48.

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La porta della nostra stanza si chiude lasciando che l'unica luce a illuminare l'ambiente circostante sia quella naturale della luna. Non parliamo affatto quando allungo le mani in direzione del viso di Ronan e lo bacio, non parliamo nemmeno quando porto le sue mani sul mio fondoschiena. Il suo corpo si irrigidisce al movimento, lo percepisco all'istante, ma deve capire che con lui sono al sicuro. Sto bene; dunque, proseguo a trascinare le sue mani e affondo la presa sul mio sedere. Ronan mi cerca subito con gli occhi e, scorgendo tranquillità, rilascia un profondo respiro di sollievo. Sto bene. Simon è lontano anni luce, in questo momento esistiamo solo noi.

Ci trasciniamo verso il letto dove Ronan mi fa fermare. Passa le mani sulle mie braccia fino ad arrivare all'orlo del maglioncino, poi lo fa risalire con estrema lentezza e finalmente lo fa passare oltre la testa, successivamente lo abbandona sul pavimento con una semplice mossa. Giunge ai jeans che sbottona in un secondo, tira giù la zip e fa lo stesso con il tessuto, lasciandomi in intimo. Adesso è il mio turno, non voglio più stare con le mani in mano. Sbottono la sua camicia bottone dopo bottone e, arrivata all'ultimo, risalgo in modo da potergliela togliere e accarezzare la sporgenza dei bicipiti in contemporanea. Lo libero anche dai pantaloni e lui pensa alle scarpe costose. Rimasti con solo delle sottili barriere tra di noi, Ronan non perde tempo a slacciare il gancetto del reggiseno e lanciarlo alle sue spalle, fa lo stesso con gli slip sottili e i suoi boxer.

«Abbiamo una scatola da consumare» mormora chino sulla mia bocca.

Chino il capo all'indietro e sbuffo una risata. «Sono d'accordo, ma non credo che ce la faremo. Ci sono parecchie interruzioni» gli ricordo.

«Ce la metteremo tutta» lascia baci lungo la curva delicata del mio collo, mordicchiando l'attimo dopo.

«Sei in vena di preliminari stasera? Perché muoio dalla voglia di sentirti subito» sospiro, gli occhi chiusi a causa del suo assalto.

«Abbiamo tutta la notte» ribatte.

«C'è una cosa...» mi scosto dalla sua presa e raggiungo il suo borsone.

«Cerchi i profilattici?» domanda.

Scuoto il capo e, dopo aver aperto la zip del borsone, tiro fuori la lunga fascia Chanel. «No, cercavo questa» rispondo, un sorrisino furbo sul viso.

Ronan apre la bocca, ma è svelto a richiuderla. È chiaramente colto alla sprovvista dalla presenza della fascia e della mia iniziativa visti i recenti risvolti, ma non importa. «Vuoi... sei sicura, fatina?» chiede avvicinandosi.

Annuisco. «Voglio provare, sì.»

«Bene così. Se qualcosa non ti va bene, basta che tu lo dica. Non voglio che ti infastidisca quello che facciamo. Solo piacere.»

«Solo piacere» concordo.

Ronan mi trascina sul letto, prendo posto e distendo la testa sul morbido cuscino. Non ho mai sperimentato nulla del genere e mi piace l'idea che lo stia facendo per la prima volta con l'uomo per cui ho perso la testa.

«Braccia sopra la testa» istruisce.

Eseguo senza fiatare e lo osservo mentre stringe la fascia attorno ai miei polsi. La stretta non è eccessiva ma nemmeno troppo lenta. Strattona la fascia per assicurarsi che regga e poi fa scivolare lo sguardo su di me. La mano accarezza la valle tra i seni, scende sulle costole e il ventre, fino all'ombelico. Va più giù, concentrandosi sulla mia intimità e inserisce due dita. Gemo e istintivamente muovo le mani per poter stringere i suoi capelli ma la fascia non me lo permette e questo porta subito al primo spasmo di frustrazione.

Ronan solleva il volto e un sorriso compiaciuto glielo abbellisce. «Vediamo quanto resisti senza toccarmi.»

«Ce la faccio» ansimo.

𝐋𝐀𝐘𝐋𝐀 [𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞𝐬 𝐕𝐨𝐥.𝟒]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora