3- mancanze

14.7K 229 9
                                    

Mi portò in camera sua, aveva un letto veramente grande tutto nero, non c'erano molte foto o quadri.
La stanza sembrò spoglia rispetto al resto della casa.

Mi stavo guardando in torno da non so quanto tempo fin che non vidi Damon guardarmi, questo ragazzo era davvero bello, ma troppo possessivo e come si permette di prendermi in braccio sono grande e vaccinata so camminare con le mie gambe, devo stare calma, sennò sarà molto dura ambientarsi qui.

"A cosa pensi?" non mi aspettavo questa domanda da lui, sembra uno che pensa solo a se stesso.
"A mia nonna, mi manca tanto anche se sono solo poche ora che non la vedo" ed era vero mi mancava così tanto la mia casetta pur piccola che era, non mi faceva mai mancare nulla da diversi anni mia nonna e ora sono qui e non posso neanche aiutarla.
"Mh, vorresti andare a casa?" Lo guardo con la bocca aperta, sta dicendo sul serio? Mi farebbe andare a casa mia.
"Si, voglio andare a casa", mi guardò poi mi sorrise e io sorrisi a mia voglia, mi farà tornare a casa allora non né poi così male come pensa.."no" lo guardai male, mi aveva presa in giro, che maleducato prendersi gioco di una è debole.
"Sei un grandissimo cafone, ma come ti permetti eh, ti fa star bene sapere che una persona sta male eh? Ah vero tu non sai cosa significa, sei viziato e basta uno schiocco di dita e hai tutto" non aspettai neanche una sua risposta e uscì dalla camera correndo nella mia anche se faticavo a ricordare dove fosse, così entrai nel bagno e fortunatamente qui la chiave c'era, non ci posso credere che mi solo fatta rigirare così facilmente da uno così, ma cosa vuoi che sappia lui della vita vera dove le persone stanno male e non possono avere tutto.

Erano passate minuti, ore non lo so neanche io da quanto sono chiusa in questo bagno, se mi fossi presa su la biancheria mi sarei fatto volentieri un bel bagno caldo mi serviva proprio per rilassarmi almeno un pochino.
Decisi di uscire e vidi che c'era tutto buio, sentì delle voci provenire dal piano di sotto così scesi le scale e andai verso la sala, se non ricordavo male, mi fermai prima di entrare quando sentii pronunciare il mio nome "lily com'è?" Ci fu una pausa molto lunga " quella mocciosa è qui da poco e già non mi ascolta, ma ci penserò io a farla cedere" questa era la voce di Damon né sono più sche sicura e l'altra mi sembra di suo padre, come osa poi lui a chiamarmi mocciosa, non sa nulla di me.
Mentre continuavo a pensare a tutte le cattiverie che mi farà passare mi ritrovo un petto di fronte a me e mi inizio ad agitare quando alzo la testa e vedo che è Damon.
Presa alla sprovvista inizio ad arretrare fino a che non arrivo al un mobile e lui mi è praticamente appiccicato "la tua famiglia non ti ha insegnato l'educazione che non si origlia dietro alla porta eh" non mi usciva niente, aveva offeso ancora me e la mia famiglia ero furiosa ma la sua vicinanza mi metteva in soggezione, così fu lui a parlare " sei una bambina, non riesci neanche a parlare guardati, fai pena" e detto questo si girò e se né andò via, io ero immobile, non mi sarei mai fatta mettere i piedi in testa da nessuno e tanto meno lui, anche se come ho visto poco fa lui mi fa un effetto strano, quasi intimidatorio e questa cosa non mi piace se non ho le forze di risponderli a tono come devo lui si prendera gioco di più di me.

Me né andai in camera con la testa che mi girava dai troppi pensieri e non ero qui neanche da 24 ore figuriamoci stare qui per sempre, al solo pensiero mi veniva male.
Mi misi a letto dopo aver fatto una doccia calda, ho messo il mio pigiama con gli orsetti, era comodo però non era il mio letto, avevo freddo mi sentivo vuota, ma dovevo iniziare ad abituarmi alla mia nuova vita.

Castigo e seduzione Where stories live. Discover now