Matthew
Erano passati quattro giorni dalla fine della battaglia.
Il branco era in lutto per Luke e per tutti i componenti che aveva perso.
Le compagne piangevano i loro følges caduti in quella sanguinosa guerra, le strade erano vuote e silenziose, i bambini non ridevano più.
L'Alpha si era ritirato nelle sue stanze, e nessuno osava andare a disturbarlo, solamente la sorella si ricopriva di questo rischio anche se veniva mandata via pressoché subito.
Nessuno sapeva dove si trovasse la Luna, alcuni dicevano che l'avevano vista camminare nei corridoi della casa branco come se fosse un fantasma, altri dicevano che invece stesse chiusa nella sua stanza, diversa però da quella dell'Alpha, e non mangiava da giorni.
All'alba del quinto giorno, Matthew decise di ritornare ad essere l'Alpha che era un tempo, Luke non avrebbe voluto vederlo in quelle condizioni.
Lentamente si lavò, facendosi anche la barba, che in quei giorni era cresciuta incolta, e scese per colazione.
Inutile dire che il branco restò sorpreso quando vide il proprio Alpha fare il suo ingresso in sala.
Asya, dal suo posto sorrise contenta, alzandosi e andando incontro al fratello.
-Sei uscito dalla tua tomba finalmente-
Matthew non le rispose, si guardò attorno cercando due paia di occhi colore ghiaccio, ma non li trovò.
-Lei dov'è?-
-Nessuno lo sa, si è barricata in una delle camere degli ospiti ed è ancora lì, non vuole mangiare-
Matthew elaborò in silenzio tutte quelle informazioni.
-In che camera hai detto che si trova?-
*******
Jane
Anche quella notte non aveva dormito.
Aveva troppo paura di sognare ancora la morte di sua madre, di Luke, di Min.
Troppe morti gravavano su di lei.
Si mise a sedere sul letto e lentamente si alzò in piedi.
Il suo stomaco brontolò, erano giorni che stava a digiuno.
Ma aveva troppo paura di incontrare le facce del branco, del suo branco.
Aveva paura di essere vista come causa principale di quella battaglia e di quindi tutte le morti che ne erano seguite.
Si sentiva sporca, colpevole.
Si avvicinò alla scrivania, dove la lettera che aveva letto giorni prima si trovava.
L'aveva recuperata la prima sera dopo la battaglia, certa che nessuno si sarebbe accorto della sua piccola fuga e così era effettivamente stato.
Accarezzò la carta, marchiata dall'inchiostro mentre quelle parole si facevano nuovamente largo nella sua mente.
Se tu vuoi io so come....
Qualcuno bussò alla porta, facendola trasalire.
Doveva essere sicuramente la cuoca che era venuta, anche quel giorno, a portarle il pranzo.
Peccato che lei non avesse la minima voglia di mangiare.
-Non ho fame andatevene-
La voce che le rispose, però, non apparteneva ad una donna.
-Il fatto che tu non mangia da quattro giorni è abbastanza preoccupante sai?-
Matthew.
Jane si avvicinò alla porta, appoggiando il palmo sopra il legno.
-Cosa ci fai qui?-
-Sono uscito dal mio letargo e pretendo che anche tu faccia lo stesso-
Jane scosse la testa, dimenticandosi per un istante che Matthew non poteva vederla.
-Vattene via Matthew-
-Jane ti prego apri la porta parliamone.
Questo dolore può essere diviso in due, ti prego ...-
-VATTENE VIA!-
Sentì silenzio dall'altra parte, ma era certa che Matthew si trovasse ancora lì.
-vattene via ti prego...-
E sentì i passi del suo compagno allontanarsi sempre di più da lei.
Dopo qualche minuto si girò nuovamente verso la scrivania prendendo in mano la lettera.
Se tu vuoi io so come ti puoi vendicare.
*******
Matthew
Tirò un pugno al muro, creando l'ennesimo buco.
Si risedette sulla poltrona, prendendosi la testa fra le mani.
Aveva distrutto il suo studio.
Il suo lupo sentiva la sofferenza della sua compagna e non poteva fare niente per farla finire.
Qualcuno bussò alla sua porta.
Si stupì quando vide che era Brittany.
Aveva addosso solamente una vestaglia da notte, con sotto l'intimo ben visibile.
Senza dire niente si avvicinò a lui, lentamente, con passo sensuale.
Si sedette a cavalcioni su di lui cominciando a baciargli il collo.
Matthew la lasciò fare, stanco delle continue complicazioni con Jane.
Stanco di.....
Stanco di tutto.
Per una notte Matthew mise a tacere l'ira del suo lupo davanti a quel tradimento, non sapendo tutte le conseguenze, tutt'altro che piacevoli, che quel fatto avrebbe innescato
*******
Il giorno dopo si era già pentito di quella scelta.
Cacciò Brittany dal suo letto appena si fu svegliato.
Si mise le mani tra i capelli, tirando alcune ciocche mentre si chiedeva che diamine aveva combinato.
Come ho potuto lasciare che una cosa del genere potesse accadere?
Sentiva la rabbia del suo lupo nei suoi confronti e non poteva biasimarlo, anche lui si odiava in quel momento.
Sospirando si vestì velocemente, volendo andare da Jane il prima possibile, aveva tutta l'intenzione di ricucire il loro rapporto.
Non raccontandogli però di quello sbaglio commesso la sera prima, che lui aveva già praticamente dimenticato.
*******
Jane
Un altra notte insonne.
Si stava davvero stancando di quella routine.
Quella notte però era rimasta sveglia a leggere la lettera.
Non poteva ancora credere che Min le avesse nascosto una lettera di sua nonna.
Ma solo dopo aver letto più e più volte quella carta riempita di inchiostro, aveva capito perché.
Quell'epistola parla del suo passato.
Un passato che Jane non aveva mai avuto il coraggio di affrontare, nonostante gli anni passati.
La sua vita era finita dopo la morte di sua madre ed era ricominciata solamente nell'ultimo anno.
Degli undici anni in mezzo, Jane non voleva ricordare più niente.
Ma forse era il momento di tirare fuori quegli scheletri rimasti troppo a lungo nel suo armadio.
Cara Jane,
Incomiciava così la leggera.
Spero che tu stia bene.
In questi anni ci siamo perse di vista.
Penso che la colpa sia mia e ne sono addolorata.
Sappi solo che qui manchi a tutte, a me e Myra soprattutto.
Spero di rivederti presto Jane.
Baci, nonna.
Una lettera semplice, quasi tenera.
Se non fosse stato per quel post scriptum.
Ps: se tu vuoi io so come ti puoi vendicare.
*******
Era mezzogiorno passato ormai, Jane era rimasta tutta la mattina a pensare cosa volesse comunicargli sua nonna in quelle poche righe.
Jane inspirò lentamente, e nel farlo, un odore diverso dagli altri catturò la sua attenzione.
Sentiva che stava arrivando.
Non si sorprese quando i suoi passi si fermarono davanti alla sua porta, e la maniglia fu abbassata.
Questa volta non aveva avuto bisogno di bussare, sapeva che la porta era aperta e che lei non gli avrebbe impedito di entrare.
-Ciao-
Jane non rispose, continuando a guardare dritto davanti a sé.
-Mi hanno detto che neanche oggi hai mangiato-
Ancora silenzio.
Matthew si schiarì la gola tentando di fare cadere quel silenzio imbarazzante.
-Dovresti mangiare Jane.
Mi preoccupo quando fai così...-
Jane ridacchiò, facendo finire il discorso di Matthew.
-Ti preoccupi per me davvero?
Non si direbbe..-
-Cosa volevi che facessi eh??
Luke il mio beta, mio fratello è morto, come pensavi avrei reagito?-
-Io non stavo parlando di questo Matthew, ma visto che hai iniziato questo discorso....la mia reazione è del tutto giusta-
-La tua reazione è del tutto giusta??
Invece no Jane! È sbagliata, completamente sbagliata.
Urlami addosso picchiami, piangi se vuoi ma non rinchiuderti nel tuo silenzio non rinchiuderti nel tuo dolore-
Jane finalmente alzò lo sguardo su di lui.
Ma Matthew non vide nessuna forma di calore nei suoi occhi.
-Il dolore è tutto ciò che li consenti di essere Matthew.
E io non provo dolore-
-Si che lo provi, sento la tua sofferenza e mi fa stare male, mi fa stare davvero molto male-
Jane si alzò in piedi, mettendosi davanti a lui.
-È questo allora il motivo per cui mi hai tradito?
Perché sentivi il mio dolore?-
Qualcuno entrò nella stanza senza bussare, non lasciando il tempo a Matthew di rispondere.
-Alpha scusi il disturbo ma ci hanno appena comunicato che...-
-Cosa vi hanno comunicato ?-
-Isotta è scappata-