Castigo e seduzione

De giada_shade

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Ci troviamo a Londra. Qui ci vive una ragazza dalle caratteristiche particolari di nome Lily. Lei è una raga... Mais

1-verità
2-arrivo
3- mancanze
capitolo 4
capitolo-5
capitolo-6
capitolo-7
capitolo-8
capitolo-9
capitolo-10
capitolo-11
capitolo-12
capitolo-13
capitolo-14
capitolo-15
capitolo-16
capitolo-17
BUON 2017
capitolo-18
capitolo-19
capitolo-20
capitolo-21
capitolo-22
Avviso
capitolo-23
capitolo-24
capitolo-25
capitolo-26
capitolo-27
capitolo-28
capitolo-29
consiglio..
consiglio 2
capitolo-31
CRISI
Capitolo-32
Capitolo-33
Capitolo-34
➖AVVISO➖
Capitolo-35
Capitolo-36
Capitolo-37
Capitolo-38
Domanda
CAPITOLO-39

Capitolo-30

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De giada_shade

Lily

...correvo giù per le scale, avevo il fiatone ma non potevo fermarmi o mi avrebbero presa. Porta destra o porta sinistra, decidi Lily. Decisi per la sinistra, aprì la porta ed entrai e mi chiusi dentro. "dove sei Lily?", "guarda che ti troviamo", continuavano a ripetere e io rimasi immobile contro la porta e lacrime amare uscivano interrottamente. Sentii abbassarsi la maniglia e uno di loro entrò, mi raggiunse e mi tirò fuori da sotto al letto, mi prese per i fianchi e iniziò a toccarmi con le sue sporche mani ovunque, non riuscivo a guardarlo, gli pregavo di lasciarmi andare ma lui faceva sempre più pressione. Senti uno squillo, poi più forte...

Apro gli occhi e mi ritrovo tutta sudata nel mio letto; ringrazio mentalmente la mia sveglia per aver suonato e mi alzo dal letto a fatica, quasi avessi fatto realmente una maratona.
Prendo quello che mi serve e mi rifugio in bagno a farmi una bella doccia. "dovresti mangiare leggero" mi ricorda la mia stupida coscienza, ma non ha tutti i torti, devo smetterla di abbuffarmi davanti al televisore prima di andare a letto, ma chi riesce a dire di no al gelato con un bel film e per giunta sul divano. Io no di certo.

Apro l'armadio e prendo un jeans nero e una felpa color panna, le mie adorate converse bianche e sono pronta per un'altro giorno di lavoro.

Esco di casa e mi incammino verso quello che è per me la mia seconda casa, passo la maggior parte delle ore qui dentro a servire i clienti e ascoltare le signore dei loro vecchi ricordi. Ho fatto molte amicizie in questo mese e mi sono legata molto alle persone che ogni giorno riescono a tirarmi su il morale e non farmi pensare per poche ore.

Ma a Damon ci penso ancora, appena sono sola i ricordi di lui iniziano ad affiorare e come sempre un vuoto inizia a formarsi nel mio stomaco e tirarmi giù con lui. Mi ha fatto del male eppure non riesco a smettere di tenere a lui, perché? " perché sei innamorata", io non sono innamorata, pensavo di esserlo ma non lo sono, vero? e poi devi tacere tu che non sei per niente d'aiuto.

Metto le brioche sulla teglia e le inforno a duecento gradi; prendo il cellulare dalla tasca e controllo l'ora < le 4.55, bene sono in perfetto orario>, accendo la radio e metto un pochino di musica per tenermi compagnia mentre sistemo le ultime cose.

<bungiorno signorina> dice una voce, mi giro

<bungiorno a lei Alan, è in anticipo stamattina>

<mia moglie voleva il suo cappuccino, sa stanotte l'ho fatta arrabbiare e così per farmi perdonare le ho detto che avrei fatto qualsiasi cosa così mi ha chiesto il suo cappuccino e sono venuto qui di corsa>

<bene, allora un cappuccino da portare via subito per lei> gli faccio un sorriso e mi giro a prepararglielo. Alan è uno dei primi signori che ho conosciuto qui dentro, quando mi disse che ha settantasette anni non gli ho creduto fin che non mi ha mostrato la sua carta d'identità.

<Ecco a te, se vuoi la brioche te la metto via, ma sono ancora calde quindi aspettate prima di mangiarle>

<oh si grazie, una alla marmellata e una al cioccolato per la mia Mary>

<sarà fatto. Signor Alan posso permettermi di farle una domanda?>

<Se mi dai del tu, tutte quelle che vuoi>

<va bene> dissi sorridendo < da quanto tempo siete sposati te e Mary?>

<da cinquantaquattro anni. sa io e Mary non siamo andati sempre d'accordo perché lei è cocciuta come non mai e io non ero di meno, ma l'amore che avevamo l'uno per l'altro è sempre stato più forte di qualsiasi cosa; anche i nostri genitori erano contro il nostro amore ma noi non ci siamo dati per vinti e c'è l'abbiamo fatta, tanto da far accettare anche a loro che io e Mary eravamo fatti per stare insieme. Ora abbiamo tre bellissimi figli e quattro nipoti. ma prima di avere il primo figlio lei mi aveva lasciato e non ci siamo visti per due lunghissimi anni, i peggiori della mia vita e io gli scrivevo lettere tutti i giorni ma lei non rispondeva mai, finché dopo due anni mi disse di vederci e fu proprio quella sera che facemmo il nostro primo figlio e da lì non ci separammo più>

<che meraviglia, anche io spero di provare un amore come il suo>

<grazie, buona giornata Lily>

<anche a voi>

Quando uscì pensai e ripensai a quello che mi aveva raccontato e non potei far a meno di volere anche io un amore così forte, che distrugge e abbatta qualsiasi barriera.

***


<Dove ho messo le chiavi, accipicchia a me e alla mia sbadataggine, ti prego dimmi che non le ho lasciate al bar ti pre..>

<come mai parli da sola?> sento dire alle mie spalle susseguita da una risata

<sono cavoli miei> rispondo indispettita

<anche miei visto che sei davanti a casa mia> mi risponde con tono

<tu sei il.. cioè si il figlio del Signor Jimmy?>

<si sono io. ma chi sei tu invece?>

<oddio perdonami è che io.. cioè si insomma.. è una storia lunga. hai le chiavi di casa che non le trovo e mi sa di averle lasciate al bar?>

<si spostati che apro io> mio dio ma che modi, non ha per niente la dolcezza di suo padre. "A parte che è bello come un dio greco", tu devi stare zitta vocina dei miei stivali.

<ti ascolto, perché sei in casa mia?>

<avevo bisogno di un lavoro e di un posto così tuo papà mi ha offerto questa casa e di lavorare al bar> in parole molto brevi ma sei stata brava Lily.

<ah.. bene>

<bene> ripeto io, mi dondolo sui talloni e sto ferma davanti alla porta come se mi fosse estranea la casa in cui ho vissuto per poco più di un mese. Mi spoglio lentamente e spalanco gli occhi quando ricordo di dormire nella sua stanza, fanculo a me e quando mi è venuto in mente.

<emh.. so che hai una sorella, lei non è con te?>

<no, lei viene a casa in estate, io il prossimo esame c'è l'ho a giugno quindi ho deciso di tornare a casa>

<ah bene, bene>

<sono stanco, vado in camera mia se hai bisogno non chiamarmi tanto te la sei cavata fino ad ora> mio dio che sbruffone, mi verrebbe da tirargli un vaso in testa.

Non faccio tempo a dirgli che la sua camera l'avevo momentaneamente presa in prestito che lo sento bestemmiare come uno scaricatore di porto.

<come ti sei permessa? entri in casa mia, ti prendi camera mia, poi cosa vuoi anche le mie mutande eh?>

<io.. scusa, tolgo subito tutta la mia roba>

<sarà meglio per te> dice prima di chiudere la porta di casa.

Che modi sono? è vero potevo scegliere l'altra camera ma qui mi sentivo protetta. ahh che nervoso io e quando non né combino mai una giusta. Salgo le scale e entro in camera, prendo tutte le mie cose e le inizio a spostare in camera della sorella. Finita si sistemargli la camera e avergli cambiato le lenzuola sistemo il bagno e sposto tutte le mie cose in una piccola parte così che a lui non possano dagli fastidio.

Mi devo fare una doccia, sono ancora tutta sudata dal lavoro e né necessito una che duri come minimo due ore. Appena entro l'acqua calma mi accarezza la belle e io mi rilasso; Ed ecco che i pensieri di lui iniziano a farsi spazio nella mia testa, sento il suo tocco delicato , quasi bruciasse a contatto con la mia pelle e milioni di brividi iniziano a farsi spazio sulla mia pelle. Lui mi entrava dentro, ma non in modo volgare, lui entrava nel modo più puro ed innocente possibile. Lui, anche se fatico ammetterlo, mi capiva. Lui è come un vulcano inesploso, dentro aveva di tutto, ma nessuno lo capiva. Sarei falsa e ipocrita a dire che non mi manca, perché a volte penso che mi manca così tanto da sentirmi morire. Le lacrime si sono fuse con l'acqua della doccia, me le asciugo e mi sciacquo. Mi infilo il pigiama e esco per andare a letto.

Apro la porta della camera e davanti a me si presenta l'immagine di lui in mutande che mi guarda.

<oddio scusa, mi ero dimenticata.. cioè.. beh hai capito.. notte> corro via il più velocemente possibile.

<aspetta> mi afferra per un braccio e mi fa girare nella sua direzione, lo guardo senza riuscire a tenere i miei occhi puntati nei suoi per più di mezzo secondo.

<che hai?> mi chiede

<nulla>

<stavi piangendo per quello che è successo prima?>

<no! non sto piangendo, non piango per nessuno e tanto meno per una persona arrogante come te di cui non so manco il nome>

<se lo dici tu, ma riconosco una persona quando ha pianto e tu sei una di quelle. Comunque mi chiamo Dave>

<bene Dave, ma io non ho pianto, notte>

<notte.. ah giusto come ti chiami?>

<Lily..>

Entro in camera e mi chiudo a chiave, con lui in casa mi sento meno al sicuro di quando ero da sola in casa.

Toc..toc...

mi guardo in giro, non ero abituata a dormire in questa stanza e mi sembra tutto così diverso, tutto molto più felice.

Toc.. toc.. sento ancora, ma allora non era nei miei pensieri

<si?>

<emh, volevo chiederti se vuoi venire a fare colazione> colazione? con lui? oddio ma che imbarazzo. "su lily ci devi abitare con tanto con lui meglio che inizi fin da subito un buon rapporto con lui", si, hai ragione coscienza mia, per una volta hai ragione. "io ho sempre ragione", no cara, non sempre..

<va bene, arrivo> mi faccio una coda molto veloce e scendo in cucina

<bungiorno>

<buongiorno anche a te> rispondo

<non sapevo cosa preferivi mangiare così ho messo in tavola tutto quello che avevo e sono andato a fare la spesa, non so come facevi a sopravvivere con solo della pasta e del tonno>

inizio a ridere che mi fa quasi male la pancia per la sua espressione quasi contrariata <io vivevo benissimo con la mia pasta al tonno>

iniziammo a fare colazione parlando del più e del meno per poi andare a prepararmi per andare a lavorare, avvisandolo che sarei tornata per sera.

<ciao a stasera>

<ciao, magari faccio un salto al bar per salutare mio padre>

<ok, a dopo nel caso>

uscì di casa con un sorriso strano, non so per quale motivo ma potrei quasi farci amicizia con lui.

Scusate tanto per l'assenza ma non riesco mai ad aver tempo per aggiornare. Un bacio a tutte/i

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