My Rebel Heart

By xCliffocornx

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Dopo aver infranto le regole per l'ennesima volta, Abigail Matthwens è costretta ad iscriversi alla NYHS, una... More

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By xCliffocornx

«Matthwens,non è la prima volta che mi combina un guaio. Come devo farle capire che questa è una scuola e non un parco giochi?»

Sono in Presidenza ancora bagnata dalla testa ai piedi. Subito dopo la fuga, sembra che Victoria non si sia arresa e abbia raccontato tutto alla Preside. Qui con me c'è anche Dallas, ma a differenza mia non fiata. Probabilmente non se lo aspettava di finire qui. Quanto a me,ci sono abituata.

«Cam,cosa stai combinando? Sai bene cosa bisogna fare in questi casi.» sospira e prende una penna «Allora?»

Dallas continua a restare muto e a fissare un punto qualsiasi nella stanza. Non ha guardato neanche una volta la Preside negli occhi.

«Vuoi davvero che avvisi tuo padre?» continua la donna.

È allora che il moro alza il suo sguardo glaciale e la fissa negli occhi. C'è aria tesa qui in stanza,troppa.

«Preside.» provo ad incentrare l'attenzione su di me «Lui non c'entra. Non stava facendo nulla di male,no?»

«Oltre al fatto di camminare nei dormitori mano nella mano con una ragazza? Per di più sappiamo bene quale reputazione nutre lei, cara Matthwens.»

«Cosa significa questo? Solo perché sono finita un paio di volte qui,ho forse il diritto di essere considerata come un mostro? E mi dica,come può sapere Justice che mi trovavo in quel posto?»

La Preside per un attimo resta titubante.

«Le concedo il diritto del dubbio.» affermo.

«Vuole sapere la verità?» dice ad un tratto Dallas.

Non so bene cosa voglia fare,ma di qualsiasi cosa si tratti mi spaventa. Se raccontasse tutto finirebbe in guai molto più grossi dei miei.

«Oggi era il mio compleanno e ho organizzato una festa nella mia stanza. Tra gli invitati c'era anche Justice e indovini un po'? Si è presentata.»

«Hai organizzato una festa in camera invitando delle ragazze?»

Se solo avesse ascoltato, avrebbe capito che non era quello il punto dove Cameron voleva arrivare.

«Se è così non mi lasci altra scelta. Mi dispiace.» prende il cellulare e inizia a digitare un numero.

È la fine.

Se mi avessero detto che al mondo esistono persone che possono odiare come Victoria una persona che non ha fatto nulla di male,allora sarei scoppiata a ridere. Ma adesso so che non reagirei più allo stesso modo. Chiamare la sicurezza solo per mettere nei guai una persona che odia pur sapendo di complicare le cose anche ad un suo amico è stata una delle cose più crudeli che potesse fare. E di sicuro questa me la pagherà.

****
Siamo rimasti in Presidenza per alcune ore senza mai fiatare. La tentazione di scappare c'è stata,ma l'ho dovuta trattenere.

«Preside White, è arrivato il Signor Dallas.» annuncia la segretaria aprendo la porta.

«Lo faccia entrare.»

Quando l'uomo cinquantenne varca la porta mi alzo subito in piedi. Pur avendo avuto una piccola discussione con lui, questa sua aria autoritaria mi spaventa a volte. Vedendo il suo sguardo gelido capisco che forse lui e Dallas non sono poi così diversi. Hanno lo stesso sguardo minaccioso.

«Mi dispiace averla dovuta disturbare, ma come può ben capire è stato mio dovere informarla dell'accaduto.» dice la Preside.

«Mi lasci solo con questi due ragazzi, per favore.» risponde con voce grave il signor Dallas.

La Preside annuisce ed esce dalla stanza. Perché quest'uomo non ha fatto uscire anche me? Perché devo assistere a ciò che dirà al figlio?

Prima ancora di parlare, il Signor Dallas fissa suo figlio e non ricevendo alcuna reazione lo colpisce in viso. Cosa sta facendo?
Sto per posizionarmi davanti a Cameron quando il moro mi blocca per un polso e mi tiene dietro. Cosa significa questo? Dovrei forse restare in silenzio e lasciar andare le cose così? Perché?

«Sei la vergogna della nostra famiglia.» dice l'uomo con voce rauca e profonda. Poi mi fissa «È forse lei la ragione per cui sei finito nei guai? Ancora? Continui a cercartele su un piatto d'argento? Pensavo avessi capito la lezione dall'ultima volta. Ti ho forse iscritto in questa scuola per poter conoscere gente di mezzo rango?»

«Ehi! Mezzo rango a chi?» dico d'impulso.

Per quanto mia madre insista dicendo che bisogna sempre rispettare le persone adulte, quest'uomo va contro ogni regola. Darmi della pezzente solo perché non ho una famiglia prestigiosa come la sua mi sembra un po' troppo.

«Vuoi forse dei soldi per levarti dai piedi di mio figlio? Non ci sono problemi. Quanti vuoi? Cento? Duecento? Cinquecento vanno bene?»

Ma è impazzito! Crede di potermi comprare? È così che funziona dalle sue parti?

«Papà,smettila!» grida Dallas.

«Io dovrei smettere o tu? Devo forse ricordarti cos'ho fatto per te?»

Dallas resta muto e guarda verso il basso. Che sta succedendo? Basta così poco per zittirlo? Con me non è così semplice.

«Come pensavo.» sospira l'uomo soddisfatto.

Perché fa così?

«Cosa vuole ancora?» mi intrometto.

«Eri tu quella ragazza nei dormitori maschili?»

Non rispondo. So che sa benissimo chi è stato,inutile annuire.

«Chi tace acconsente.» afferma «Vuoi sapere io cosa voglio?» inizia a camminare per la stanza. È fastidioso.

«Cosa?» insisto.

«Che tu la smetta di portarlo per la cattiva strada. Se scopro che ti senti ancora con mio figlio ti spedisco a casa.»

«È una minaccia?»

«No,vedilo solo come un avvertimento.»

«Non dovresti prendertela con me?» interviene Dallas.

«Oh,lo sto facendo. In fondo sappiamo entrambi il motivo per cui stai con lei.»

Di quale motivo sta parlando? Perché parlano in codice?

«Cosa intende?» chiedo.

«Le risposte arrivano col tempo. Io ti ho avvisata.»

«Ciò che sta facendo è punibile legalmente! Mi sta minacciando.»

Da quando me ne intendo di legge? Non so perché abbia reagito così,ma a mali estremi, estremi rimedi.

«Cosa pensi? Che crederanno te o me?»

«Adesso smettila,papà! Esci.»

Sia il padre che il figlio hanno un caratteraccio. A volte pur di imporre il proprio pensiero utilizzano le maniere forti. In questo caso,però, è bastato davvero poco per far uscire dalla stanza il Signor Dallas. Non so cosa voglia da me,ma se crede che sia successo tutto questo a causa mia si sbaglia di grosso. Qualcuno qui si è comportato da bambino avvertendo persone che non doveva avvertire e quel qualcuno la pagherà.
Decido così di uscire dalla stanza e dirigermi in stanza a prendere ciò che mi servirà per compiere una piccola vendetta,per poi far visita alla vittima.
Salgo le scale velocemente e busso alla porta più odiata, nessuno apre. Avvicino l'orecchio alla porta e capisco che in stanza non c'è nessuno. Forse questo è un segno. Prendo una forcina dai miei capelli e furtivamente la inserisco nella serratura. È abbastanza semplice imparare il meccanismo una volta che lo si applica tante volte. Alla fine riesco ad entrare e prima che qualcuno possa notarmi, richiudo immediatamente la porta. Da quando sono in questa scuola,ho capito tante cose e una in particolare: per Victoria non c'è nulla di più importante della sua reputazione scolastica. E probabilmente giocherò queste carte in mio favore. Gironzolando per la stanza, trovo il PC di Miss Zoo aperto. Intuisco che si tratta del suo dallo stile e dalle sue iniziali brillanti attaccate al mouse. Sullo schermo riesco a vedere a grandi lettere il titolo del compito di scienze. Si tratta di una relazione e ciò non guasta affatto. Apro il mio zaino e prendo una chiavetta USB, la inserisco nel computer e copio il file della relazione. Victoria avrà ciò che si merita.

Il giorno dopo, più grintosa che mai,mi dirigo in classe puntuale. Alla prima ora c'è scienze e proprio come previsto la professoressa decide di interrogare. Prima ancora che Victoria possa alzare la mano e iniziare a leggere la sua relazione, la precedo e mi offro. La prof sorridente fa segno di iniziare.

«Prima di leggere ciò che ho scritto, vorrei precisare che non sono molto brava in queste cose,ma ci ho provato e mi sono impegnata. Quindi se ci sono errori, la prego di capirmi.» detto ciò inizio a leggere il foglio.

Di sottecchi riesco a vedere che Victoria,man mano che leggo,impallidisce sempre di più. Peccato che non mi faccia pena.
Finito la prof decide di farmi dei complimenti e una volta detto ciò guarda Victoria e le chiede di leggere il suo compito,ma lei rifiuta.

«Come mai?» chiede l'insegnante.

«Non mi sento pronta.» risponde.

La prof allora si alza e va verso Justice. Ammetto che è divertente vederla in difficoltà.

«Mi dia il suo compito.» prende il foglio dal banco, ma Victoria lo tira dall'altra estremità.

«Le ho detto che non sono pronta.» si oppone.

«Deve leggerlo, non può rifiutarsi!» continua la prof tirando il foglio.

Alla fine, come da copione, la relazione si strappa in due metà e la prof infuriata decide non solo di mettere una nota disciplinare a Miss Zoo, ma anche di darle come voto un impreparato.

«Me la pagherai.» sibila Victoria.

Le sorrido e mi gusto così per tutta la lezione la mia vittoria. Per una volta posso dire che ciò che ho fatto non è poi così sbagliato.

A fine lezione prima che suoni la campanella per la seconda ora,vado alla ricerca di Dallas. È da ieri che non lo vedo e vorrei dirgli che Victoria ha avuto ciò che meritava. Alla fine lo trovo di fronte al suo armadietto e a passo felpato mi avvicino a lui e gli copro gli occhi con le mani.

«Indovina chi ha dato una lezione a Justice?» chiedo.

«Mia nonna?» risponde.

Levo le mani e mi paro davanti a lui «Ma no,questa ragazza.»

«Non dovresti essere qui.»

«Perché?»

«Perché è così.» con una mano chiude l'armadietto e con l'altra mi sposta.

Perché fa così? È di nuovo arrabbiato con me senza motivo?
Provo ad avvicinarmi, ma lui aumenta il passo. Se c'è una cosa che non capirò mai,di sicuro è il suo carattere.

«Stai cercando di evitarmi?» chiedo iniziando a perdere la pazienza.

«Forse.»

«E quale sarebbe il motivo?»

«Lo sai.»

«Se te lo chiedo evidentemente non lo so, non trovi?»

Si ferma di colpo e mi fissa. Riesco a leggere negli occhi tutta la sua perplessità. Non capisco perché faccia così.

«Allora?» chiedo spazientita.

Si passa una mano sul viso e sbuffa sconfitto «Vieni con me.»

Inizio così a seguirlo e a chiedermi sempre più volte dove voglia arrivare. In fondo qualsiasi cosa faccia questo ragazzo non ha alcun senso. Niente ha senso con lui.
Alla fine arriviamo in un luogo dove non c'è nessuno, ma ciò nonostante Dallas si guarda sempre attorno.

«Perché qui?» chiedo.

«Vuoi davvero tornare a casa? Insomma,stai complicando tutto.»

«Tornare a casa? Ma di cosa stai parlando?»

«Mio padre ieri era serio,non puoi rischiare così tanto per una sciocchezza.»

«Una sciocchezza? Sarò pur libera di scegliere con chi parlare,no?»

«Non se si tratta di me. Insomma, ti sei guardata attorno? Tutti pensano che tu e io abbiamo una relazione o che tu sia la mia compagna di giochi. Vuoi davvero che la gente pensi questo?»

«Sì.» mi accascio a terra e sospiro «Non in quel senso. Insomma...no. Non voglio che la gente pensi questo,ma ormai che importa? Non cambieranno le cose. Sono già quella persona ai loro occhi,quindi cosa importa?»

«Importa perché io non lo voglio. Sei l'unica che prova a ribattere le mie idee, l'unica che mi fa arrabbiare,l'unica che con i suoi modi mi fa ridere. L'idea che tu possa tornare a casa per colpa mia,non posso neanche lontanamente accettarla.»

«Dovrebbe essere un complimento?» chiedo divertita.

«Dovrebbe,ma non suona tanto bene.»

«Suona strano,ma cos'è normale qui in fondo?»

«Magari tu. Qui cercano di apparire tutti perfetti e senza neanche un difetto, ma tu no. Ti comporti come un semplice essere umano e non come un essere superiore. Quindi sì,probabilmente l'unica cosa normale qui sei tu.»

«Ehi ehi ehi,cosa sono tutti questi complimenti? Sembra quasi una dichiarazione.» ridacchio.

«Magari lo è.» afferma

•SPAZIO A ME•
Non volevo tardare e farvi aspettare così tanto,mi dispiace.
Avevo davvero un capitolo pronto,ma alla fine non mi andava di pubblicare ancora il punto di vista di Dallas quindi ho lasciato perdere e ho scritto questa parte. Spero vi piaccia lo stesso.

Eventuali errori poi li correggerò💜

Vorrei augurare un buon compleanno a due persone veramente speciali: Ash e Matt. Fiera di loro💕

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