Sinfonie e fuoco (INAI's seri...

By xcallmepolenta

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Quarto libro della serie 'Il nostro amore impossibile' (finale alternativo) E se fosse andato diversamente tr... More

Avvertenze.
1 - Si parte?
2.Benvenuti in vacanza.โœ”๏ธ
3.Confessioni tra ragazze.
4.Firestone.
5.Discoteca e notizie inaspettate.
6.Indovinate chi sono arrivati?
7.Cheesecake.
8.La notte dei desideri.
9.Letter for Elena.
10.Carola e i suoi amici.
11.Competizione.
12.Falรฒ.
13.La veritร .
14.Un tuffo nel passato:Alyssa.
15.Amici?
16.Un tuffo nella normalitร .
17.The very first date.
18.Non siamo Lio e Mattia senza uno dei due.
19.Non tutti sono affidabili.
20.Limo e festa.Che cosa vogliamo di piรน dalla vita?
21.Due nuove buone amiche?
22.La calma dopo la tempesta.
23.ยซTanto lo so che ami cucinare con me.ยป
24.Un nuovo ospite molto conosciuto.
25.La rivincita delle bionde.
26.Goodbye Rebecca.
27.L'estate addosso.
28.Sex on the beach.
29.Profumo di casa.
30.ยซSorpresa, Emma!ยป
31.Casa in montagna e giornata di ricordi felici.
32.Giornata in famiglia.
33.Organizzazione Barcellona e pensieri non poco vaghi.
34.Una piccola tappa:France.
35.Ricordi e serata improvvisata.
36. bienvenida en Espaรฑa.
38.Sono proprio finiti i viaggi?
39.Alyssa รจ di nuovo a casa.
40.Una vecchia fiamma e una nuova coppia?
41.Chi รจ Caterina?
42.Stitches.
43.The party at the tower.
44.Rotture.
45.Unpredictable.
46.Come una seconda madre.
47.Human.
48.Do you want to marry me?
49.The wedding day 2.
Epilogo.
Ringraziamenti finali
Extra (1):Christmas Pack./

37.Happy Birthday Emma!

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By xcallmepolenta

ATTENZIONE:
La parte che stai per leggere è in collaborazione con l'autrice di My Happiness, e potrebbe conterei spoiler sulle sue storie.Perciò per evitare questo malinteso è consigliabile leggere prima la saga di quella fino all'ultimo capitolo di Sinfonie e Fuoco.Detto ciò, buona lettura.

{ps. ma quanto è bella Emma nella foto sopra?!😷}

Canzone per il capitolo:

Kharfi-Hei bae

ELENA

La giornata era passata davvero bene, una giornata fantastica in una città bellissima.Durante la mattina ci eravamo incontrati insieme a Spencer e ai suoi amici che erano delle persone bravissime.Emma ci aveva praticamente costretti a fare tutto ciò che voleva lei essendo il giorno del suo diciottesimo compleanno e quindi di prima mattina un bellissimo e sano shopping.Quell'hotel in cui avevamo alloggiato forniva una colazione buonissima, migliore di quella francese della mattina precedente che non era molto ricca.Cibo più buono?Le ciambelle.Secondo quanto avevamo deciso dovevamo visitare il mercato della Boqueria dove ero già stata con i miei genitori, la Sagrada Familia, le varie case realizzate da Gaudì.

La città era così grande che se fossi stata da sola sarei riuscita a perdermi, ma per fortuna ero in compagnia della mia cricca che riusciva a leggere una fottuta mappa.Mi era già successo di viaggiare con degli incompetenti che leggevano la cartina al contrario senza rendersene conto veramente.

Quindi, durante la mattina avevamo incontrato Spencer insieme ai suoi amici davanti ad un bar che aveva il compito di essere il nostro punto di ritrovo.Gli altri ragazzi che facevano parte del gruppo erano Chris, Ariana, Hanna e Liam.La prima tappa della mattinata dopo lo shopping da Zara e altri negozi era proprio la visita alla Sagrada Familia.Già dall'esterno quell'edificio emanava un grande fascino anche se incompleto.Mi ero sempre chiesta come avesse pensato Gaudì di realizzare questo edificio enorme, che probabilmente non sarebbe arrivato mai ad un vero e proprio termine.

«Wow.»sfuggì dalla bocca di Alex.

In effetti quando rimanevi fermo davanti a edifici del genere le parole non riuscivano a uscire dalla tua bocca per lo stupore.Trovavi un edificio di queste dimensioni e di questa bellezza mentre tu eri come una piccola formica di fronte ad esso.

«Chissà com'è all'interno.»si passò una mano tra i capelli Liam.

Noi durante le lezioni di scuola avevamo studiato il gotico quindi la maggior parte della struttura, degli ornamenti e delle caratteristiche dell'edificio le conoscevamo bene.I pinnacoli, la verticalità, le edicole con le statue, tutto in pratica.Ci inoltrammo nella mischia aspettando in fila nel nostro gruppo davvero numerosi in questo caso, fremendo per l'emozione.

«Tutto bene?»ridacchiò Lio avvicinandosi a me.

«Sì sì, solo che...sono emozionata all'idea di visitarla.»sorrisi.

Lui rimase fermo accanto a me voltandosi verso il maestoso edificio, mentre lo sguardo di Spens si era fermato su noi due.Immaginavo che fosse curiosa di saperne di più su questa situazione su me e Lio, insomma, di solito tutti si chiedevano quale fosse il nostro rapporto in questo momento.Una situazione abbastanza complicata.

Da quello che avevo capito Spens stava con Liam mentre Chris con Hanna.Il mondo ci circondava di coppiette felici mentre io non avevo idea di che cosa fare insieme a Lio.Per la seconda notte ci eravamo addormentati abbracciati e non avevo idea del significato di quel gesto ripetuto.Amici o qualcosa di più?Forse qualcosa di indefinito.

Finalmente entrati ci trovammo nel cortile esterno per prendere le audio guide e cominciare la visita nella basilica.Emma continuava a saltellare sorridendo insieme ad Alex che la stringeva a sé.Questo viaggio a Barcellona per me significava molto, un viaggio molto importante e speciale perché vissuto insieme ai tuoi amici, alle persone a cui tieni di più.Per i giovani era sempre così emozionante quando ti sentivi abbastanza adulto da poter viaggiare insieme al tuo gruppo di amici invece che accompagnati dai genitori.Spens si era affiancata a me dato che i ragazzi cominciavano a rompere il ghiaccio sul serio e parlare di argomenti decisamente maschili.

«Allora...-sorrise- tra te e Lio?Si chiama Lio, vero?»ecco la fatidica domanda.Ridacchiò citando l'ultima domanda.

«Beh...diciamo che è complicato.È sempre complicato.Siamo stati insieme, ma alcuni ostacoli ci hanno divisi e ora mi sono resa conto che lo amo ancora, lui ama ancora me, ma non so se siamo pronti per ricominciare o cosa.Ci baciamo, lo abbiamo pure fatto, strano pure da ammettere, cioè sembriamo una coppia, ma...forse non lo siamo veramente.»sospirai.

«Ho notato il modo in cui lui ti guarda, uno sguardo pieno di amore, non un'occhiata qualsiasi che dai alla prima troietta che passa.Quindi, mostragli che cosa provi per lui...siete perfetti insieme per quanto ho visto in questi quindici minuti insieme, tu ci tieni a lui e viceversa.Non mandare tutto a puttane per colpa delle insicurezze e dei dubbi.»

In un certo senso quello che aveva detto Spens mi aveva fatto riflettere perché era vero.La pura verità.La strinsi in un piccolo abbraccio prima di tornare insieme agli altri con le audio guide per cominciare la visita.

«Andiamo.»sorrise.

Consegnai le audio guide, seguendo il percorso che portava al piccolo modellino dell'intera basilica completa.Dentro di me mi chiedevo come avesse fatto davvero a pensare ad un edificio di questo genere, che cosa lo avesse spinto a provarci, a rischiare.Rischiare di non poter vedere il suo lavoro terminato, cosa che era successa.Gaudì era morto da molto e ancora adesso non era completo.La pianta della chiesa fu progettata a croce latina, con l'altare maggiore sopra la cripta circondato da sette cappelle absidali, un transetto a tre navate con i portali della Natività e della Passione.

Ancora fuori ci trovammo davanti alla prima facciata.La chiesa avrebbe avuto tre grandi facciate, due delle quali già realizzate. La facciata della Natività, che presentava un aspetto neogotico.La facciata della Passione, che colpiva in modo particolare per i suoi personaggi sottili, emaciati, tormentati, dalle forme inquietanti.In questo caso davanti a noi si trovava la facciata della Natività.Orientata a levante, divisa in tre portali, dedicati alle virtù teologali: speranza a sinistra, la fede a destra, e carità al centro, con la Porta di Gesù che sovrastata dall'Albero della Vita. La facciata culminava con delle torri campanarie.I portali erano separati da due colonne quella di Giuseppe fra il portale della Speranza e della Carità, e quella di Maria tra il portale della Carità e quello della Fede. Le basi delle due colonne erano delle tartarughe (una di mare e una di terra) come simbolo dell'immutabilità della Chiesa e della forza della tradizione.

Cercammo di addentrarci poi all'interno della basilica bloccati nella fila di turisti curiosi e ammaliati.Sentii una sensazione strana alla bocca dello stomaco senza capire il vero significato di questa emozione, ma poi capii.Lio mi aveva appena preso la mano intrecciando le dita.Un piccolo sorriso da ebete si stampò sul mio volto.In quel momento la fila si mosse permettendoci di entrare e veramente lasciandoci senza parole per lo stupore.«Che meraviglia!»esclamò Ariana che era accanto a Franco.Quel ragazzo era già fin troppo furbo per i miei gusti perché per tutto il tragitto aveva guardato Ariana parlando con lei e provando a farla ridere con alcune delle sue battute squallide.

Seguendo il tragitto eravamo riusciti ad osservare l'altra facciata, il museo e la cripta.In questo caso invece ci trovavamo di fronte alla facciata della Passione orientata verso ponente, sostenuta da sei grandi pilastri obliqui che ricordavano tronchi di sequoia, su cui era posto un grande frontone a forma di piramide composta da diciotto colonne a forma di osso, in costruzione, per essere sormontata da una grande croce con una corona di spine.

«Ragazzi, giuro, non mi è mai successo di rimanere stupito così tanto.Non mi pento di essere venuto qui.»parlò Chris.

Non erano poi così male gli amici di Spens.Gli altri raggiunsero i ragazzi dopo essere usciti dalla Sagrada Familia, ma bloccandosi purtroppo.

«Non ci credo!Il negozio della Barcelona FC!»indicò il negozio Mattia dove stavano entrando una schiera di ragazzi.

«Non ci credo!»esclamò Hanna non appena i nostri ragazzi corsero verso l'entrata del negozio.

I ragazzi sarebbero rimasti almeno tutto il pomeriggio impalati in quel negozio al posto di continuare la visita insieme a noi.Dovevamo ancora visitare molti posti durante la giornata, mangiare, fare ancora un po' di shopping e infine tornare all'albergo per prepararci.La sera avremmo cenato in quel ristorante scelto da mio padre per Pasqua, in questo caso per festeggiare il compleanno di Emma e dopo raggiungere i locali sulla spiaggia.

Ci accomodammo su delle panchine posizionate fuori dal negozio osservando ciò che ci circondava:il cielo, la Sagrada Familia in lontananza, i ragazzi carini che uscivano dal negozio...In fondo non era così male aspettare qui fuori gli altri del gruppo.Forse i ragazzi si erano persi dentro o si erano semplicemente dimenticati della nostra presenza fuori ad aspettare.Spens sbuffò e io continuai a giocare a 1010! sul mio telefono per sconfiggere la noia che aveva preso il sopravvento.

«Oh!Finalmente!»si alzò Azzurra indicando i ragazzi uscire dal negozio con alcuni pacchetti.

«Non ci credo!»si passò una mano fra i capelli Ariana.

Stranamente Lio si era riavvicinato a me prendendomi la mano e io non mi ero lamentata perché mi piaceva questo gesto così semplice.Gli importava di me ed era già un gesto importante passeggiare mano nella mano davanti a tutti.Non si nascondeva.

«Prossima tappa?»domandò Hanna con un sorriso.

«Parco Güell.»esclamò soddisfatto Jeamy.

Il Parco Güell era un parco pubblico con giardini ed elementi architettonici situato nella parte superiore della città di Barcellona. Ideato come complesso urbanistico, fu disegnato dall'architetto Antoni Gaudí, che cercò di conservare l'andamento naturale del terreno in rilievo, lasciando libero sfogo alla sua immaginazione, generando un'opera originale dal profilo sinuoso. Per la sua costruzione fece impiego di variopinte ceramiche di recupero e pezzi di vetro, utilizzati come tessere di mosaici colorati assieme alle sue sculture in calcestruzzo, che rappresentavano tutto un universo di animali fantastici, rifacendosi in maniera chiara al concetto del pittoresco.

Dopo fu il turno di Casa Milà, detta La Pedrera.L'edificio, che occupava un lotto angolare, era composto da sei piani, su ognuno dei quali c'erano otto appartamenti; erano inoltre presenti due cortili interni, che garantivano elevata luminosità a tutti gli appartamenti.La facciata esterna dell'edificio era rivestita di pietra grezza; fu proprio questa particolarità che le avvalse l'appellativo de La Pedrera. In effetti l'edificio presentava l'aspetto di parete rocciosa, ondulata, plasmata da forze geologiche, grandioso basamento di una statua alla vergine del Rosario che Gaudí intendeva collocare in sommità.L'intero edificio era quindi privo di linee rette, perfino le piante dei cortili interni e degli appartamenti seguivano un disegno curvilineo. La struttura, infatti era costituita da una griglia irregolare di travi metalliche e di pilastri di materiali e dimensioni variabili, all'interno della quale si trovavano le tradizionali volte catalane in laterizio, permettendo una disposizione libera delle divisioni interne.Infine ci trovammo davanti alla facciata anteriore di Casa Batlló.Nella parte bassa della facciata, in pietra arenaria scolpita in forme sinuose, Gaudí concepì dei corpi aggettanti di aspetto zoomorfo e fantastico.Nella parte centrale della facciata, invece, Gaudí cercò un grande effetto di luminescenza attraverso la collocazione di dischi di maiolica frammentata e di vetri istoriati di diverse dimensioni e forme, secondo la tecnica del trencadís.La parte alta era invece interamente ricoperta da tegole di ceramica vetrificata colorata, evocanti le squame di un rettile.

«Beh, che dire...mi è piaciuta questa visita, molto...»cominciò Mattia dopo essere usciti dal ristorante.

«Davvero molto.»rispose subito Ariana che era ancora accanto a Franco.

Per pranzo ci eravamo fermati in un piccolo ristorante caratteristico per mangiare qualcosa.Adesso Emma voleva ancora fare dello shopping e poi saremmo tornati all'albergo per riposarci, la nottata sarebbe stata lunga per i festeggiamenti.In effetti volevo distendermi sul letto e riposare, volevo sopravvivere ai nostri ritmi alle feste qui a Barcellona.

«È stato bellissimo visitare una parte della città insieme a voi e soprattutto incontrarti di nuovo Elena.»si avvicinò Spens.

«Anche per me.»la abbracciai.

Salutammo gli altri con tantissimi abbracci e ringraziamenti per la bellissima mattinata passata insieme.Non solo ci eravamo acculturati molto visitando queste architetture spettacolari, ma ci eravamo divertiti conoscendo nuova gente.Sì, conoscevo Spens, ma i suoi amici no e lo stesso valeva per lei quindi nuove amicizie erano nate.

«Ragazzi, visitiamo solo più la Boqueria, facciamo un giro per la Rambla e poi torniamo in albergo?»domandò Lio pensieroso.

«Sì, dai.Questa sera voglio festeggiare sul serio.»ammiccò Emma.

Ogni due passi noi ragazze ci fermavamo davanti alle vetrine dei negozi per trovare qualcosa di carino da comprare per la serata o da indossare normalmente.Mi ricordavo di quando avevo intravisto la tuta da Stitch in un negozio che ora non avevo più idea di dove fosse.Carlo mi aveva chiesto di mandargli qualche foto di Barcellona quindi avevamo fermato qualche turista per farci scattare delle foto nella via o accanto alla Boqueria.Delle foto bellissime che probabilmente avrei appeso in camera mia come ricordo.

L'ascensore si fermò al piano dove si trovavano le nostre stanze e aprendo le porte per farci uscire.Non vedevo l'ora di buttarmi sul letto e morire in un sonno profondo fino ad arrivare a ora di cena e sfamarmi.Ok, forse non ero propriamente normale.Lio aprì la porta della camera facendomi passare come solo un galantuomo sapeva fare, più o meno, e sgusciai fino al letto.Mentre il biondo era in bagno io mi spogliai e mi infilai sotto le coperte per stare più comoda e chiusi gli occhi pronta per dormire.

Sentii il materasso abbassarsi «Elena...dopo farai tu prima la doccia...sei lenta.»ridacchiò Lio.Bofonchiai qualcosa a caso per poi annuire, sentii le sue labbra stamparmi un bacio sulla fronte e poi mi persi nel sonno, forse consapevole di essermi mossa per cercare di abbracciarlo nel sonno.Quando dormivo abbracciata a lui mi sentivo protetta in una bolla dove nessuno poteva toccarmi e rovinare quel bellissimo momento di pace, di paradiso.

Mi mossi nel sonno ancora qualche volta continuando con il mio bellissimo sogno.Nella mia mente cantava la canzone Closer, mentre ballavo insieme a Lio non so dove.In un certo senso ero consapevole che nella realtà vera io lo stessi stringendo forte a me sorridendo come una ebete.Non ero solo sicura della sua di condizione: dormiva?Mi osservava?Non ne avevo idea.Anche durante il sonno mi trovavo a chiedermi queste cose, cercando nei meandri della mia mente una risposta.Purtroppo sentii un rumore devastante rovinare quella tranquillità, come un ago o un dito che buca la bolla di sapone in cui mi trovavo.

Aprii gli occhi lentamente mettendo a fuoco la scena: ero nel letto, mezza scoperta in intimo, abbracciata a Lio che dormiva a torso nudo.Dato che dovevo farmi la doccia per prima decisi di sgusciare senza svegliare il ragazzo.Infilai la prima cosa trovata, la sua t-shirt bianca, e andai in bagno per lavarmi.Il getto di acqua scendeva bagnandomi completamente il corpo e creando una bellissima sensazione di calore.Non vedevo l'ora di tornare in quel ristorante, di passeggiare lungo la spiaggia e di ballare ancora in uno di quei locali moderni.Finito il tutto mi infilai di nuovo la T-shirt di Lio perché a quanto pare ero così presa da altro che mi ero scordata di prendere l'intimo per cambiarmi, mentre i capelli erano avvolti nell'asciugamano a mo' di turbante.

In camera trovai Lio seduto sul letto intento a guardare sul suo telefono con un kit kat in mano pronto per essere mangiato.

«Non resistevi vero?»ridacchiai riferendomi alla merendina.

Lui alzò lo sguardo verso di me e posò il tutto avvicinandosi a me «Vero -ridacchiò per poi rimanere fisso sulla mia maglietta- vedo che indossi la mia maglia...ecco dov'era.»il suo storico ghigno si formò.Posò le mani sui miei fianchi chiudendo le distante fra di noi e capendo che sotto alla sua maglia non avevo nulla.Si morse il labbro inferiore e in quel momento mi tornarono in mente le parole di Spencer.

'Ho notato il modo in cui lui ti guarda, uno sguardo pieno di amore, non un'occhiata qualsiasi che dai alla prima troietta che passa.Quindi, mostragli che cosa provi per lui...siete perfetti insieme per quanto ho visto in questi quindici minuti insieme, tu ci tieni a lui e viceversa.Non mandare tutto a puttana per colpa delle insicurezze e dei dubbi.'

Non resistetti alla troppa vicinanza avventandomi sulle sue labbra per sentire di nuovo quel sapore buonissimo e aspirare il profumo di casa.Era inspiegabile il modo in cui lui mi faceva sentire, quello che scatenava dentro di me.Sinfonie e fuochi d'artificio.

Mugugnò per staccarsi dopo almeno due minuti di baci intensi «Mh...vorrei continuare -passò un dito sul mio labbra inferiore- ma Emma è un dittatore.Non vuole ritardi...e io devo ancora lavarmi.»

Annuii leggermente per lasciarlo passare verso il bagno e aspettai che fosse dentro per cercare qualcosa da indossare per la serata.Un vestito elegante, ma non esagerato e anche leggermente comodo per la passeggiata sulla spiaggia.Lo stesso valeva per le scarpe.

Per la serata avevo scelto un abito semplice rosa carne a maniche corte e con la schiena poco scoperta.Aspettai che Lio fosse pronto, dicevano sempre che noi femmine eravamo lente, ma anche i ragazzi con le loro acconciature non scherzavano affatto.Il ragazzo uscì con un sorriso dopo aver notato il mio outfit e lo trascinai fuori prendendolo per mano.Il gruppo era riunito accanto all'ascensore aspettando il nostro arrivo, in ritardo solo per colpa di Lio e dei suoi capelli che dovevano essere curati e altre cazzate che aveva detto come scusanti per farsi aspettare.

«Ok, possiamo andare!»Emma era sempre più eccitata.

Dato che il Port Olimpic non distava molto dal nostro albergo ci incamminammo a piedi per raggiungere il ristorante dove cenare.Il buio stava per prendere il sopravvento visto che erano le nove di sera e la luna compariva già nel cielo aspettando di incontrarsi con le bellissime stelle.

Il ristorante si chiamava La Fonda del Port Olimpic, una della catena di ristoranti diversi posizionati di fronte al piccolo porto con le barchette e yatch.Sentivo che qualcosa sarebbe successo questa sera, ma non avevo idea di che cosa, forse riguardava Lio o non lo so.Solo io e il biondo conoscevamo il ristorante e i vari locali che si trovavano lungo la spiaggia.Appena arrivati dentro al locale un cameriere ci scortò al nostro tavolo che era collocato proprio accanto alla vetrata.Accanto a me avevo Franco che guardava ammirato i crostacei ancora vivi esposti prima di essere cucinati.Da una parte sembrava davvero disgustoso il fatto di tenerli vivi mostrandoli alla gente con magari le chele legate e poi portarli in cucina per servirli ai clienti.Dall'altra era interessante perché se non avevi mai visto un crostaceo vivo e vegeto ne avevi la possibilità.

«Che carino qui, ci siete già stati quindi?»domandò Azzurra con un sorriso.

«Sì.»dicemmo all'unisono io e il biondo.

Una piccola risata generale si creò mascherando il mio rossore sulle guance.Un cameriere ci raggiunse per le ordinazioni dato che avevo deciso io insieme a Lio che cosa ordinare.L'ultima volta che ci eravamo recati in questo ristorante mi ero annotata mentalmente alcuni piatti che più mi erano piaciuti, così avrei potuto consigliarli agli altri.Mi ricordavo benissimo quella serata in cui avevo cenato qui con la mia famiglia e quella di Lio.Dopo ci eravamo diretti in un locale per ballare e lì per la milionesima volta avevo mostrato la mia gelosia verso di lui.Beh, molte ragazze continuavano a fare gli occhioni dolci al mio fidanzato, che cosa dovevo fare?Rimanere ferma come una scema senza mostrare il mio fastidio?

«Quindi ordinate voi?»domandò Emma pensierosa.

Annuii.

La cena era trascorsa troppo velocemente con complimenti per ogni singola portata al tavolo.Emma sempre esuberante mangiava come un maiale gustando tutto il cibo buonissimo e non vedeva l'ora di raggiungere uno di quei locali famosi.Alcuni camerieri avevano portato una torta di compleanno al cioccolato per festeggiare cantando anche la solita canzoncina.Ci eravamo spartiti i soldi per pagare il conto e uscimmo dal ristorante passeggiando per il piccolo porto prima di recarci sulla spiaggia.

«Quindi ora andiamo a ballare?»Azzurra saltellava come una cavalletta da destra a sinistra come Emma.

Stranamente Jeamy non le stava dietro, anzi, parlava con Mattia e Franco.Non feci però troppo caso tornando alla realtà.Il sole era tramontato lasciando spazio al cielo blu punteggiato dalle stelle brillanti.I locali non distavano molto dal ristorante, quindi anche con i tacchi vertiginosi di Emma saremmo riuscite a camminare tranquillamente.

due ore dopo...

Mi avvicinai al bancone trascinando con me Emma ed Azzurra pronte per prendere un altro bicchiere.Mi appoggiai al bancone con i due ragazzi davanti che servivano gli shottini.La serata proseguiva bene festeggiando e ballando sotto le note delle più belle canzoni estive del momento.I ragazzi ci affiancarono, tra cui Lio che posò le mani sui miei fianchi e allungò il braccio per prendere il bicchierino.Partì la canzone Perdoname facendo nascere dentro di me la pazza gioia e voglia di scatenarmi a ritmo, quindi trascinai Lio in mezzo alla pista per ballare.

Ridacchiai posando le mani sul petto del ragazzo muovendo i fianchi e i piedi avanti e indietro facendo ridere anche lui.Non ero una ballerina provetta, ma qualche passo da discoteca riuscivo a ballarlo normalmente.

Come altra canzone partì un remix di Firestone, forse la canzone più bella dell'intera serata nel locale.Quella canzone portava un carico di emozioni e significati intensi dentro di me.Ricordava la vacanza al mare di una settimana prima, ricordava me e Lio.La nostra canzone dell'estate, una canzone che ci rispecchiava nel pieno.

«Oh cavolo!Amo questa canzone!»esclamai con occhi a cuoricino.

La sua mano si unì alla mia facendomi girare e ballare dolcemente come in un lento romantico.

Quando ci tocchiamo tu mi ispiri
Senti il cambiamento in me, stasera
Perciò prendimi, portami più in alto
C'è un mondo non lontano da qui
Possiamo ballare con desiderio
Oppure possiamo bruciare d'amore stanotte

I volti sempre più vicini, i battiti all'unisono e le labbra desiderose.Succedeva sempre così.

I nostri cuori sono come
pietre infuocate
E quando ci colpiscono
Sentiamo l'amore
Le scintille voleranno
Accenderanno le nostre ossa
E quando ci colpiscono
Noi illuminiamo il mondo

«Baciami.Baciami e non fermarti.»soffiò sulle mie labbra.

Non doveva neanche chiederlo.

Io sono di X
Tu sei di Y
Perfetti sconosciuti nella notte
Ora siamo qui, riuniti
Al mondo testimonieremo

Ma sentivo che alla fine un'intera giornata non poteva continuare nel migliore dei modi, troppa pace e tranquillità.Come in filosofia Empedocle diceva che lo sfero era formato da un mix dei quattro elementi con amore, pace e tranquillità, ma per creare il mondo vero e proprio doveva subentrare la contesa.Serviva un equilibrio perfetto tra amore e contesta perché noi dovevamo vivere avendo sempre uno stimolo in più.Ma quello che volevo dire io era che in questa giornata di amore, tranquillità e pace doveva subentrare una contesa, un odio, qualcosa.Serviva equilibrio.E così successe.

Staccati dal bacio le luci colorate del locale mi fecero notare una figura molto riconoscibile, che non avrei voluto rivedere mai più.Una stretta al petto si formò come il groppo in gola che non mi permetteva di far uscire le parole dalla mia bocca.

«Oddio...è quel Paolo...ma che ci fa qui?!»urlai all'orecchio di Lio per farmi sentire sopra alla musica alta.

«Andiamo via da qui, è meglio.Non ci ha visti, stai tranquilla piccola.»mi circondò la vita Lio.

L'ansia cresceva in me sempre di più.Ogni secondo che passava avevo paura che Paolo tornasse da me dicendo 'sorpresa' e altro.Non vorrei augurare a nessuno queste sensazioni.Quello che avevo vissuto il mese scorso all'addio di Laura.La sensazione delle sue mani sporche su di me.

Uscimmo dal locale dopo aver avvisato almeno uno del gruppo in caso di emergenza e scappai velocemente per non essere riconosciuta.Non era possibile.Come aveva fatto?Mi stalkerava o cosa?Forse era solo una coincidenza.

Una coincidenza.

«Ho paura Lio.»mi strinsi nel letto.

«Non devi.Ci sono io con te qui, ora.Ti proteggo io.»si coricò nel letto accanto a me.

«Sento ancora la sensazione delle sue mani sporche di quella brutta esperienza passata all'addio di Laura.»nella mente si ripeteva la scena.

Il suo braccio mi avvolse le spalle stringendomi a lui in un caldo abbraccio.

«E se facesse del male anche ad Emma e ad Azzurra?»il panico si impossessò di me.

E in quell'equilibrio mancava ancora una cosa, una frase.Una cazzo di frase che da una parte mi aspettavo di sentire dall'altra no.

«Elena basta!Nessuno farà del male a loro!Nessuno ti farà del male se ci sarò io!Non ti lascerei neanche un minuto!Io ti amo, cazzo!E non ti lascerei mai!»sbottò.

Angolo autrice

Ooook!Mi sono dilungata troppo, sorry.Aggiungendo Pöl (Paolo) siamo entrati in azione a caso, quindi ci sono Pöl e Pöla (io).Fantastico.

Ehm...ok...avrei dovuto aggiornare ad Halloween ma ci sono stati dei problemini vari quindi nada🙈🎃Aggiorno il giorno dei santi dove sono ad un pranzo con la mia famiglia nella casa in montagna dove ho ambientato due o tre capitoli precedenti al viaggio di Barcellona.

Scusate ancora il ritardo, ricordatevi che questo capitolo è in collaborazione con heressa e boh leggete le sue storie  perché è la mia socia!

Valar Morghulis!

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