Capitolo 2.19

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"Sparisci!! Sparisci dalla mia vista!!" urlò Victoria, con uno sguardo gelido, spalancò la porta intimandogli di nuovo di uscire e di sparire dalla sua vista.

Il ragazzo non poté fermarsi né dare ulteriori spiegazioni.

"Ti prego fammi spiegare...!"

"Tu non mi spieghi proprio niente!!" esclamò furente la ragazza "e sei fortunato che io sono contraria alla violenza altrimenti un bel calcio non te lo levava nessuno!!" esclamò chiudendo la porta dietro di sé. Il rumore violento di tutta la sua rabbia rimbombò alle sue spalle mentre la ragazza correva verso camera sua per cercare di diminuire la rabbia che stava per farla impazzire. Prese un cuscino ci piazzò la faccia dentro e premendo contro il viso iniziò a urlare per sfogarsi. Lo faceva sempre, era un rimedio efficace.

Odiava Cesc, si odiava, odiava tutto in quel momento. Odiava soprattutto se stessa: se lo sentiva, quella era la fine ed era tutta colpa sua.

Due ore prima.

Il rientro dalle terme era stato alquanto "traumatico". Dopo aver passato dei giorni così rilassanti senza pensare a niente, riprendere a lavorare in vista del numero speciale di Natale era davvero difficile. Le vacanze di Natale però erano ancora lontane, nonostante il freddo attanagliasse Madrid da un paio di giorni.

Così, mentre Sergio era in ritiro con i suoi compagni per le ultime partite dell'anno, Victoria aveva deciso di concentrarsi solo sul suo lavoro per prendersi avanti.

Dopo aver dato da mangiare a Sofia e averla messa a giocare tranquilla nel suo box, si era rimessa a scrivere e ad organizzare le sue bozze al computer. Sembrava non riuscirle niente in quei giorni: mancava l'ispirazione e soprattutto la sua testa era altrove.

Da quando era tornata, aveva sempre in mente il messaggio di Cesc. Le aveva chiesto di parlare, di capirsi, di rispiegarsi meglio - quel messaggio l'aveva eliminato dal cellulare ma non dalla sua mente. Non poteva dirlo a Sergio, né rischiare di parlarne con Ines anche se avrebbe avuto davvero voglia di farlo. Tenersi tutto dentro non faceva bene, in più non era abituata. Aveva sempre detto tutto a Ines, la sua migliore amica oltre che sua cugina e quasi sua sorella. Ma non poteva. Il piccolo particolare era che l'uomo che aveva sconvolto ogni suo piano e ogni sua idea di tranquillità era proprio suo marito Cesc. Si morse un labbro, pensandoci per l'ennesima volta lasciando un'altra volta il suo lavoro sull'articolo incompleto.

Ad un tratto i suoi pensieri vennero scossi dal suono del campanello. Si alzò, si strinse nella felpa avvertendo un brivido percorrerle la schiena: era come se avesse un presentimento come se sapesse chi trovarsi di fronte una volta aperto.

Aprendo la porta infatti ogni sua aspettativa venne confermata: Cesc.

Indossava un cappellino bianco, un paio di jeans, il giubbotto pesante. Era ben nascosto per evitare ogni foto dei paparazzi e anche per il freddo che faceva.

"Ciao." disse con voce bassa.

"Ciao." annuì Victoria seria.

Aveva paura persino di farlo entrare, paura di complicare ancora di più le cose.

"Tutto bene?" le domandò mentre la ragazza lo faceva entrare e chiudeva la porta.

Cesc si accomodò in salotto, si sedette sulla poltrona e Victoria di fronte a lui: in mezzo a loro la debita distanza di un tavolino rettangolare di vetro.

"Tutto bene. Tu?"

"Freddo. Stress..."

"Non giochi questa settimana?"

"Ehm no. Ho un problema con il polpaccio destro meglio fermarmi.."

"Oh. Ti fa male?"

"Non tanto. Ad ogni modo non sono qui per questo." commentò.

Trilogia con Sergio RamosWhere stories live. Discover now