Gioco di sguardi #1 (Dramione)

Autorstwa LazySoul_EFP

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[STORIA COMPLETA] Dal testo: «Cosa vuoi ancora da me?», gli chiese: «L'umiliazione dell'ultima volta non è ba... Więcej

A lezione
Litigi interrotti
Pranzo
In biblioteca
Nell'aula di pozioni
Compleanno
Specchio delle Brame
Grattastinchi
Nello studio della McGranitt
Hogsmeade
Missione di salvataggio
Duello
Insonnia
Facciata
Verità
Finta indifferenza
Boccetta d'inchiostro
Folletto
Messaggio
Orgoglio
Resa
Sospetto
La Pozione
"Coso" babbano
Cinque secondi
Insoddisfazione
Anti-Dolore
Risveglio
Impazienza
A lezione - II parte
Incomprensioni
Bella Addormentata
Dormire insieme
Le bugie hanno le gambe corte
Furia e sbagli
Il giorno dopo
Virus, fotografie e sogni erotici
Prima pagina
Consigli
Normalità
Scuse
Bagno dei Prefetti
Le candele della biblioteca
Smalto
Caos in biblioteca
Come scaricare la tensione
C.R.E.P.A
Tisana di Natale
Ciclo
Scacchi magici
Cartoleria Scrivenshaft
Guferia
In ginocchio
Per la felicità di Colin Canon
Sul treno verso casa
Vigilia di Natale
Momenti rubati
Sectumsempra
Addio

Fidanzamento

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Autorstwa LazySoul_EFP



Quando Hermione mise piede a Hogwarts dopo le vacanze natalizie, non aveva idea di come si sarebbe dovuta comportare con Draco Malfoy.

I primi giorni di lezione del nuovo anno, li trascorse ad osservarlo a distanza.

Malfoy che parlava con Zabini e la Parkinson, Malfoy che aveva profonde occhiaie, Malfoy che mangiava poco, Malfoy che scompariva i pomeriggi, Malfoy che non la guardava mai.

Avrebbe voluto avvicinarlo, forse perché sperava ancora che tutto si potesse in qualche modo risolvere, ma ogni volta si bloccava, rendendosi conto che non spettava a lei quella mossa.

Hermione si trovava nella scomoda situazione di essersi innamorata della persona sbagliata.

La faceva stare male vederlo così distante a lezione; sembrava essere diventato la copia sbiadita di se stesso.

A Hermione piaceva pensare, forse perché la faceva sentire importante, che quel cambiamento così radicale in Malfoy fosse stato dettato dal loro definitivo allontanamento.

Razionalmente sapeva che non era così, che non era possibile che Draco Malfoy apparisse così distaccato, così perso, solo perché lei non aveva risposto alla sua lettera, chiudendo una volta per tutte la loro relazione; eppure l'idea rimaneva e la faceva illudere che i sentimenti di Malfoy nei suoi confronti fossero più profondi di quanto avesse mai pensato.

Era arrivata a invidiare profondamente Pansy Parkinson, Blaise Zabini e Astoria Greengrass, che sembravano essere le uniche persone a cui Draco permetteva di parlargli e respirare la sua stessa aria.

Per Hermione era difficile ammetterlo, ma le mancava; Draco le mancava come mai avrebbe pensato.

Ogni tanto osservava la piuma Feder che le aveva regalato per Natale — oggetto che teneva al sicuro nel suo baule, insieme alla boccetta di inchiostro multicolore e alla polvere di Fata — e ricordava i momenti che aveva passato con lui, non solo quelli belli, e cercava di convincersi che era meglio lasciare le cose così come stavano.

Fu verso la fine di Gennaio che le capitò casualmente di udire Daphne Greengrass spettegolare con Millicent Bullstrode nell'aula studio dove si trovava a finire il tema di Pozioni.

Hermione non amava particolarmente i pettegolezzi e i pettegoli, ma quella volta le bastò sentire il nome di Draco, pronunciato dalla Greengrass, per interrompere lo studio e prestare loro la massima attenzione.

«Non devi dirlo a nessuno Milly, Malfoy mi ucciderebbe se sapesse che te lo sto raccontando, lui vuole che rimanga un segreto».

«Terrò la bocca chiusa, puoi fidarti di me, Daphne».

«Non so se hai notato che ultimamente mia sorella siede sempre vicino a Malfoy durante i pasti».

«Sì che l'ho notato! Parkinson la guarda sempre male!»

Hermione cercò sulla pagina il punto in cui era arrivata a leggere, pronta a tornare a studiare, ma le parole successive della Greengrass glielo impedirono.

«Malfoy ha scritto a mio padre per chiedere la mano di Astoria!»

«Non ci credo! Raccontami tutto!»

«Ovviamente dovranno entrambi terminare la scuola prima, ma dopo cinque anni di fidanzamento ufficiale il Mondo Magico assisterà al matrimonio più bello di sempre, il vestito di Astoria entrerà nella storia!»

Hermione chiuse per un istante gli occhi, cercando di calmare il battito impazzito del proprio cuore ferito.

Era irrazionale il dolore che provava, il dubbio che si faceva strada nella sua mente: per questo Draco non la guardava più? Era passato ad un "passatempo" più piacevole, più adatto ad un Purosangue come lui?

Da quel giorno Hermione Granger si ritrovò più volte a studiare le dinamiche al tavolo Serpeverde, ad osservare il modo in cui Astoria Greengrass sedeva sempre alla destra di Malfoy e gli parlava con un sorriso in volto, toccandogli a volte la spalla, oppure la mano.

Hermione doveva ammettere che Astoria era una bella ragazza: pelle diafana, capelli scuri sempre acconciati in impeccabili boccoli, occhi grandi ed espressivi, labbra carnose a forma di cuore e naso piccolo e delicato. La giovane sorella Greengrass rientrava nei classici canoni di bellezza babbani e magici, Draco doveva averla scelta più per il suo sangue che per la sua bellezza, eppure Hermione non riusciva a spiegarsi perché Malfoy avesse chiesto la mano di una ragazza che, palesemente, non sopportava o che comunque non sembrava suscitargli alcun tipo di sentimento positivo.

Le loro conversazione erano sempre univoche: lei parlava, lui ascoltava. A volte Draco diceva qualche parola o annuiva, ma solitamente si limitava a rimanere nel più completo silenzio.

Lei cercava il contatto fisico, lui no. Se Astoria gli sfiorava la mano, lui sembrava innervosirsi, a volte si allontanava con delicatezza dal contatto, altre lasciava che la sua futura sposa facesse quello che voleva, ignorandola completamente.

Lei sorrideva molto e lo guardava con un'adorazione che ad Hermione infastidiva profondamente — era il tipo di venerazione che si poteva provare solo per una divinità, era il tipo di amore che lei trovava profondamente sbagliato. Lui posava lo sguardo su di lei raramente e quando lo faceva Hermione non riusciva a identificare alcun tipo di sentimento, se non indifferenza.

Hermione Granger non capiva.

Se non avesse conosciuto Draco intimamente, probabilmente non ci avrebbe mai fatto caso, avrebbe pensato che il ragazzo non fosse avvezzo ad avere una relazione con una ragazza e quindi non sapesse come comportarsi. Ma Hermione aveva conosciuto Draco e sapeva che era in grado di sorridere, di scherzare, di rispondere sagacemente e di cercare e apprezzare il contatto fisico con un'altra persona.

Forse sbagliava a fare certi paragoni, forse avrebbe dovuto semplicemente dimenticarlo e dedicarsi allo studio.

Verso la metà di Febbraio, la Professoressa Sprite decise di mescolare un po' le carte in tavola e di mettere alla prova i suoi studenti con un compito un po' diverso dal solito. Così, dopo aver formato delle coppie, diede agli studenti alcune piante e erbe magiche da riconoscere entro la fine della lezione. La coppia che fosse riuscita nel minor tempo a riconoscere tutte le piante,  sarebbe stata graziata e non avrebbe dovuto svolgere il compito per la settimana successiva, ottenendo inoltre venti punti per la propria casa e, dato che le coppie erano miste, sia Grifondoro che Serpeverde avrebbero ottenuto venti punti.

Blaise Zabini in coppia con Harry Potter, passò la maggior parte del tempo a storcere il naso per i modi rozzi del Grifondoro, mentre Pansy Parkinson, accoppiata a Cormacc McLaggen, maledisse Merlino e Morgana per tutto il tempo che fu costretta a passare a stretto contatto con quel troglodita.

Hermione avrebbe preferito trovarsi in coppia con quell'insopportabile di Daphne Greengrass, piuttosto di dover fingere indifferenza accanto a Draco Malfoy, ma a quanto pare Merlino doveva avercela con lei.

«Mandragola», disse Malfoy, indicando la prima pianta che dovevano riconoscere sul tavolo.

Hermione annuì, segnando sulla pergamena che aveva di fronte il nome suggeritole dal ragazzo.

«Geranio Zannuto», disse lei, segnando subito il nome della seconda pianta.

Osservarono per qualche secondo la terza pianta.

Fu Malfoy a parlare per primo: «Seme di Bubotubero».

«A me sembra un Puffagiolo», lo corresse la ragazza.

«I Puffagioli sono più piccoli», disse Draco, posando lo sguardo su Hermione, l'irritazione ben visibile in volto.

«Non è vero», ribatté la ragazza, scuotendo la testa: «I Puffagioli possono raggiungere anche i trenta centimetri di altezza!»

«No, quelli sono i semi di Bubotubero, Granger», cercò di farla ragionare lui, portandosi le mani ai fianchi: «I Puffagioli non superano i dieci centimetri».

I due ragazzi rimasero a guardarsi per qualche istante, fu Hermione a spezzare il silenzio: «Penso che tu ti stia confondendo, Malfoy».

«No, Granger», disse lui: «Io penso che tu ti stia confondendo».

«Tifo per te, Dracuccio!», disse Blaise da due banchi di distanza, facendo voltare verso di sé entrambi i ragazzi.

«Pensa al tuo compito, Zabini», disse Hermione con tono di rimprovero.

Un breve sorriso apparve sulle labbra di Malfoy per qualche secondo; abbastanza perché sia Blaise che Hermione lo notassero.

Zabini sollevò le mani in segno di resa, prima di tornare a osservare col naso arricciato la scrittura disordinata di Potter.

Hermione tornò al compito e scrisse sul foglio che la terza pianta era un seme di Bubotubero, mettendo fine alla discussione.

«Algabranchia», disse la ragazza riferendosi al quarto elemento da riconoscere.

Malfoy annuì, incrociando le mani al petto. Alla Grifondoro sembrò che il ragazzo, con quel semplice gesto, volesse erigere un muro tra loro due, ma non disse niente, celando dietro un'espressione indifferente i veri sentimenti che provava in quel momento.

L'effetto che le faceva Draco non era cambiato: da quando avevano iniziato quello stupido compito il suo cuore sembrava essere impazzito e l'odore familiare del ragazzo le faceva venir voglia di premere il naso nell'incavo del suo collo, dove l'odore della sua pelle si mescolava al profumo dello shampoo, creando una nuova fragranza, unica e inimitabile.

«Stridiosporo», disse Malfoy, riferendosi alla quinta pianta.

Hermione, senza pensare alle conseguenze di quello che stava per fare, si sporse verso il ragazzo, sussurrandogli all'orecchio ciò che avrebbe voluto dirgli da un paio di settimane: «Ho sentito che sei fidanzato, Malfoy».

La Grifondoro vide chiaramente il modo in cui le spalle e la mascella del ragazzo sembrarono tendersi alle sue parole.

Gli occhi di Draco si posarono su di lei, gelidi: «Non vedo come la cosa potrebbe interessarti, Granger».

Hermione si sentì una stupida; aveva sperato fino all'ultimo che il pettegolezzo di Daphne Greengrass fosse stato inventato di sana pianta e messo in circolazione solo per noia.

Invece aveva appena ricevuto la conferma che esisteva un contratto di matrimonio, un accordo, tra Draco Malfoy e Astoria Greengrass. Un accordo che lei faticava a comprendere e Hermione odiava non capire qualcosa.

«Sono tante le cose che non riesci a vedere Malfoy», disse la ragazza, tornando a posare lo sguardo sulle piante che dovevano identificare, così da nascondere i sentimenti che provava in quel momento.

Se Malfoy fosse stato più attento, avrebbe visto quanto lei lo amava, avrebbe visto quanto sentiva la sua mancanza, avrebbe visto che lei lo voleva ancora.

«E con questo cosa vorresti dire?», chiese il Serpeverde, confuso dal discorso che stavano avendo.

«Niente», tagliò corto la ragazza, studiando la sesta pianta con occhio attento: «Levitisco».

«Sei gelosa, Granger?», sussurrò lui, sbirciando con la coda dell'occhio il volto impassibile e fiero della ragazza, in attesa di una qualsiasi reazione.

Hermione nascose il dolore che provava dietro a un sorriso: «No, Malfoy. Di cosa dovrei essere gelosa?»

«Di me e Astoria», disse lui, cercando apertamente di causare un qualche tipo di reazione nella ragazza che gli stava accanto: «Della nostra relazione».

«Quella la chiami relazione, Malfoy?», quelle parole sfuggirono dalle labbra di Hermione prima che potesse controllarle e si maledisse per averle dette, pochi secondi dopo averle pronunciate.

«Come dovrei chiamarla, Granger?»

«Indifferenza», disse Hermione, puntando i suoi occhi scuri e decisi in quelli chiari e sorpresi di lui: «Lei può anche venerarti, ma tu per lei provi solo indifferenza».

«Professoressa, abbiamo finito!», richiamò l'attenzione della Sprite, Neville, sbandierando la pergamena che lui e Millicent Bulstrode avevano interamente compilato.

La lezione terminò pochi minuti dopo, con la vittoria di Neville e Millicent, i quali non avrebbero dovuto scrivere alcun tema per la settimana successiva.

Durante il tragitto dalla serra al castello, Hermione rimase accanto a Harry e Ron, sicura che la loro presenza avrebbe impedito a Malfoy di avvicinarsi per continuare il discorso che avevano avuto in classe.

Harry si lamentò per tutto il tempo del modo in cui Zabini lo aveva punzecchiato durante la lezione, mentre Ron disse che lavorare con Daphne Greengrass era stata una tortura.

Il timore di essere avvicinata da Malfoy scemò fino a scomparire del tutto, nell'arco di pochi giorni.

Tanto che quando, verso la fine di Febbraio, Hermione si trovò nella stessa aula studio di Malfoy, non pensò minimamente alla possibilità che, una volta rimasti soli in quella stanza, sarebbe potuto accadere qualcosa diverso dall'ordinario.

Quando invece i tre ragazzini di Corvonero e quella di Tassorosso, che si trovavano a loro volta in quella stanza, se ne andarono, Malfoy non perse tempo e chiuse con un incantesimo la porta dell'aula studio.

Hermione provò un forte senso di déjà vu.

Draco, raccolse la propria borsa e il mantello e si posizionò di fronte alla ragazza, fissandola con gli occhi stretti in due fessure: «Dove hai saputo del fidanzamento, Granger?»

Hermione s'impose di rimanere impassibile e di non lasciarsi distrarre dai sentimenti che provava ancora per lui: «Perché me lo chiedi, Malfoy?»

«Perché è una questione privata e mi chiedo come tu abbia fatto a scoprirlo», disse il ragazzo, appoggiando le mani sul banco della Grifondoro.

Hermione non si lasciò intimorire dalla sua figura, che torreggiava su di lei e scrollò le spalle: «L'ho sentito in giro».

«Potresti essere più precisa?», le intimò lui, spazientito.

«Ho sentito Daphne Greengrass e Millicent Bulstrode parlarne. Contento?», disse Hermione, osservando il volto del ragazzo rilassarsi.

«Non hai parlato con Astoria, quindi?», chiese, Draco, provando un profondo sollievo.

Aveva temuto che la giovane sorella Greengrass, quella che sarebbe diventata sua moglie un giorno, avesse detto alla Granger del loro fidanzamento per farla ingelosire.

«No, perché avrei dovuto parlare con lei?», chiese la riccia, cercando di capire il motivo di quella sua domanda.

Malfoy si abbassò, fino a quando il suo viso non si trovò quasi all'altezza di quello della ragazza: «Stanne fuori, Granger, te lo chiedo per favore».

«Me lo chiedi "per favore"? Ad un tratto hai imparato le buone maniere, Malfoy?», chiese Hermione, sollevando un sopracciglio, mentre iniziava a raccogliere le proprie cose, decisa a cambiare aula studio, appena il biondo avesse smesso di importunarla.

«Ancora con questa storia? Conosco le buone maniere, Granger», disse lui, sorridendole appena.

Calò un silenzio teso tra i due, mentre continuavano a osservarsi, a studiarsi.

«Ti è piaciuto il mio regalo, Granger?», chiese lui, sfiorando con le dita una ciocca di capelli della ragazza; gli era mancata la sensazione ruvida di quei ricci tra i polpastrelli.

«Sì», ammise lei: «Grazie».

Malfoy tolse la mano dai capelli di lei e fece un paio di passi indietro; starle così vicino era un pericolo e lui non poteva permettersi di perdere il controllo.

«Devo andare».

Con un veloce incantesimo sbloccò la porta e fuggì dalla tentazione che rappresentava Hermione. Dalla tentazione che non si poteva più permettere di avere, non quando il Marchio Nero macchiava la sua pelle, non quando doveva pensare solo alla missione assegnatagli dal Signore Oscuro.

Hermione Granger rimase seduta nell'aula studio, col cuore che le batteva impazzito nel petto e gli occhi fissi sul banco vuoto di fronte a sé.

Si portò le mani tra i capelli, certa che, se Draco non se ne fosse andato, si sarebbe sporta per baciarlo.





***

Buonagiorno popolo di Wattpad!

Eccoci alla fine del capitolo, che come potete notare anche questa volta è venuto molto lungo; temo che non avremo più capitoli brevi, il che è un peccato perché erano più veloci da scrivere.

In questo capitolo ho inserito dei nomi di piante che ho trovato su Potterpedia, o qualche sito simile, che ormai è diventato la mia Bibbia quando non ricordo qualcosa e non ho tempo o modo di cercare l'informazione nei libri. Quindi le piante elencate qua sopra sono piante esistenti nel mondo di Harry Potter, non ho inventato nulla.

Ora, so che molti di voi non saranno molto felici di questa cosa ma, sì, Draco ha accettato la proposta di Astoria e hanno preso accordi per sposarsi dopo cinque anni di fidanzamento.

Dobbiamo accettare le sue scelte.

Come potete notare il rapporto tra Draco ed Hermione continua ad essere molto complicato, entrambi provano ancora qualcosa, ma faticano ad agire di conseguenza e avranno bisogno ancora di tempo.

Dobbiamo essere pazienti con loro.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che abbiate tempo e voglia di farmi sapere che che ne pensate!

Lo so di essere ripetitiva, ma (nel caso aveste voglia) potete trovarmi su Instagram, il nome dell'account è lazysoul_efp.

Auguro a tutti voi una buona domenica!

Un bacio,

LazySoul_EFP

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