanti a me.

«La canzone» chiarisce, facendo cenno al tablet abbandonato sul divano. «Only love can hurt like this. Chi ti ha ferito?»

Non ribatto, non saprei proprio come rispondergli. Voglio dire, come si rispondere a una domanda del genere quando chi te la pone è il diretto interessato?

«Sai» prende nuovamente parola, come se il mio silenzio non lo turbasse affatto. «Ora che ci penso noi due non abbiamo mai parlato davvero, eri persino seduta al mio fianco fino a poco fa e non abbiamo scambiato nemmeno mezza parola. Mi domando perché...»

Mollo la presa sulla maglia che stavo piegando con uno scatto e lo osservo per un singolo istante, poi tiro fuori la leonessa che c'è in me e lo affronto. Sono figlia di Paige Bradshaw, per la miseria, non un gattino spaventato e abbandonato a sé stesso che ha bisogno di cure. «Forse perché ho undici anni meno di te e ti sono sempre sembrata una bambina» arcuo un sopracciglio, pungendolo sul vivo. «Che peccato che io non lo sia, vero?» non gli lascio il tempo di ribattere, che ci rifletta su, male non gli farà.

«Credimi, Morgana, me ne sono reso conto da un bel pezzo...» mormora.

Mi fermo e mi volto, non potendone fare a meno. «Morgana?» Rifletterò sul resto della sua frase quando non lo avrò così tanto vicino da poter respirare il suo profumo mascolino che negli anni ho imparato ad amare e che mi manda in tilt il cervello.

«Morgana Pendagron, la fata. Ti assomiglia» spiega scrutandomi a fondo.

«Immagino che questo faccia di te il mio re Urien» lo studio con attenzione, non facendo trapelare quello che provo davvero ad averlo così vicino.

Un sorriso compiaciuto gli incornicia il volto. «Se ben ricordo è stato un matrimonio molto infelice quello.»

«Già. Quindi farai meglio a trovarmi un altro personaggio, preferibilmente non di Camelot» stavolta non sento la sua risposta, stringo la maglia con la mano non smaltata ed esco.

Ho bisogno di prendere una boccata d'aria e poi affrontare quello che è successo oggi: Ronan e Luna non stanno davvero insieme e ne abbiamo avuto la conferma e poi... oggi ho appena avuto la mia prima conversazione con l'uomo a cui muoio dietro da quando ero una ragazzina. Ho avuto le mie esperienze, certo, sarebbe stupido da parte mia negarlo, ma nessuno è mai riuscito ad eguagliare anche solo il suo pensiero. L'unica persona per cui mi sia dispiaciuta davvero tanto è stata Lanny Summers, un collega di Michael e Gabe; siamo usciti un paio di volte e per una decina di mesi siamo pure andati a letto insieme in maniera regolare ma non è mai stata una relazione vera e propria. Io ho realizzato di non essere ancora pronta a lasciarlo andare – e questo mi fa imbestialire tutt'ora – e Lanny ha capito che voleva ancora divertirsi un po' prima di mettere la testa a posto e cercarsi una compagna per la vita. Da quando abbiamo troncato il nostro rapporto, un paio di mesi fa, abbiamo optato per non risentirci o rimanere amici per evitare complicazioni nei nostri futuri rapporti, ciò non esclude che se dovessimo incontrarci per puro caso non ci saluteremmo. Lanny è stato una brava persona con me, non conosce i dettagli di tutta la storia, ma sa che il mio cuore è già impegnato. Che poi, impegnato... io nemmeno lo conosco bene Ronan. Sono follemente pazza di tutto quello che ho visto negli anni ma non ho idea di come si comporti da solo, al lavoro, nell'intimità della sua casa o con gente che non appartenga al clan Bradshaw.

Torno in giardino e informo mamma e papà che sto per andare. Entrambi si dimostrano contrari, ma invento che si tratta di un'emergenza lavorativa e mi affretto a salutare il resto della mia famiglia. Recupero la borsa e ci infilo il cellulare, sollevo il capo pronta ad andare e mi scontro con un petto solido che mi fa indietreggiare. Sono ancora tutti troppo impegnati a fare il terzo grado a Luna per notare la nostra vicinanza.

Ronan mi stringe le braccia con le mani e sorride. «Attenta, piccola Mercoledì.»

Aggrotto la fronte, troppo scioccata dal fatto che mi sta toccando davvero. «Come mi hai chiamata?»

«Hai ragione, non va bene nemmeno questo. Continuerò la mia ricerca, non temere» annuisce, come se stesse davvero riflettendo su un soprannome da darmi.

Merda. Ho seriamente bisogno di andarmene.

«Mi chiamo Layla» gli faccio presente.

«Sì, ma non è così che ti chiamerò io» ribatte tranquillo, infilando le mani nelle tasche del completo che indossa.

Ci sono state delle occasioni in cui ho potuto ammirarlo con i jeans addosso, ma i completi... Dio, i completi sono il mio tallone d'Achille. «Cos'è, adesso che Luna se ne va sei già alla ricerca di una nuova compagna di giochi?»

Le mie parole – uscite più acide di quanto avessi inizialmente programmato – lo colpiscono, glielo si legge in faccia, ma proprio Luna lo richiama e io, senza pensarci due volte, ne approfitto per svignarmela. Sento la necessità di un lecca-lecca alla ciliegia per fare mente locale e poi di una bella fetta di pizza per capire come affronterò il resto delle mie giornate sapendo che Ronan Maxwell, la mia cotta colossale da anni, adesso sa a tutti gli effetti che esisto. 

𝐋𝐀𝐘𝐋𝐀 [𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞𝐬 𝐕𝐨𝐥.𝟒]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora