Trilogia con Sergio Ramos

Corneliahale94

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"Scusa Vic, sei l'unica che non è entusiasta di passare un mese intero con quei figoni!! Al posto tuo la Spag... Еще

Capitolo 1.01
Capitolo 1.02
Capitolo 1.03
Capitolo 1.04
Capitolo 1.05
Capitolo 1.06
Capitolo 1.07
Capitolo 1.08
Capitolo 1.09
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Capitolo 1.11
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Capitolo 1.30
Capitolo 1.31
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Capitolo 1.33
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Capitolo 1.35
Capitolo 1.36
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Capitolo 2.01
Capitolo 2.02
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Capitolo 3.01
Capitolo 3.02
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Capitolo 3.35
Capitolo 3.36
Capitolo 3.37
Capitolo 3.38
Capitolo 3.39
Capitolo 3.40 - ULTIMO

Capitolo 2.16

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Corneliahale94

Era ormai più di mezz'ora che aspettavano notizie. La stanza era inavvicinabile, c'erano un sacco di medici e infermieri che trafficavano. Ad ogni momento, Victoria si agitava sulla sedia senza mai lasciare la mano del marito.

"Non serve agitarsi, amore." sorrise lui.

"Devo parlare con qualcuno..." fece lei.

"Ferma qui" la bloccò "ti hanno detto che stanno facendo le analisi.."

"Non mi da l'aria di essere tanto professionale quella infermiera..." sbottò guardando verso di lei che ancora chiacchierava con la collega e ogni tanto si voltava per guardare Sergio.

Sergio sorrise. "In effetti è un po' sopra le righe..." commentò.

"Che vuoi dire?"

"Credo sia una mia fan...o almeno da quello che ha detto."

Victoria scattò sull'attenti, con sguardo serio.

"Cosa ti ha detto?"

Sergio ci pensò sorridendo tra sé e sé. "Appena sono arrivato mi ha bloccato all'entrata facendomi duemila complimenti.."

Victoria sbuffò. "Riesci a fare spettacolo ovunque tu vada!!" esclamò.

"Io? Cosa c'entro?! Non è colpa mia se sono bello e tutti mi amano..." fece ridendo.

La moglie lo guardò con aria perplessa. "Faccio finta di non aver sentito quello che hai detto."

Sergio le strinse maggiormente la mano. "Sei gelosa anche di lei?"

"Certo che no! E poi l'hai vista? E' tutta rifatta!" esclamò squadrandola da lontano.

Poco prima che Sergio potesse rispondere, la stessa infermiera si avvicinò con una collega.

"Scusa se ti disturbo.." fece rivolta verso Sergio, con un grande sorriso da una parte all'altra del viso. Victoria la osservò, sentendo il cuore batterle più rapidamente. Succedeva sempre così in presenza di "pericoli": e quell'avvenente infermiera aveva tutta l'aria di essere uno di questi.

"Certo dimmi" sorrise Sergio, cordiale e gentile come sempre.

"La mia collega qui è troppo timida per chiederti di fare una foto..."

Sergio sorrise annuendo. "Certo, volete fare una foto?"

"Se possiamo..."

"Certo volentieri!" fece il ragazzo.

Senza chiederle nemmeno permesso, l'infermiera si sedette in mezzo tra Victoria e Sergio, la sua collega dall'altro lato.

"Scusa ci fai la foto?" domandò la donna guardando Victoria.

La ragazza, dopo essere stata scaraventata indietro dalla stessa, si alzò sospirando e indietreggiò di qualche passo prendendo l'inquadratura. Scattò la foto, ne scattò un'altra per sicurezza e notò che l'infermiera bionda si stava leggermente allargando con le mani.

"Fatto." fece fingendo un sorriso.

Sergio la guardava, divertito dalla reazione di Victoria: nonostante gli anni, rimaneva sempre la solita ragazza gelosa e a lui questa cosa era sempre piaciuta.

Le due infermiere se ne andarono via soddisfatte e la ragazza tornò al suo posto vicino al marito.

"Quando hai finito mi avvisi." sbottò.

"Di fare cosa, scusa? Foto con le fans?" domandò lui.

Victoria incrociò le braccia, infastidita.

"Di...assecondare quelle maniache!"

"Addirittura!!" rise Sergio "non assecondavo proprio nessuno! Mi hanno chiesto una foto..dov'è il problema?"

"Quella è il problema!" esclamò indicando con un cenno del capo l'infermiera "no dico hai visto come ti guarda? E poi se tenesse apposto le mani mi farebbe una cortesia! Anzi la farebbe a tutti!"

Sergio inarcò un sopracciglio, perplesso.

"Chiamo un dottore anche per te? La paranoia è una brutta malattia lo sai..." rispose ironico.

Victoria sbuffò. "Vuoi dirmi che quelle non ci stavano provando?"

"No! Mi hanno chiesto una singola foto! Ti giustifico solo perché sei agitata per tua cugina...altrimenti mi preoccuperei non poco...vedi cose che non esistono."

"Odio le tue fans." sentenziò, determinata.

Sergio sorrise. "Le hai sempre odiate..."

"Non è vero. Questo tipo cioè il sessanta per cento delle tue fans, in particolare!"

"La verità è che sei gelosa e non lo ammetti mai."

"Anche tu lo sei."

"Vero. Ma non paranoico."

"Non sono paranoica!!" esclamò. "Quell'infermiera ti sta ancora guardando..che faccia tosta!!" fece alzando gli occhi fulminandola.

Sergio sorrise e senza dire altro si avvicinò baciandola.

"Così va meglio?"

Victoria sospirò. La verità era che era stanca, preoccupata ed ogni minima cosa le dava fastidio in modo esagerato. Specialmente se si trattava di Sergio e delle sue fans assatanate.

La ragazza si morse un labbro e fece per riavvicinarsi al marito per ricambiare quel bacio quando Sergio si accorse di Cesc appena uscito dalla stanza.

Non aveva una faccia molto serena.

Victoria scattò in piedi. "Che succede Cesc? Che ti hanno detto?"

"Il....bambino...sta bene." balbettò, ancora incredulo.

"Mi dispiace che tu l'abbia dovuto sapere così, Ines te l'avrebbe detto. L'ha scoperto anche lei da poco.." provò a giustificarla, Victoria tirando un sospiro di sollievo per le condizioni di salute.

"Lo so. Ne abbiamo parlato.."

"Sono fuori pericolo vero?"

"Era solo una reazione allo stress." spiegò il ragazzo.

"Bene, meno male. Quando la dimettono?"

"La tengono qui stanotte."

"Chiamo la baby sitter, rimaniamo qui anche noi." fece prendendo il cellulare dalla borsa.

"No..davvero potete andare a casa... non preoccupatevi."

"Non se ne parla! Rimaniamo!" fece Sergio alzandosi in piedi. "Non ti lasciamo qui da solo.."

Victoria lo guardò. Cesc era davvero sconvolto. "Fammi fare una telefonata qui fuori e poi torno qui."

Cesc non le rispose, rimase seduto in sala d'aspetto con Sergio mentre Victoria usciva dalla porta principale sulla terrazza, per prendere la linea e avvisare la baby-sitter.

Erano passate circa due ore da quando avevano ricoverato Ines.

Cesc era seduto accanto a lei che dormiva tranquilla. Victoria le aveva parlato poco prima che si addormentasse e aspettava subito fuori dalla sala d'aspetto con Sergio.

Si era accoccolata al marito, che la stringeva a sé, cercando una posizione comoda su quelle sedie tremendamente dure.

"Puoi addormentarti se vuoi..ti sveglio io se c'è qualcosa.."

"No. Non ci riuscirei..figurati.." sospirò. "Dormi tu per me?"

"E chi dorme? Ormai è passata la fase sonno...sono più sveglio di prima."

"Con quei caffé poi.." sorrise Victoria ricordandosi dei caffé disgustosi bevuti per tenersi svegli qualche ora prima.

Ad un tratto Cesc comparve a lato dei due, lo sguardo ancora assente - forse anche più di prima.

"Sapete dov'è il distributore di bibite?" domandò.

Victoria si alzò. "Ti accompagno io, vuoi qualcosa da bere?" domandò rivolta al marito.

"No, io rimango qui a sorvegliare..e a chiacchierare con le infermiere.." sorrise.

Anche a quell'ora della notte, Sergio cercava di sdrammatizzare.

Victoria si sporse dandogli un bacio poi camminò al lato di Cesc fino al distributore, nel secondo corridoio.

Arrivati lì davanti, il ragazzo si concentrò selezionando una lattina di birra.

"A quest'ora?" domandò perplessa.

"Mi serve qualcosa di forte."

"Capisco che è stata una sorpresa ma...è una bella sorpresa infondo, no?"

Cesc sospirò. "Non sono più sicuro di nulla dopo questa bellissima giornata..." disse ironico.

"Oh dai non prenderla come una tragedia! E' un bambino! Insomma sarete una famiglia! Non lo volevate? Ti assicuro che è la cosa più bella che..."

"Ti andrebbe di venire con me in un posto?" le domandò Cesc guardandola.

Victoria corrugò la fronte. "E dove?"

"Tu seguimi."

Cesc camminò rapidamente facendo strada, attraversò i corridoi e arrivò ad una scala di ferro. Mentre saliva, Victoria si fermò guardandolo già in alto.

"Cesc scusa?! Dove mi stai portando!"

"Vieni!!" esclamò correndo sugli scalini.

Victoria sospirò e lo seguì fino in cima. Solo quando arrivò alla fine della rampa, e lo vide seduto in mezzo ad un grande spiazzo di cemento, capì dove fosse: sul tetto dell'ospedale.

"Che facciamo qui?"

"Guardati intorno, non è bellissimo?" fece lui bevendo la sua lattina.

Victoria si sedette vicino all'amico guardando di fronte a sé: una serie di luci nella notte silenziosa. Si vedeva tutta Madrid da lì. Era davvero fantastico.

"Cesc ci congeliamo qui fuori..."

"Non fa più freddo del solito."

"Forse tu sei abituato, ma io no se permetti" disse stringendosi nelle spalle.

"Sai quando ero piccolo mi ruppi una gamba e dovetti stare qui per due settimane. Fu un incubo, io odio gli ospedali e i dottori. Però giocavo a calcio e non potevo non farmi curare perché volevo riprendere al più presto gli allenamenti. Avevo il terrore degli aghi e del sangue...e poi ho trovato questo posto e quando in quelle due settimane avevo paura, venivo qui a guardare Madrid."

Victoria lo ascoltò, in silenzio. Cesc sembrava parlare da solo, lì seduto vicino a lei con una lattina di birra analcolica in mano.

"E adesso hai paura?" gli chiese.

Cesc alzò le spalle. "Ines ha stravolto tutto. Mi sono innamorato di lei, tempo fa, e poi ci siamo sposati quasi subito, ok forse il matrimonio qui non è valido ma per noi lo è...è stata una continua corsa...ora che avevamo trovato un equilibrio un bambino complicherebbe tutto."

"Non dire così, per me sarà molto meglio con un bambino, sarete più uniti, più legati."

"Non ne avevamo bisogno."

"Queste cose non si programmano, capitano. Nessuno è padrone del proprio destino da questo punto di vista. Anche Ines non se lo aspettava...eppure ora dovete convivere con lui o lei e diventare genitori..come me e Sergio."

Cesc allargò un sorriso. "Sai che l'ultima persona che avrei visto genitore era Sergio?"

"Vedi? Anche gli impossibili come lui cambiano...e diventano dei padri perfetti."

"Sei innamorata di lui, non è vero?" le domandò all'improvviso.

Victoria corrugò la fronte, chiedendosi dentro di sé cosa c'entrasse quella domanda. Cesc stava parlando a ruota libera, probabilmente.

"Ovvio. Non starei con lui altrimenti."

"Cavolo lui sì che ha lottato per amore..."

"Di che parli Cesc?" domandò, perplessa.

Cesc si voltò, guardandola negli occhi. Il freddo di Dicembre a Madrid si fece sentire in un brivido che corse lungo la schiena di Victoria.

"La verità è che io non ho lottato abbastanza."

"Cesc...non ti seguo. E' meglio che rientriamo poi.." entrambi si alzarono in quel momento.

"Senti Victoria io te lo devo dire.."

Victoria stava già andando verso la scala si fermò girandosi lentamente. Cesc era lì fermo, immobile al centro della terrazza.

"Io sono sempre stato.....attratto da te."

Victoria sgranò gli occhi. "Scusami?" domandò sbattendo gli occhi.

Le mancò un battito al cuore, quasi non riuscì a respirare per un momento. Che cosa diavolo stava dicendo Cesc? E soprattutto perché in quel modo? Così?

"Cesc non credo tu stia..."

"No davvero" la interruppe "essere uno dei tuoi migliori amici è stato forse...un ripiego. Non ho lottato perché sapevo che sin dal primo momento tu eri innamorata di Sergio."

"Oh mio dio Cesc ti prego..." esclamò Victoria, sempre più sconvolta. Era davvero l'ultima cosa che si sarebbe aspettata, in una notte come quella e soprattutto da uno come Cesc.

"Devo liberarmi di questa cosa, ora che sono abbastanza sconvolto da quello che mi sta succedendo per farlo. Non mi ricapiterà altra occasione per dirtelo."

"Cesc hai detto bene. Sei sconvolto. E non puoi pensare queste cose...cioè..è assurdo."

"Tu pensi che sia assurdo? Io no. Insomma è...una cosa che mi rimarrà per sempre."

Victoria scese il primo gradino della strada quasi a volersi allontanare gradualmente da Cesc.

Il ragazzo non si mosse da lì.

"Senti, ora torniamo dentro e fingiamo che questa discussione non sia mai avvenuta."

"Perché? Ti crea problemi?"

Victoria si schiarì la voce, forse la birra analcolica era in realtà una potente dose di alcol puro che gli aveva dato alla testa in quel modo.

"Cesc ti ricordi di un tuo amico, gioca con te in Nazionale, alto, tatuaggi, accento andaluso...hai presente? Ecco quello è mio marito. Marito. E ti ricordi la ragazza che è in ospedale sotto osservazione incinta di tuo figlio? Bene quella è tua moglie. Moglie." scandì bene.

Cesc ci pensò. "E' una cosa che va al di là della nostra vita."

"No non va al di là di nessuna vita Cesc, non puoi venire qui e dirmi in una notte come questa o in qualsiasi altra notte che...." si bloccò. Non riusciva nemmeno a dirlo.

"Che? Sono da sempre innamorato di te?"

Victoria scosse il capo quasi volesse scrollarsi di dosso quella frase che Cesc sembrava pronunciare con convinzione.

Scese altri due gradini. "Rimani lì a rinfrescarti le idee. Io torno dentro."

Lo lasciò lì mentre lei, velocemente, tornava da Sergio.

Corse rapidamente per il corridoio fino alla sala d'aspetto. Il ragazzo era in piedi che leggeva i cartelloni pubblicitari sui muri, la sala d'aspetto era ormai completamente vuota.

"Che fine avevi fatto?" domandò perplesso.

Victoria gli appoggiò una mano sul fianco, avvicinandosi. "Niente ero...in giro.. cercavamo un distributore funzionante."

"Capisco" fece lui, tranquillo, o forse solo troppo insonnolito per fare altre domande "Hai idea di quante malattie ci sono in giro? Le ho imparate a memoria..." fece indicando i cartelloni.

"Vedo che sai come passare il tempo!" sorrise lei e senza esitare si avvicinò al ragazzo baciandolo.

Nel compiere quel gesto - all'apparenza normale - Victoria sentiva ogni angoscia ed ogni preoccupazione scivolarle via. In quel momento aveva bisogno di ancorarsi al suo punto fisso, a Sergio che era la sua stella immobile.

Per sfortuna di Victoria però, il ragazzo aveva come un sesto senso e capiva anche solo dal modo in cui lo baciava, se ci fosse un problema o qualcosa che la angosciasse.

"Sputa il rospo" disse dopo essersi staccato dalla moglie.

Victoria alzò gli occhi verso di lui, come facesse a capire certe cose subito era ancora un mistero.

Sapeva che avrebbe dovuto parlarne, e avrebbe anche voluto farlo se non fosse stata interrotta dal ritorno di Cesc.

"Allora, hai trovato da bere?" domandò Sergio dimenticandosi della risposta di Victoria alla sua domanda. Cesc gli rispose con un sorriso, poi incrociò lo sguardo della ragazza, imbarazzata.

I due si scambiarono un'occhiata, senza dirsi più nulla per l'intera nottata passata in ospedale.

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