capitolo-6

12.8K 229 7
                                    

Mi svegliai, guardai fuori dalla finestra e notai che pioveva, sembrava che il tempo seguiva il mio umore.
Mi sentivo sola, infatti lo ero, non avevo amici, nessuno su cui contare a cui poter parlare di come mi sento e di cosa sto provando a stare qui, l'unica che ho è mia nonna ma anche lei non è qui, ed io non sono li con lei.
Il pensiero che gli accada qualcosa e che io possa perderla mi distrugge del tutto, perché è l'unico punto di riferimento che ho nella mia vita, se lei morisse io morirei dentro, il mio cuore si sgretola più di quello che già è.

E poi Damon non aiuta per niente, lui mi insulta sempre, è sempre freddo con me, se io cerco di avvicinarmi lui mi allontana.
Eppure quando si avvicina sento una strana sensazione quasi di protezione, non provavo questa sensazione dalla morte dei miei genitori.

Loro erano così protettivi nei miei confronti, io ero sempre un disastro da piccolina e loro mi chiamavano "disastrina", quel nomignolo mi fa ancora sorridere.
Avevo una vita così bella prima, avevo amici, ero sempre solare e ora è come se ho una parte di ghiaccio intorno a me, per proteggere le mie emozioni, i miei pensieri e i miei sogni, come per paura che qualcuno possa portarmi via anche quelli.

Avevo deciso che avrei aspettato che nessuno ci fosse per scappare via, non volevo stare qui, mi sento a disagio e vuota, più di quello che già sono.
Ho deciso, devo fare un piano per la mia fuga e andarmene via.
Così posso riabbracciare finalmente mia nonna.
Tanto Damon mi odia, quindi non rischio neanche che mi venga a cercare.

Mi andai a lavare, mi misi una felpa verde e dei jeans con le mie vans e scesi giù a fare colazione.
Entrai in cucina e vidi Rose che sfornava i biscotti, questa donna era fantastica, sapeva fare tutto.

"Buongiorno Rose"

"Salve signorina, dormito bene?"
Gli feci un sorriso

"Si grazie, sembrano squisiti quei biscotti" mi leccai le labbra come una bambina, io adoravo i biscotti e se poi erano fatti in casa ancora meglio

"Li vuole mangiare con il succo o il latte?"

"Succo, grazie"
Mi misi sullo sgabello della cucina e iniziai a mangiare, erano veramente buonissimi.
Mi ricordai della mia fuga e dovevo informarmi se c'era in casa qualcuno, così potevo andarsene anche subito, mi dispiaceva che non avrei rivisto Rose ma io qui non riesco a starci, è come mettere un uccello in trappola.

"Rose, sa se in casa c'è qualcuno?"
Ti prego dimmi di no...

"No signorina, sono usciti tutti molto presto, torneranno oggi pomeriggio" feci un sorriso gigante la ringraziai e corsi su per le scale presi il mio zaino e misi dentro dei vestiti buttati dentro così.
Sarei tornata a casa, non ci posso credere ancora, finalmente rivedrò la mia casa, la mia camera, ma sopratutto mia nonna.

Scesi le scale di corsa, corsi fino al cancello, appena lo varcai feci il lungo sospiro, mi sentivo libera.
Libera da un ragazzo che mi avrebbe fatto passare l'inferno qui dentro.

Era da tre ore che camminavo e finalmente vedo una fermata del bus, guardo ed è proprio quello che devo prendere io, inizio a correre per non perderlo, ma come sempre la fortuna non è dalla mia parte.

"Al diavolo.."
Uffa non me né va bene una..
Guardo quando arriva il prossimo, dovrebbe passare fra...no non ci credo, ma porca bistecca, anche se ci vorrebbe una imprecazione in questo momento..
Era l'ultimo della giornata, ma come è possibile, ora mi toccava farla tutta a piedi.. se erano venti minuti in autobus a piedi con il mio passo stanco e affamato arrivavo stanotte, se mi andava bene.

Dopo quaranta minuti, passati a imprecare nella mia testa, avevo un mal di piedi allucinante, vidi la mia casa da lontano, iniziai a sorridere.

Le mie gambe si mossero da sole e mi accorsi di correre più veloce che potevo, se qualcuno mi vedeva mi prendeva per pazza, ma non me né frega nulla, io sono tornata a casa.

Castigo e seduzione Where stories live. Discover now