Capitolo 3.39

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"Quindi sembra essere tornato tutto alla normalità?" domandò Iker guardando Sergio che finiva di fare stretching contro il palo della porta.

"Sì...così pare. Questa settimana è andato tutto bene..."

"E stasera?"

"Stasera..." sorrise Sergio "..c'è la festa."

"E lei verrà?"

"Ovvio... è tornata a vivere con i bambini da me.."

"Definitivamente?"

Sergio ci pensò. "...Beh diciamo che sta tornando gradualmente, sta spostando le sue cose..i bambini dormono da me..."

"Lei anche.." fece allusivo l'amico portiere guardando Sergio.

Il sivigliano allargò un sorriso, cogliendo l'allusione. "Lei dorme con me, che è diverso" commentò dandogli corda.

Iker si mise a ridere scuotendo il capo. "Oh quindi a casa Ramos è tornato il sereno, possiamo stare tranquilli?" gli chiese circondandogli le spalle con il braccio.

Sergio sospirò. "Non voglio sbilanciarmi però...direi che per il momento va bene. E' stata una sorta di liberazione sistemare con Amaia.."

"Niente cazzate adesso eh?!"

"Niente cazzate, giuro. Non posso soffrire di nuovo come ho sofferto in questi mesi.."

"Bravo il mio Sergio!!" sorrise Iker abbracciando il suo "fratellino": ne nacque una lotta tra i due amici per cercare di liberarsi, come i bambini dell'asilo, come facevano sempre da quando si conoscevano. Vinceva sempre Sergio che nonostante fosse più piccolo di Iker riusciva sempre a fregarlo in qualche modo.

Mentre giocavano rincorrendosi, Sergio venne travolto da Marcelo, Gonzalo e Cristiano.

"Noi giochiamo! Noi!!" fece Marcelo imitando i bambini e cominciando a correre intorno ai suoi compagni.

Gli altri scoppiarono a ridere divertiti. "Se ci becca il Mastino siamo morti altro che festa stasera!" commentò Gonzalo guardandosi intorno. "Il Mastino" era Mourinho, ovviamente, sempre più arrabbiato e sempre più teso prima della partita finale che si sarebbe giocata in poche settimane contro il Barça nel più clàsico dei clàsicos.

I ragazzi però sembravano non voler far altro che giocare un po' tra di loro per sciogliere i muscoli prima di concentrarsi così continuarono la lotta per terra, uno sopra l'altro, o tutti sopra il povero Iker martoriato dal gruppo. Passarono pochi secondi che si aggiunsero Raul, Alvaro e Pepe in una piramide umana per cercare di soffocare il capitano che si lamentava per terra schiacciato dagli altri atleti.

All'improvviso, un fischietto minaccioso tuonò nel campo silenzioso di Valdebebas.

Xabi, fermo vicino ai compagni tornati bambini per un momento, li guardò con fare preoccupato.

"Ora vi uccide." sentenziò il basco con la sua solita calma.

"Xabi se fossimo in classe tu saresti il secchione perfettino!" commentò Cristiano pulendosi dall'erba.

"E tu saresti il figo senza cervello amore" fece Iker ridendo. "Anche di quelli ce n'è uno in ogni classe!"

"Io sarei il ballerino" fece Marcelo marcando qualche passo di samba.

"Iker sarebbe il compagno di banco di Xabi, puro, casto e innocente!" riprese Pepe sorridendo.

"E io??" domandò Sergio entusiasta. I suoi compagni di girarono guardandolo.

"Casto e puro non se ne parla da anni ormai..." iniziò Iker.

"Innocente nemmeno" soggiunse Xabi.

Trilogia con Sergio RamosWhere stories live. Discover now