Mason
Il chiacchiericcio degli studenti fa da sfondo ai miei pensieri sconnessi. Muovo svogliatamente la forchetta nel piatto, giocherellando con il cibo, troppo perso nelle mie riflessioni per riuscire a mangiare.
Per quanto io mi sforzi, la mia mente torna sempre a lei. Per la precisione, alla sua aura e al suo sguardo, così misteriosi e sovrannaturali. Incomprensibili, come la sua personalità, che non riesco a tracciare.
Trema sotto i miei occhi, poi mi urla addosso. Esige risposte da Mark, poi non vuole sentirle. E dopo che ha scoperto di essere un'Arcandida, cerca inutilmente di andarsene. Si rassegna. Si arrende. Ed è maledettamente cocciuta, caparbia, tanto determinata quanto affascinante.
Bridget Stewart è un mix caotico di emozioni. Lei stessa è caotica.
L'ho da poco lasciata davanti all'entrata della sua stanza, e mi sono sentito le sue iridi ancorate sulla schiena, mentre mi allontanavo. Quegli occhi pericolosamente meravigliosi che mi si sono agganciati sul corpo e sull'anima. Il tipo di sguardo di cui non puoi liberarti. Ti rapisce e basta.
«Amico, stai bene?» mi chiede Carter.
Porto la mia attenzione su di lui e annuisco leggermente, in modo distratto. Siamo seduti al solito tavolo in fondo alla mensa, in attesa di Emily, per pranzare insieme.
Carter inarca un sopracciglio e mi esamina con i suoi occhi verdi, come per appurare la sincerità delle mie parole.
«Sto bene» lo tranquillizzo. «Stavo solo pensando.»
«A cosa? Sembra interessante» osserva, continuando a investigare.
Prima che possa rispondergli, Emily ci raggiunge. Si accomoda sulla sedia di plastica blu e incrocia le braccia sul tavolo, gli occhi zaffiro assorti e un'espressione corrucciata. I Guerrieri la scrutano di sottecchi, bisbigliando indiscretamente.
«È la fiera del malumore, oggi?» ironizza Carter, riferendosi al comportamento scostante mio e della ragazza. «Dovevate dirmelo. Almeno, mi sarei preparato.»
«Cosa ti ha detto Mark?» domando a Emily, ignorando il sarcasmo di Carter.
La mia migliore amica impiega qualche secondo di troppo per darmi una risposta. «Niente di che.»
Non ho bisogno di guardarla negli occhi per capire che sta mentendo. Colgo una sfumatura incerta nella sua voce, che non può mascherare. Non a me, che la conosco da una vita.
«Notizie della ragazza?» si interessa Carter.
Emily intercetta il mio sguardo indagatore, ma non se ne cura. «Eravamo con lei, fino a dieci minuti fa» si rivolge a Carter. «Mark le ha raccontato la nostra storia. È davvero un'Arcandida, a quanto pare.»
«Cosa?!» Le palpebre di Carter si spalancano. «Eravate insieme alla persona più discussa dell'Accademia, senza di me?»
«L'ho incontrata per caso in corridoio. Si è ripresa prima del previsto. L'ho portata da Mark e poi in camera sua» gli spiego.
«Camera sua? Mark si è già appropriato della sua libertà, quindi?»
Confermo, e quasi provo compassione per Bridget. Essere strappata così dalla realtà... dev'essere impossibile da affrontare.
"«Questa non sono io. Sono una normalissima ragazza. Vado a scuola, ho degli amici e una famiglia. C'è di mezzo la mia vita, non la vostra!»" mi ha ringhiato contro. Sul momento non ci ho fatto molto caso. Quella dei Guerrieri è un'esistenza di sangue e sacrifici. Prima lo capisci, meglio è. Eppure, ripensandoci, nessuno dovrebbe essere costretto a rinunciare alla propria serenità.
«Mi piacerebbe conoscerla» dichiara Carter, di getto.
Mi volto di scatto verso di lui. Questa richiesta è assolutamente assurda. «Sei pazzo? Non resisterebbe un solo secondo, in mezzo a tutta questa gente.»
Al contrario di me, Emily sembra colpita da un'idea. «Certo!» esclama, entusiasta. «La porterò in mensa e la conoscerai. Così, finalmente, si metteranno tutti in testa che non è una minaccia, ma è soltanto un'innocente ragazzina.»
Salta all'in piedi e marcia spedita verso l'uscita della mensa, alla ricerca di Bridget, senza darci il tempo di ribattere al suo folle piano. Lascio cadere la forchetta nel piatto, che produce un tintinnio fastidioso, in preda allo stress.
«Perciò, l'hai conosciuta» afferma Carter, quando ormai Emily è uscita, guardandomi con interesse.
«Sì» mi limito a rispondere, recisamente.
«È davvero un'innocente ragazzina, come dice Em?»
«Sì» ripeto, anche se non ne sono del tutto sicuro. Se solo avesse voluto, Bridget sarebbe stata in grado di scatenare un uragano.
«Avanti, amico! Perché mi rispondi a monosillabi?» protesta.
Roteo gli occhi. Per quanto voglia bene a Carter, a volte è talmente curioso da risultare insopportabile.
«Non mi torna, questa storia» gli confesso i miei dubbi. «Emily ci sta nascondendo qualcosa. Mark le avrà dato un'informazione importante, che non vuole riferirci.»
«L'ho notato anche io. Cosa sarà?»
A interromperci è un improvviso silenzio che cala. La confusione della mensa che si attenua, fino a diventare un lieve mormorio. Tutti fissano un punto alle mie spalle, verso l'ingresso, e anch'io mi giro.
Innanzitutto, vedo la figura di Emily camminare a testa alta, al massimo della tranquillità, mentre si dirige al nostro tavolo. Al contrario, dietro di lei avanza Bridget, che tiene gli occhi bassi e sembra piuttosto a disagio. Gli sguardi di ogni Guerriero sono impiantati su di lei.
Noto che ha già indossato la divisa. Non le sta così male. Anzi, potrei quasi affermare che le dona. Mi sfugge un sorriso quando arrivo ai capelli, arruffati e rossi, che coprono parte del volto pallido.
Le due ragazze ci raggiungono ed Emily si siede al posto occupato in precedenza. Bridget, dopo un attimo di indecisione, prende una sedia e si mette al suo fianco.
«Bridget, lui è Carter Miller. Carter, lei è Bridget Stewart.» Emily fa le presentazioni.
Il mio migliore amico sorride alla ragazza e lei ricambia, sollevando di poco gli angoli della bocca, in un gesto timido.
«Allora, Bridget» inizia Emily, provando a intavolare una conversazione, «come ti sembra, per ora, l'Accademia?»
Bridget punta gli occhioni castani e dorati su di lei. «È... diversa. Insomma, me l'aspettavo diversa» farfuglia.
«Cosa ti aspettavi?» si intromette Carter, come sempre.
«È solo che è tutto così... normale. Sembra una comune scuola, con tanto di mensa e preside. Forse un po' vecchio stile, ma pur sempre una scuola» ammette.
«Ma questa è una normale scuola. Siamo noi a essere speciali. E anche tu lo sei» sentenzia Emily, facendole un sorrisetto complice.
«Su questo ho ancora dei dubbi» sussurra Bridget, forse sperando di non farsi udire.
«Ti piacerà, vedrai» la rassicura Carter. «La nostra vita è un po' come un videogioco. È difficile, ma può diventare divertente. E, poi, hai un nuovo amico fantastico pronto ad aiutarti.»
Le fa un occhiolino ammiccante e lei si scioglie in una risata cristallina. Emily borbotta un "idiota", con i lineamenti contratti dall'esasperazione.
«Tu sei quello simpatico, suppongo» dice Bridget a Carter.
Quest'ultimo solleva le sopracciglia, l'angolo delle labbra incurvato all'insù. «Ti hanno detto così, eh?» chiede a Bridget, ma i suoi occhi verdi tirano sguardi obliqui a Emily.
La Guerriera bionda arrossisce. Spruzzi rosati le imbrattato le guance pallide, mettendo il risalto le lentiggini. Vedere arrossire Emily è un evento più unico che raro, e sembra accadere solo grazie a Carter.
«Ah, Mason, prima che me dimentichi: Mark vuole parlarti.» Emily si ricompone e cambia discorso.
«Che altro vuole?» faccio, infastidito.
«Parlare.»
«Adesso?»
«Il prima possibile.»
Trasloco l'attenzione dalla mia migliore amica e guardo Bridget, scoprendola a osservarmi. Le iridi castane, macchiate di un colore dorato nella parte inferiore, mi graffiano la pelle. Soltanto ora mi accorgo di averli già visti, quegli occhi. Ma dove?
Accorgendosi del modo insistente in cui la studio, distoglie lo sguardo. Sospiro e scosto la sedia dal bordo del tavolo, per alzarmi.
«Dove vai?» mi domanda Carter.
«Da Smith» rispondo, per poi voltarmi e andare via.
Mi allontano il più velocemente possibile dai tre. Arrivo all'uscita della mensa, con le sue pupille che mi bruciano la pelle.
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«Scordatelo. Mi rifiuto di farlo» ribatto, forse per la centesima volta.
«Non è una proposta, Evans. È un...»
«Fammi indovinare, è un ordine?» chiudo la frase al posto di Mark.
«Esatto» afferma il direttore, soddisfatto. «E lo eseguirai senza storie.»
Mark mi aspettava nel sto ufficio, comodamente seduto su una delle due poltrone che affiancano la finestra. Già mentre stavo chiudendo la porta dello studio, ho intuito che avesse macchinato un'idea assurda, a giudicare dalla sua espressione. Mi sono seduto davanti a lui, occupando l'altra poltrona, e l'ho ascoltato. Soltanto dopo ho cominciato a sbraitare.
«E cosa ci guadagno?» provo a contrattare. Sa cosa voglio.
Mark si sporge dalla poltrona, fissando il suo sguardo di ghiaccio nel mio, buio e scettico. «Avrai quell'incarico, Mason. È una promessa.»
«Quindi, se ho capito bene, devo sorvegliare la ragazza, accompagnarla a lezione e addestrarla, assicurandomi che non le succeda niente di male» ripeto le direttive che mi ha imposto. «C'è altro?»
L'espressione di Mark si fa minacciosa. «Non devi sorvegliarla. Devi proteggerla come se fosse la tua stessa vita. Le insegnerai anche a combattere e a sfruttare il suo potenziale magico. Se le accade qualcosa, è la tua fine, Evans. Sono stato chiaro?»
«Chiarissimo.» Trattengo uno sbuffo. «Ora posso andarmene?»
Mi fa un cenno di congedo. Mi alzo e impugno la maniglia della porta, ma la sua voce profonda e perentoria di richiama.
«Mason, ti ho affidato questo incarico perché mi fido di te e so che non mi deluderai. Non fare cazzate.»
Non mi giro a guardarlo. Mantengo gli occhi sul battente di mogano, mentre parla. Conosco le aspettative che ha Mark su di me. Le ho sempre conosciute. Sono il suo Guerriero migliore e ha sempre preteso il massimo, da me.
«Un'ultima cosa. Domani riportala a casa sua e fai in modo che convinca i suoi genitori a farla restare in Accademia» aggiunge.
«È tutto?»
«È tutto.»
Poi esco dal suo ufficio, con un'unica domanda che mi frulla per la testa.
Perché Bridget è così importante per Mark?
Spazio Autrice
Secondo voi, perché?
Mark affida a Mason la vita di Bree, e sembra essere molto esigente su questo incarico. La buona notizia è che i nostri protagonisti avranno la possibilità di conoscersi meglio.
Bridget fa anche la conoscenza Carter, il migliore amico di Mason ed Emily, che abbiamo incontrato qualche capitolo fa. Vi siete fatti un'idea di lui? É un personaggio che adoro, e spero che sarà lo stesso per voi, in futuro.
Il prossimo capitolo sarà molto speciale: ci sarà un cambio di punto di vista e un piccolo (grande) segreto verrà svelato. Tenetevi pronti e cliccate la stellina, se non l'avete ancora fatto👇
Ps: nella GIF in alto, trovate il prestavolto di Mason, Francisco Lachowski. Che ve ne pare? Io ne sono perdutamente innamorata😍😍
Xoxo 🌴