Overcome

By Blacksteel21

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Questo è lo spin-off di The Wayright, da leggere preferibilmente dopo aver letto la storia precedente. Berk... More

Capitolo uno
Capitolo 2
Capitolo 3
capitolo 4
capitolo 5
capitolo 6
capitolo 7
capitolo 8
capitolo 9
capitolo 10
capitolo 11
capitolo 12
capitolo 13
capitolo 14
capitolo 15
capitolo 16
capitolo 17
capitolo 18
capitolo 19
capitolo 20
capitolo 21
capitolo 22
capitolo 23
capitolo 24
capitolo 25
capitolo 26
capitolo 27
capitolo 28
capitolo 29
capitolo 30
capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
capitolo 59
Capitolo 60
capitolo 61
capitolo 62. Epilogo

Capitolo 55

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By Blacksteel21


NIKOLAJ

Dopo due ore intense di lezione fui grato alla campanella ed osservai pigramente gli studenti poggiare le verifiche sulla cattedra, guardare quella montagna di carte crescere sotto i miei occhi mi diede i brividi, odiavo dover leggere tutte quelle pagine. Fra gli allievi che mi sfilavano davanti c'era anche Juri, non disse nulla né io mi pronunciai, era abbastanza giù di morale da quando Scott era andato a trovare Lewis.

Una volta fuori dall'aula mi incamminai per tornare a casa, non avevo ricevimento quel giorno, così mi sarei adoperato subito per dare una sfoltita a quei compiti. Proprio mentre scendevo le scale per uscire dal palazzo vidi Chris che camminava lungo il campus, mi vennero di nuovo in mente i discorsi fatti con Matt e mi si strinse il petto. Così provai raggiungerlo, volevo accertarmi che stesse bene visto che Matt non lo sentiva da un po'.

Lui si accorse che mi stavo avvicinando e non rallentò, vidi il suo sguardo profondamente turbato e teso, la pelle pallida, aveva ragione Matt, era davvero grave.

- Chris? – Chiamai – per favore ... -

- Non posso parlare adesso Nik, ho da fare, lasciamo stare – disse lapidario senza accennare a fermarsi.

Continuai a seguirlo insistente – non puoi? Ma andiamo Chris, cosa sta succedendo? –

- Come se non lo sapessi! – Disse stizzito.

- Allora fermati! – Esclamai tirandolo per un braccio e costringendolo a restare fermo – parliamone -

Sbuffò – Sono stanco di parlare ... Parlare e spiegare, giustificare. Per favore, se mi venisse voglia di parlare so dove trovarvi, per adesso non mettertici anche tu. –

- Ascoltami, sappiamo cosa stai passando - insistetti – lasciati aiutare. –

- Nik, basta così! - Chris era snervato - So che vorreste aiutarmi, ma ho bisogno di stare da solo per un po', ho bisogno di riflettere lontano da tutti. -

- Va bene ... - Ero preoccupato, lo ero davvero ma quel discorso era chiuso, lo capii dallo sguardo fermo impresso sul suo viso stanco.

- Non farò più stronzate, ok? Sto cercando di riprendermi - Aggiunse un attimo dopo con gli occhi bassi - I-io mi rimetterò in piedi. -

Sperai che fosse davvero così, abbozzai un sorriso mentre lo vedevo allontanarsi a passi veloci ed evitare quella che doveva essere la versione sostitutiva di Tyler Bradbury. Il tipo provò a fermarlo, ma Chris disse qualcosa, poi procedette impettito verso l'interno dell'edificio. Che cosa stava succedendo? Stava cercando di rimanere da solo, avrebbe fatto qualche pazzia?

Mi rabbuiai, quei pensieri non volevano lasciarmi. Alla fine fu il vibrare del cellulare a riscuotermi, era Matt.

- Ehi, finite le lezioni? – Mi chiese con tono allegro.

- Si stavo per rientrare – risposi, non volevo che sapesse cosa avevo visto, non mi andava di farlo preoccupare ancora.

- Che succede? Hai un tono strano – sospirai, non gli era sfuggito.

- Niente ... Sai dopo che abbiamo parlato ero preoccupato per Chris così oggi l'ho visto – gli riferii a quel punto – e ho cercato di parlargli ... Diciamo che non ha voluto ascoltarmi. –

Lo sentii sospirare – lo so ... Lui non sembra essere in sé, io .... Ho pensato che un confronto più sincero con Tyler lo aiutasse ma non è andata bene, ho sentito Juri e quando è rientrato in stanza Tyler l'ha praticamente rasa al suolo –

- Matt ... io continuo a credere che le cose siano oltre la nostra portata – dichiarai con il cuore in gola – l'ho visto allontanarsi da solo, ha evitato perfino Alexey e forse questo è un bene, ma sinceramente non so più se credergli ... Gli serve un aiuto superiore, noi non possiamo darglielo –

Quello rimase in silenzio per un po' – si ... Lo so, hai ragione, devo contattare Seth, spero solo che almeno lui possa farci qualcosa, non so più che pesci prendere –

- D'accordo – dissi ed anche io rimasi in silenzio, cosa c'era da dire? – Sono qui, Matt, per te, ricordatelo sempre, di qualunque cosa tu abbia bisogno –

- Lo so Nik, grazie – un'altra pausa – vorrei solo evitare di assistere alla distruzione di un altro membro della mia famiglia –

- Faremo il possibile ...-

- Credo non basti, credo che questa volta ci servirà un fottuto miracolo, il destino li ha messi sulla stessa strada di nuovo – ringhiò – non posso credere che non si prenda questa responsabilità adesso .... Lascerà davvero che finisca tutto così, Nik? –

Avrei tanto voluto avere una risposta a quella domanda, avrei voluto essere di conforto, possedere una magica sfera che mi avrebbe fatto gettare lo sguardo nel futuro per poi avere tutto chiaro. Sarebbe stato bello poter avere quel potere, anche se, ne ero certo, non sarebbe stato di conforto. Temevo lo scorrere del tempo ormai.

Dopo la lunga telefonata con Matt che si era conclusa con la promessa di vederci la sera successiva, tornai finalmente a casa. Credevo di essere solo ma notai una presenza silenziosa nel salotto, Scott era rientrato. La sua valigia era gettata a qualche metro dal divano su cui era sdraiato, con la testa a guardare il soffitto e gli occhi persi nel vuoto. Nemmeno dalle sue parti si respirava una bella aria.

- Scott? – Lo chiamai – va tutto bene? –

Quello non rispose, se ne stava lì steso, respirava lentamente, sembrava in coma.

- Devo chiamare l'ambulanza, vecchio? Le tue avventure ti hanno steso? –

Finalmente quelle parole lo fecero ridere, io mi sedetti accanto a lui e lo vidi girare appena lo sguardo.

- Hai parlato con Lewis? – Domandai timoroso.

Lui scosse la testa – no ... Non sono riuscito a trovarlo. Non era al campus, non risponde alle mie chiamate ... È davvero incazzato, probabilmente sta mettendo a punto qualche piano malefico ed intricato. –

La sua voce suonava stanca, annoiata, come se ne avesse davvero abbastanza di quella situazione , il che mi fece pensare ad un'altra persona.

- Sai, ho visto Juri oggi a lezione – buttai lì – sembrava giù di corda ... -

Una luce illuminò il suo sguardo per un secondo ma subito venne messa a tacere, Scott spostò la testa di lato, per nascondere il viso. Mi chiedevo cosa gli stesse passando per la testa.

- Quel ragazzo fa sul serio con te, Scott. Sappiamo entrambi che non ti è indifferente, e forse è anche più di questo - avevo cominciato un discorso che non gli piaceva, lo vidi cominciare a rantolare – dico sul serio. –

- Sono stanco! – Protestò – ho fatto un lungo viaggio –

- E' evidente che Lewis è ferito, Scott, e questo tuo comportamento infantile finirà per ferire anche Juri. Non farlo, non continuare a sabotarti –

- Ho tutto sotto controllo! – esclamò mettendosi in piedi.

- Ottimo, allora che intenzioni hai con Juri? Chiaramente, Scott –

Lui mi fissò per un paio di secondi, dopodiché si diresse a recuperare la valigia e sparì correndo al piano di sopra come un adolescente.

Decisamente il comportamento di chi ha tutto sotto controllo!

Toccò a me gettarmi sul divano nello sconforto più totale, intorno a me mi resi conto che c'erano solo persone che non ero in grado di aiutare.

Fatta eccezione per i dannati compiti in classe , mi ricordai tristemente.

SCOTT

Avevo vagato in cerca di Lewis per una giornata intera, avevo chiesto in giro se uno dei suoi amici lo avesse visto, alla fine dovetti constatare che Lewis non era davvero lì. Le mie fatiche non avevano dato nessun risultato, avevo perso una giornata nella vana speranza di trovarlo e potergli parlare chiaramente su quanto stesse accadendo tra noi due. Ero stato un idiota, il solito immaturo che aveva atteso troppo prima di prendere una decisione sensata e adesso ne stavo pagando le conseguenze.

Il mal di testa mi stava uccidendo, faticavo perfino a riposare a luci spente sul mio letto, non riuscivo a mandare via quella strana sensazione di nausea che mi attanagliava il petto. Ero un dannato professore, un uomo adulto, ma ancora del tutto incapace di prendere in mano le redini della mia vita.

- Scott? - Nikolaj bussò lievemente alla mia porta prima di scostarla ed entrare - lui è qui sotto ... -

- Cosa? - Mi sollevai a metà letto, confuso - Juri? -

Nikolaj scosse la testa, la sua espressione era cupa - No, Lewis ... -

Dannazione. Cercai di calmarmi, non era un grande affare, mi dicevo, dovevo soltanto andare fino in fondo una volta per tutte e poi le cose sarebbero andate meglio per entrambi. Mi sollevai da lì e seguii lentamente Nikolaj lungo le scale, a quel punto lo vidi allontanarsi in cucina, segno che l'altro doveva essersi accomodato in salotto. Presi un respiro profondo di incoraggiamento, poi avanzai verso la stanza.

Lewis era lì, sedeva sul divano ma si alzò non appena mi vide entrare. Sembrava lo stesso di sempre, eccetto per quella strana espressione dipinta sul volto ... Non era rabbia, ma qualcosa di più profondo, come una sorta di presentimento che lo rendeva inquieto e triste allo stesso tempo. Era come mi sentivo anch'io per lo meno.

- Sei qui ... Ti ho cercato per tutto il giorno ... Dissi, sentendomi improvvisamente stanco da morire

- Già, Todd me lo ha riferito ... Ero già in viaggio per venire da te - disse lui scostando il suo sguardo dal mio - che cosa sei venuto a fare? Non ti sei mai preso la briga di passare a trovarmi in questi mesi -

- Sono venuto a parlare con te, fare le cose come si deve per la prima volta - chiarii cercando di mettere a tacere quell'ansia che cresceva in me.

- Quindi sei venuto a lasciarmi - Lewis rise con una punta di amarezza - potevi anche farlo per sms ed evitarti il viaggio se è per questo -

- Non è così che funziona, siamo stati insieme per anni ... Non sarebbe stato giusto -

- Parli già al passato - c'era dolore nella sua voce - com'è che hai preso questa decisione? Sono sicuro di non averti dato alcun motivo per lasciarmi, quindi suppongo che sia successo qualcosa a te ... -

- Non è questo l'importante -

- Ah, no? Beh, scommetto che non ti conviene affrontare questa conversazione - Lewis scosse la testa - voglio la verità, Scott. In nome di tutto il tempo che abbiamo passato insieme, sappi che me la devi. -

Era così, Lewis aveva ragione, ma parlarne sarebbe stato doloroso, avrei voluto preservarlo da quella sofferenza, però sapevo che non avrebbe ceduto, lo conoscevo troppo bene per ingannarmi che la cosa potesse concludersi con qualche parola dolce.

- Cosa vuoi sapere? - Chiesi, sedendomi stancamente sulla mia poltrona.

- Chi è? Che cosa abbia fatto di così grandioso dal distoglierti totalmente da me ... Inizia da questo, ti va? -

Sospirai - Non è questo il punto, Lewis. Non so come spiegartelo, il problema c'era già ... In questi anni non abbiamo fatto altro che tradirci e deluderci a vicenda, siamo andati avanti così per troppo tempo, senza voler guardare in faccia la realtà -

- Quale sarebbe la realtà? -

- Che non siamo mai guariti dalle ferite che ci siamo provocati! – Esclamai in un sospiro concitato - tu non mi hai mai perdonato e io, per quanto ci abbia provato non ho fatto meglio di te! La nostra storia è stata rovinata ... Stiamo insieme per abitudine ormai, giusto perché sarebbe troppo strano sparire l'uno per l'altro di punto in bianco -

Lewis rimase immobile, senza parole. Il suo viso era cupo, avevo immaginato che avrebbe ribattuto con qualcosa di cattivo, ma capii che neanche lui aveva più voglia di battersi per quella guerra.

- Dimmi se non ho ragione! Stiamo insieme per paura del dolore che proveremmo se ci distaccassimo l'uno dall'altro ... Non c'è nient'altro che ci leghi ormai ... -

- Lo so ... - Lewis parlò in un sussurro bassissimo, quasi impercettibile - me ne sono reso conto da qualche mese ormai, non ci siamo mai ripresi dal nostro passato, eh? Ho cercato di non farci caso, non volevo accettare che le cose fossero cambiate in un modo che non potevamo più controllare, ma adesso siamo qui ... -

Alla fine di ogni cosa, pensai, con una fitta al petto che non smetteva di stringere e far male. Quanto mi sarebbe mancato Lewis? Non potevo neanche immaginarlo, mentre me ne stavo lì, immobile e sconfitto, milioni di ricordi mi si riversavano addosso come pioggia. Il nostro primo incontro, le prime uscite, quella paura di fare la cosa sbagliata, il suo coraggio, quel sorriso fermo, quelle lotte continue per riuscire a gestire le nostre vite e frequentarci il più possibile ... Le bugie, i sensi di colpa, i ripensamenti, poi i primi litigi, i miei continui tradimenti ...

- Mi dispiace, è stata tutta colpa mia ... Io ... -

- Non importa più ormai, no? - Lewis fece spallucce, il suo viso era pallido e distrutto - non importa più niente, Scott. Era un passo che avremmo dovuto fare prima o poi, lo sapevamo entrambi ... Abbiamo soltanto rimandato per troppo tempo ... -

Avrei voluto avvicinarmi a lui e stringerlo, ma non osai muovermi. Non sapevo che cosa sarebbe potuto succedere da quel momento in poi, era così facile lasciarsi prendere dall'attimo e incasinare ulteriormente quello che ci eravamo detti. Nessuno dei due si mosse per molto tempo, mi sentivo un verme, stavo combattendo contro uno strano moto di tristezza che mi stava riempiendo il petto ... Era così che ci si sentiva quando una storia importante finiva davvero? Vuoti e distrutti ...

- Vado via adesso ... -

- Lewis ... -

Quello scosse la testa, stava piangendo e soltanto in quel momento capii che non era l'unico ad aver trattenuto le lacrime per tutto quel tempo

- Ti ho amato davvero, Scott ... Sei stato il primo ed il solo ... -

La porta si chiuse davanti al mio viso con un tonfo, mi impedii di riaprirla, non dovevo cedere, dovevo soltanto lasciarlo andare per la sua strada nonostante facesse male da morire.

Nik mi trovò in quello stato, non ebbi il coraggio di alzare gli occhi sul suo viso, non volevo che mi vedesse in quelle condizioni ma non riuscivo a muovermi, né a smettere di piangere. Era finita ... Lo sentivo, oltre il dolore c'era una nuova sensazione dapprima quasi impercettibile: era sollievo.

- Andrà tutto bene ... Era la cosa più giusta, Scott ... -

- Lo so - annuii - ma fa male sapere che non lo rivedrò più ... -

- Beh, so che ancora è presto per parlarne, ma magari tra un po' potrete cercare di rimanere almeno amici ... -

- Come te e Dylan? - Gli feci notare, ridendo amaramente

Nik scosse la testa - Non è proprio lo stesso, tu non hai finito per innamorarti del tuo stesso nipote ... -

- Touché. Per fortuna io sì che sono integro! - Scherzai, accettando il bicchiere di vino rosso che Nikolaj mi stava porgendo - adesso dovrei cercare di capire cosa fare con Juri ... -

Era complicato, non avevo mai smesso di pensare a lui, ma tutto quello che comportava era troppo per poter essere gestito. Non ero nelle condizioni adatte per intavolare una nuova relazione, soprattutto perché volevo evitare di commettere i miei soliti errori.

- Hai chiuso con Lewis, è un passo avanti, no? Juri capirà ... Non è il tipo di persona che ti metterà alle strette, credo che gli basti stare con te ... -

- Non so se è quello che voglio io però! Mi conosci, Nik ... Sai come sono fatto, non riesco a stare alle regole neanche quando ci sono delle regole! Senza ... Senza queste sarei perso ... Finirei per mandare tutto a puttane ... -

- Quindi hai bisogno di una relazione per non cedere in tentazioni? Non ha senso! Stavi con Lewis ma lo hai tradito con Juri ... E non è neanche la prima volta che succedeva! -

Ero confuso, mi portai le mani al volto - Non tradirei Juri ... -

- Ci credo, è quello che vuoi adesso. Quel ragazzo ti piace, Scott, è inutile prendersi in giro, si vede lontano un miglio! -

- Devo andare a parlargli ... - Dissi improvvisamente, sollevandomi dal divano con una nuova forza che sembrava guidare i miei movimenti

- Bene! Eccolo lo Scott che conosco! - Nik rise forte - bene, da bravo divertiti e sii chiaro con lui. Non dimenticare di portarti le chiavi, tra poco andrò a letto ... A differenza tua c'è qualcuno qui che ha corretto una montagna di compiti in classe ... -

- Non le trovo, lasciami le tue sotto lo zerbino - passai in rassegna le tasche dei cappotti appesi accanto alla porta, ma niente - non capisco, dovevano essere qui ... Non importa, domani le cercherò meglio. -

Lasciai la casa di tutta fretta, quella sera avrei parlato chiaramente anche con Juri, quella nuova risoluzione non sarebbe durata in eterno, anzi con tutta probabilità sarebbe finita nel giro di qualche ora quindi era meglio approfittarne finché durava. Non era il caso di farmi vedere nei dormitori a quell'ora, così mi limitai a parcheggiare l'auto nei pressi del campus, poi presi il cellulare e composi il suo numero.

- Juri? -

- Scott? – La sua voce era flebile, segno che probabilmente stava già dormendo - cosa c'è? -

- I-io ... Vorrei parlarti se non è chiedere troppo - dissi con una punta di imbarazzo nella voce - stavi dormendo? -

- No, dove sei? -

- Al parcheggio, sull'ala destra del campus ... Potresti raggiungermi? -

Un attimo di silenzio, poi Juri sospirò appena - Sì, nessun problema. Sto arrivando. -

Interruppi la chiamata con una strana sensazione al petto, Lewis era scomparso dalla mia vita soltanto dieci minuti prima ed io avevo già predisposto un nuovo incontro con Juri ... Ero una persona pessima, ma questa non era una novità per me. Attesi un paio di minuti, ticchettando di tanto in tanto nervosamente sullo sterzo, alla fine un'ombra lontana avanzò nell'oscurità del parcheggio fino ad occupare il posto del passeggero sulla mia auto. Juri era apparentemente tranquillo, il suo bel viso non mostrava nulla, eccetto un sorriso appena accennato che avrebbe potuto dire qualsiasi cosa. Non avevo intenzione di farlo e invece successe prima ancora che avessi potuto fermarmi, lo baciai vincendo la sua iniziale confusione. Juri si gettò sulle mie labbra con passione, stringevo il suo viso tra le mani, spingendolo contro la mia bocca.

- Mi sei mancato ... - Sussurrai, ad un centimetro dal suo collo profumato. Adoravo il suo profumo

- Anche tu ... - Juri sorrise appena - ma a cosa devo tutto questo romanticismo inaspettato? -

- Sei perspicace, eh ... - Sciolsi appena le mie braccia dalla sua vita e lo guardai

- Scott Fields che mi chiama in piena notte e mi chiede di incontrarlo qui al campus? Come minimo deve essere esplosa la terza guerra mondiale ed io non ne soapevo nulla!

- No, ti sbagli. Non è esplosa, si è semplicemente conclusa - lo fissai con uno sguardo che non lasciava alcun dubbio

- Cosa? Lewis? Avete parlato? -

Annuii - E' finita, Juri. Stavolta in modo definitivo ... -

Silenzio, i nostri sguardi erano ancora l'uno nell'altro, volevo che fosse chiara ogni cosa adesso, niente più menzogne, niente di niente.

- Lo ha accettato? Non si è battuto? - Chiese quello, ancora incredulo.

- No, lui ha capito ... Quei sentimenti non albergavano soltanto in me, Juri ... Anche Lewis deve aver provato le stesse cose in questi ultimi mesi. Abbiamo soltanto deciso di affrontare l'inevitabile, adesso andrà meglio per tutti ... -

- I-io ... È incredibile, non avrei mai immaginato questo epilogo - scosse la testa, era innegabile il sollievo che vedevo affiorare dal suo volto - quindi, noi due adesso stiamo insieme? -

- Se è quello che vuoi - dissi con un sorriso ampio - però devo avvertirti, non sono un tipo semplice -

- Ma dai! Non me ne ero accorto - commentò ironico Juri - come avrei potuto? Sei sempre stato così equilibrato con me -

- Non è che tu mi abbia mai dato il tempo per affrontare i miei problemi - gli feci notare, Juri rise piano

- Non volevo che ci pensassi, volevo soltanto trascinarti nel mio mondo fatto di vizi e perversioni - il suo sguardo la diceva lunga su ciò a cui stava pensando, era sempre così con lui ... un ragazzino terribilmente irrequieto e provocante, questi tratti mi avevano fatto perdere letteralmente la testa. Avevo voglia di lui, il mio corpo stava fremendo a contatto con il suo, così lo baciai, lasciandomi trasportare dalle sue carezze.

- Non possiamo qui - mugolai, disturbato - potrebbero riconoscere la mia auto ... Non è sicuro. -

- Dove mi porti allora? - Juri parlò ad un centimetro dalla mie labbra, stava ammiccando e allo stesso tempo sembrava divorarmi con lo sguardo.

Misi in moto senza dire nulla, guidavo velocemente per le strade del campus, conoscevo un posto discreto dove avremmo potuto lasciarci andare indisturbatamente. Parcheggiai l'auto nella radura isolata, allietato dai baci di Juri, continuava a baciarmi, risalire in quel punto sensibile tra il collo e la mascella. Sospirai, doveva essere il paradiso. Niente più problemi, soltanto quella fantastica sensazione di liberà e appagamento.

- Ti ho aspettato per tutto questo tempo ... Dentro di me speravo che le cose sarebbero andate bene, ma non mi facevo grandi speranze - Juri sussurrava tra un bacio e l'altro

- Dobbiamo stare attenti, Juri. Rimango pur sempre il tuo insegnante e tu sei molto giovane, dobbiamo essere cauti o potremmo ritrovarci nei casini ... – Lo avvisai, ma le mie parole sembravano infrangersi contro il vuoto, Juri continuava a baciarmi, le sue mani mi stavano liberando della mia giacca così come le mie si occupavano dei suoi indumenti. Era un vortice dal quale non sapevamo uscire, il buonsenso ci aveva abbandonati molto tempo fa ormai, mi lasciai andare alle sue carezze, leccando il suo collo pallido che rabbrividiva sotto i miei tocchi. Juri era nudo e non importava quanto fossimo scomodi all'interno di quella auto, niente poteva fermarci dal continuare a toccarci e stringerci l'uno all'altro. Ero eccitato, il suo corpo fremeva contro il mio, sentivo la sua pelle accapponarsi dalla voglia , lo stesso stava accadendo anche a me, ogni sua carezza lasciava un marchio di fuoco. Gemetti, Juri inarcò la schiena, si muoveva su di me donandomi un piacere inimmaginabile, boccheggiavo, le mie dita artigliavano la sua schiena magra e perfetta mentre continuava a dettare il ritmo di quella danza perfetta.

- S-sei perfetto ... Sei tutto quello che voglio ... - Gemetti con il respiro affannato e quel piacere galoppante che si faceva strada in me. Juri rise appena, aveva il viso perso e gli occhi colmi di desiderio. Non riuscivo a guardarlo senza eccitarmi ancora di più.

- Vedi? Dovevi soltanto fidarti di me quando te lo dicevo - commentò lui aumentando subito il ritmo.

- Dio ... - Stavo gemendo come un forsennato, chiusi gli occhi, lasciai andare ogni pensiero ancora rimasto e persi del tutto la testa così come doveva essere.


ANGOLO DELLE AUTRICI: Eccoci qui! Avevamo bisogno di un po' di tregua,anche se non si può parlare davvero di una tregua! Una coppia sembra esseresfumata per sempre, Juri è riuscito nel suo intento ... ma sarà davvero tuttofinito? O questa è soltanto la quiete prima della tempesta? Anche sull'altroversante c'è un nuovo uragano in arrivo ... si presenterà nelle vestiprovocanti di Wes Reed?
Speriamo che questi ultimi capitoli vi piacciano come sempre :)
Grazie per il sostegno!
Alla prossima

- BLACKSTEEL -
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