capitolo-29

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Damon

Sono rinchiuso, qui dentro, a colpire questo fottuto sacco da non so quanto tempo. Ma sembra che l'unica cosa che riesco a fare per cercare di star meglio sia fare del male a me stesso, sentire la pelle che si lacera fa meno male che sentire il cuore a pezzi.

«fanculo» dico a me stesso. Se non fossi stato così stronzo..  lei ora sarebbe qui, sarebbe qui con me. Preferirei che mi odiasse ma averla qui, che mi sputasse tutte le cose brutte che gli ho fatto in faccia e farebbe solo bene, me le merito tutte. Ma la sua assenza mi distrugge.

Mi manca così tanto, non lo ammetterei mai a nessuno, forse non mi sono ancora abituato io all'idea che una ragazza potesse mancarmi così tanto. Mi manca il suo modo di camminare che non riesce mai stare attenta per la sua sbadataggine e tiene gli occhi verso il basso per non farsi notare, adoro il modo che mi guarda quando la prendo in giro, amo il fatto che corruga la fronte quando sa di avere ragione e mi fa impazzire la sua testardaggine. Come si impunta sulle cose e che nessuno riesce a farli cambiare idea, quel visino bianco come il latte e le lentiggini sul naso che mi piacciono tanto, adoro il fatto che non usi mai il trucco.
Fa di tutto per coprire le sue forme fantastiche che starei a baciare per ore, giorni, settimane e mesi interi senza mai smettere.

E non posso più averla. Non so più dove sia, nessuna sua notizia. La cosa che mi distrugge di più è il non sapere se è al sicuro o meno. È un mese e sette giorni che non la vedo, un mese e sette giorni che non sento più il suo profumo, che non vedo i suoi occhi e le sue piccole mani, il suo tocco delicato. Un fottuto mese e sette giorni cazzo!

Scendo le scale e vado in cucina, apro ormai l'unico amico che mi permetta di non pensare a lei e mi scolo un bel sorso, poi un'altro e mi prendo la bottiglia e vado in sala.
Mi metto sul divano e fisso il vuoto.
Il silenzio intorno a me, la bottiglia di whisky e l'orologio appeso che mi ricorda quanto può scorrere lento il tempo a volte sono quello che è rimasto di me.
Ogni sorso che mando giù sento il mio stomaco ancora più vuoto e la mia gola bruciare, un bruciore quasi piacevole dopo un po'.

Sento vibrare il cellulare nella tasca, guardo subito con la speranza che sia lei.
Quando leggo Bob, un senso di rabbia e delusione mi sovrasta.

«dimmi»

«sono giorni che non rispondi a questo cazzo di telefono, si può sapere dove sei finito?» dice talmente forte che allontano il cellulare per non rompermi un timpano

«cazzi miei, muoviti a dirmi cosa vuoi»

«c'è un incontro stasera, non puoi mancare...» sto per rifiutare quando sento «ci sono in ballo tanti verdoni», non me lo faccio ripetere due volte e poi ho proprio bisogno di sfogarmi su qualcuno.

«a che ora? E posto?»

«bravo il mio ragazzo, così ti voglio. Alle 22 al notting hill. Puntuale!»

Riattacco senza sentire altro. Salgo le scale e mi vado a fare una doccia per cercare di calmarmi un minimo.
Metto nel borsone tutto quello di cui ho bisogno e mi infilo i boxer, un jeans nero, la maglietta nera e una felpa, vans e scendo le scale di corsa. Chiavi, portafoglio e esco di casa.

Salgo in macchina e accellero al massimo. Mi piace il brivido che mi da raggiungere il massimo della velocità, in un certo senso mi fa sentire potente, come se in questo momento niente e nessuno può toccarmi.

Arrivo e parcheggio davanti al locale. So perfettamente che usano locali come questi per mascherare quello che realmente accade al di sotto. E ragazzini e ragazzine tutti ignari di quello che capita.

Scendo le scale e becco Bob che mi fa segno di seguirlo.
Mi porta in un "bagno" e mi cambio.

«hanno scommesso in molti per te Damon, so che non mi deluderai, come sempre d'altronde»

«hai detto molti, ma non tutti»

«dicono sia forte, ho cercato informazioni su di lui Damon, dove abita lui è il più forte, non ha mai perso un combattimento»

«ti ricordo che il sottoscritto non ha mai perso con nessuno e stavolta sarà lo stesso»

Gli faccio segno di uscire e mi preparo per essere chiamato.
Mi viene in mente quando sono arrivato a casa con le ferite e l'avevo spaventata che mi iniziò a medicare le ferite a cui ero abituato a provvedere da solo. E ora sarà ancora così.

Facciamo entrare sul ring Michael, sento urlare e un vociare di sii e noo all'uniesco si unirono, un casino assordante iniziò a farsi spazio, chi urlava perdi, chi applaudiva finché non sentì parlare al microfono di nuovo. « ed ecco a voi il nostro campione, sali Damon»
Mentre passavo sentivo chi mi diceva che aveva scommesso per me, chi di buttarlo al tappeto, ma le voci erano lontane. Ora sentivo l'impulso di colpire forte, fin che non sentivo i pensieri che se né andavano a farsi fottere.

Mi tolsi la maglia e un coro di ragazze iniziarono a fare apprezzamenti poco fini. Lo vidi, era uno grosso, ben messo come muscoli e alto all'incirca come me. Lo guardai per cercare qualche punto debole.
Una ragazza salì per fare il conto alla rovescia, la riconobbi. Era una che mi feci più volte quando finivo gli incontri. Mi guardò male e si mise in mezzo a noi.

Tre... due... uno.. che inizi l'incontro.

Iniziammo a girare intorno e aspettai che iniziasse lui a colpire e avvenne in poco tempo. Tiro un pugno, che schivai, un'altro e ancora uno che schivai anche questi, poi arrivo il mio turno. Appena abbasso la guardia di poco, lo colpi in volto, sullo stomaco e ancora e ancora.
Gli sferrai un calcio che lo colpi negli stinchi. Mi arrivo un pugno sulla guancia che non riusci a schivare e mi buttai su di lui, lo misi a tappeto e mi misi sopra di lui, gli sferravo pugni in pieno viso, sempre più forti.
Non riuscivo a fermarmi, arrivarono in due per togliermi e lui era a tappeto senza quasi più coscienza.
Entro Rachel e alzò la mia mano e iniziarono a urlare tutti e gridare, scesi e mi incamminai nello spogliatoio.

«lo stavi per uccidere, ti rendi conto»

«non rompere, l'ho battuto era quello che volevi»

«si esatto Damon, lo volevo a terra ma non senza coscienza»

«si riprenderà, ora vattene che ho già i miei problemi»

Lo vidi avvicinarsi e mi diede una busta, del quale sapevo già perfettamente il contenuto. Aprii e trovai dentro ben 10.000 verdoni, gli misi in tasca e me né andai. Prima di uscire dal locale comprai due bottiglie di whisky, pagai e andai verso il nulla.

Parcheggiai la macchina davanti all'albero. Scesi con la bottiglia e mi misi seduto contro di esso. Guardai il cielo che iniziava a colorarsi. Iniziai a scolarmi la bottiglia sorso dopo sorso, cercando di dimenticarmi del suo sorriso così contagioso, ma non ci riusci.
Feci un sorriso amaro e guardai l'alba che mi illumino.
Una cosa così bella, quei colori che sono un tutt'uno fra loro, ma al tempo stesso ognuno mantiene il proprio colore.

E mi addormentai così, con la bottiglia vuota in mano, l'alba ormai sorta e il suo viso più chiaro che mai nella mia testa.




Alloraaa.. scusatemi tanto😅
Ma ho avuto problemi con wattpad, perché richiedeva un aggiornamento che io feci ma mi butto fuori e non ricordavo più la password e quindi né sono successe di ogni. Ora sono tornata. Fatemi sapere se vi piace l'idea che ogni capitolo sarà esclusivamente di uno o dell'altro o preferite come prima. Scusate ancora e al prossimo aggiornamento💙

Castigo e seduzione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora