My Rebel Heart

By xCliffocornx

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Dopo aver infranto le regole per l'ennesima volta, Abigail Matthwens è costretta ad iscriversi alla NYHS, una... More

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Cameron
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By xCliffocornx

Siamo arrivati. Ho qui le valigie in mano,mentre Dallas è impegnato ad usare il cellulare.

«Potresti aiutarmi?» chiedo sbuffando.

Portare cinque valigie non è per nulla semplice, soprattutto se devi farlo da sola.

«Un secondo.» scrive qualcosa a raffica sul display.

«Cameron!» grido esasperata.

Ho capito, devo farlo da sola. Con una mano prendo una valigia,una me la metto in spalla e la terza con la mano sinistra. Le altre due adesso? Cerco di allungare il piede e tirare una qui,ma allungandolo troppo finisco per inciampare a terra e così le valigie insieme a me. Ma che bella sfortuna.

«Sei veramente imbranata.» dice Dallas raccogliendo le tre valigie da terra.

Ah io sarei imbranata? Se mi avesse aiutata prima ciò non sarebbe successo e ora non ci sarebbero una decina di persone che mi fissano e ridono.

«Ah è così? Mi aiuti solo perché hai notato tutte queste persone e quindi cerchi di apparire come un cavaliere?» prendo le altre due valigie da terra e mi alzo.

«Quindi pensi che qualsiasi mio gesto gentile sia dovuto solamente al fatto che voglio avere una buona reputazione?» perspicace il ragazzo.

«Non lo penso affatto, è così.» gli punto un dito contro e lui mi abbassa la mano.

«Potresti sbagliarti.»

«O forse avere ragione.» obietto.

«Forza,andiamo dai tuoi.» dice sospirando.

Casa mia non è molto distante da qui,ma dobbiamo comunque chiamare un taxi. Dallas cerca di pagare per me,ma io come al solito mi arrabbio con lui. Non voglio carità, ho i miei soldi.
Il conducente del taxi guarda la scena divertito, ma io non ci trovo nulla di divertente. Tutto questo sta iniziando a diventare noioso.

«Hai già pagato troppe cose per me,smettila!» porgo i soldi all'autista.

«No,si fermi! Non li accetti. Sono io l'ospite e pago per me.»

«Lasci stare, li accetti.» dico.

Alla fine l'autista li accetta e quando usciamo Dallas si arrabbia «Potevo pagare per me.»

«Così impari a fare lo stesso con me.» rispondo con un sorriso soddisfatto. Adesso imparerà a non spendere più soldi per me.

Bene, casa mia è a pochi metri da me e sto ancora indugiando a bussare alla porta. Sono davvero pronta a vedere la reazione di mia madre quando capirà che non è assolutamente cambiato nulla dall'ultima volta che ci siamo viste?
Ho il cuore a mille e le gambe mi tremano, non sono mai stata così insicura in tutta la mia vita. Forse qualcosa in me è cambiato davvero. Sì,qualcosa in peggio.

«Cosa stai aspettando?» chiede Dallas fissandomi.

Che qualcuno mi dia un buon consiglio per tranquillizzarmi,ma evidentemente non si può avere tutto dalla vita.

Il principino bussa e subito mi pento di averlo portato con me. Come spiego a mia madre il motivo per cui è venuto qui con la sottoscritta?

«Stupido!» alzo la mano e faccio per dargli uno schiaffo, ma mi blocca in un nanosecondo.

«Gentile da parte tua cercare di pulirmi la bocca sporca, grazie Abby

Mi giro e vedo che mia madre è sulla soglia della porta con un sorriso compiaciuto «Non sapevo che avresti portato anche il tuo ragazzo.»

Spalanco gli occhi e mi giro verso Dallas che nel frattempo ha assunto un'aria triste «No,non lo siamo affatto. Ha preferito che rimanessimo amici.»

Che bugiardo.

«Cameron!» grido.

Mia madre mi tira per un orecchio e con aria quasi di rimprovero mi fissa «A volte mia figlia non ha un cuore.»

«Oh no signora, Abby è sempre molto gentile con me e sono felice di essergli amico. Ci sono poche persone come lei.» sorride e poi le porge la mano «Io sono Cameron.»

Qualsiasi cosa abbia in mente,non mi piace per nulla. Avrei preferito che restasse in silenzio per tutto il tempo e invece ha fatto tutt'altro. Me la pagherà.

«Amanda,la madre di Abigail. Devi essere molto stanco,vero? Mia figlia ti ha fatto portare tutte queste valigie.»

Abbasso lo sguardo e con mia grande sorpresa noto che le valigie che avevo poggiato a terra ora le ha lui in mano insieme alle altre tre. Vuole davvero mettermi in difficoltà? E poi perché mia madre non mi ha ancora notata? Si sta preoccupando solo per questo ipocrita.

«È stato un onore per me aiutarla e non m'importa se non mi ha ancora ringraziato,l'ho fatto con piacere.» entra in casa e mia madre lo segue.

Penso che l'odio che sto provando in questo preciso istante per lui,non lo proverò mai più per nessun altro. È un falso.

«Ti ringrazio io da parte sua. Che vergogna, non è sempre stata così. Penso che qualcuno come te accanto la aiuterebbe molto.»

Non è affatto vero! È anche colpa sua se ultimamente mento di più,ma questo ovviamente mia madre non lo saprà mai.

«Abigail,porta il tuo amico nella stanza degli ospiti,poi scendi di nuovo giù a salutare gli altri.» ci risiamo, eccola di nuovo che cerca di comandare.

Ma non si stanca mai?

Alzo gli occhi al cielo e cerco di mostrarmi gentile davanti a Dallas,ma solo perché c'è mia madre qui e non vorrei che facesse una sua scenata di rabbia.
Apro la porta della stanza e lo spingo dentro.

«Aggressiva eh? Sappi che però oggi non ne ho voglia,sarà per la prossima volta.» risponde quasi come se fingesse di non aver capito.

So che ha capito.

«Mi prendi in giro? Non sei d'aiuto, Dallas!» chiudo la porta a chiave per evitare che mia madre entri senza bussare.

«Perché ti arrabbi tanto? Stavo scherzando.»

«Non sono arrabbiata per quello,ma per le bugie che stai raccontando a mia madre.»

«Ti ho già spiegato il motivo.» si limita.

«Questa volta solo tu trarrai vantaggi visto che stai solo cercando di mettermi in difficoltà. È già difficile per me riuscire a fare un discorso a mia madre senza che scoppi l'ennesimo litigio del giorno,non metterti anche tu.»

«E se stessi solamente raccontando la verità?»

«Io quindi ti avrei rifiutato? Avrei preferito esserti amica?»

Annuisce.

«Sarò stupida fino ad un certo punto, Dallas,ma addirittura credere che me la beva è troppo anche per me.» gli do una spallata per passare e giro la chiave nella serratura «Se hai bisogno di qualcosa, chiamami.» ed esco.

Quando vado in cucina vedo che mi aspetta tutta la mia famiglia compresi i miei nonni. Char e Austin suppongo che verranno tra poco.

«E Cameron?» chiede mia madre.

Ci mancava solo che lo trovasse simpatico.

«Scenderà tra poco,è un po' stanco.» mi fingo disinteressata e vado ad abbracciare tutti.
Quest'aria così amichevole è forse l'unica cosa buona che mi è capitata in tutta la giornata.

«Oh Ab,il nonno è diventato matto. Da quando si è comprato il suo nuovo aggeggio non fa altro che parlare di Twittert.» dice la nonna gesticolando.

«Te l'avrò detto un casino di volte. Si chiama Twitter.» la corregge il nonno.

«Cosa importa ormai? Sei sempre lì su quel Twittert.»

«È Twitter.» insiste il nonno «Posso parlare con le persone famose. Inoltre mi segue anche la moglie del Presidente. L'altra volta mi è arrivata la notifica "@ThePresidentsWife ha iniziato a seguirti.» dice con aria fiera.

Rido per la scena buffa. Ha ancora molto da imparare.

«E così hai friendzonato quel povero ragazzo?» chiede Jace indicando il piano di sopra.

Non ci voleva questa, ora inizierà a farmi tante domande.

«È solo un amico.» chiarisco.

Da quando io e Dallas possiamo considerarci amici? Penso che questa sia solamente un'altra delle mie solite bugie. Un giorno dovrò smetterla.

«La mamma mi ha detto che sembravate molto affiatati.» continua.

«Affiatati?» ripeto quasi disgustata.

Non so dove nè quando, ma queste stupide idee di mia madre devono finire qui.

«Sì esatto,presentami il mio nuovo cognato,forza.» dice con aria beffarda il biondo.

«Ma sei matto? Non siamo fidanzati.» insisto.

«Ma comunque è un tuo amico,giusto?»

No.

«Sì.» rispondo sorridendo.

Forza Ab, resisti solo fino domani. Ce la puoi fare.

Qualcuno suona al campanello. Che sia lodato il cielo, almeno in questo modo distoglierò l'attenzione che si è creata su di me.
Mi affretto ad andare alla porta e quando la apro mi si precipita addosso Char.

«Abs!» grida stringendomi.

Ricambio l'abbraccio e la faccio entrare, ma quando alza lo sguardo noto che sul suo viso compare un'espressione disgustata «Ciao.»

Mi giro e vedo che in soggiorno è comparso Dallas e che sta già salutando tutti. A quanto pare a Char non piace più.

«Piacere.» fa il principino porgendole la mano.

«Ci siamo già conosciuti.» taglia corto Char «Tu sei il ragazzo di Abs.»

Oh cazzo.

«Char!» grido per cercare di coprire la sua voce, ma sembra che sia tutto inutile dato che ormai l'attenzione si è spostata tutta su di me.

«Il tuo ragazzo?» chiede Jace sorridendo.

Oggi il mondo ce l'ha con me.

«Mi chiama spesso così.» cerca di spiegare Dallas «È il suo modo per esprimere affetto.»

Forse avrò capito male, ma sbaglio o il principino ha cercato di aiutarmi?

«Sorellina,devi volergli molto bene se gli hai dato questo soprannome.» tira Char per un braccio e la avvicina al suo petto per poi stringerla fra le braccia.

«Tu invece non sei cambiato affatto. Sei sempre il solito con le ragazze.» mi tappo la bocca con le mani e sussulto.

Non dovevo dirlo. So che quello con Char è qualcosa di serio, ma stava iniziando a stufarmi. Ora probabilmente litigheranno, ma ormai è fatta. Almeno così i due piccioncini non mi metteranno in difficoltà di nuovo.

Char si allontana bruscamente da Jace e mi fa un sorriso imbarazzato «Allora,come va con quella vipera?»

Mia madre si gira di colpo e fissa Char con aria interrogativa. Perché non chiude un po' quella bocca quando serve?

«A chi ti riferisci? Non mi sembra che Abby abbia qualche problema con gli studenti. Di chi si tratta? Me ne occupo io.» dice Dallas poggiandomi la mano in spalla giusto per sembrare più credibile.

Char alza gli occhi al cielo e sbuffa. Ha capito che forse è meglio se resta in silenzio.

«Abigail,hai qualche problema con qualcuno?» chiede mia madre rivolgendo tutta l'attenzione su di me.

Scuoto la testa e le indico Dallas «Se ci fossero realmente problemi se ne occuperebbe lui.»

Frase patetica. Non chiederei mai aiuto al principino.

«Vede signora? Vostra figlia è in ottime mani.» continua il moro.

Vorrei tanto scoppiare a ridere e allo stesso tempo scomparire dalla faccia della Terra, ma ciò sarebbe abbastanza inutile dato che ormai è fatta. Grazie Char.

«Ha chiamato Maia per sapere cosa stavi facendo, mi sa che dovresti richiamarla.» è una fortuna che Dallas abbia cambiato argomento.

Cerco nelle tasche dei jeans ma non trovo il cellulare,vedo allora nelle tasche del giubbino. Inutile. Sul mio viso deve essere comparsa un'espressione preoccupante dato che mi fissano tutti.
Dallas mi mette una mano in spalla e sorride «L'hai lasciato sopra mentre mi parlavi.»

Vado al piano di sopra e corro nella stanza degli ospiti. Aveva ragione, era qui. Ma perché è a terra?

«Quando ho detto lasciato intendevo lanciato. Eri così arrabbiata che hai sbattuto la porta e poi hai cercato di colpirmi col cellulare. Magari potremmo praticare un po' di tennis se proprio non resisti a lanciare cose.» ridacchia ed entra anche lui in stanza.

«Lo trovi divertente? Ti ho quasi colpito!»

É assurdo. Chiunque mi avrebbe insultata se avessi fatto una cosa del genere e lui invece ride. Perché è così strano questo ragazzo?

«Sono abituato a vedere oggetti volanti.»

«Quindi per te è normale?»

«Solo due ragazze hanno cercato di colpirmi con il primo oggetto che si ritrovavano tra le mani e se proprio vuoi saperlo una di queste sei tu. Ma consolati sapendo che non sei stata la prima.»

«L'altra persona è tua madre?» chiedo curiosa.

«Mia madre non avrebbe mai fatto una cosa del genere o almeno per quanto possa ricordarmene.»

«In che senso?»

«Sei un tipo curioso, ribelle. Vuoi sapere come sono andate veramente le cose?»

Ho paura della sua risposta, ma non posso frenare la mia curiosità «Sì.»

«Mia madre è morta quando avevo sette anni e mio padre si è risposato circa un anno dopo. Curioso vero? E pensare che diceva di amare tanto mia madre.»

Tono freddo e volto impassibile,quasi come se avesse raccontato questa storia tante volte e ora ci avesse fatto l'abitudine. Aveva sette anni quando la madre è morta, ma nonostante ciò lo racconta come se in realtà fosse una cosa normalissima perdere i genitori a quell'età.

«La madre di Matt è anche tua madre?» chiedo cercando di assimilare ogni suo piccolo sussurro.

«Mi sembra di averti già detto che mia madre è morta. Per quanto mi riguarda Casey è solamente la moglie di mio padre, non abbiamo nessun legame di sangue.»

«Perché non provi a darle una chance?» ho visto come la madre di Matt lo fissava,era evidente che gli vuole bene.

«Piuttosto tu,perché sei così distante dalla tua famiglia? Esiste solo una madre in tutta la tua vita e tu decidi di sprecare questa tua grande opportunità?»

«A volte preferirei essere sola.»

La sua espressione cambia bruscamente, ok ho detto una cazzata.

«Sai cosa significa perdere un genitore e sapere che sarebbe accaduto così presto fin dall'inizio? Vedere che pian pianino la sua figura diventa sempre più fragile e debole senza che tu non possa fare nulla per aiutarla, sai com'è? A vedere che il suo sogno e la sua carriera stanno per finire lì tutto per colpa di una stupidissima malattia. E vuoi sapere un'altra cosa? Non sai neanche come ci si sente a vedere un padre che ogni giorno muore dentro vedendo la sua amata scomparire. Tu non sai nulla.»

Mi pento subito di aver provato a dire che preferirei essere sola,soprattutto se prima mi aveva detto di aver perso sua madre. Non era a lui che dovevo dire una cosa simile e forse a nessuno. Avrei dovuto semplicemente restare in silenzio e ascoltare ciò che aveva da dirmi. Forse è vero che sono una bambina a volte.

«Mi dispiace.» dico chinando la testa. Non ho il coraggio di guardarlo negli occhi.

«Penso di essere stanco, resterò un po' qui a riposarmi.» ignora le mie scuse e si avvicina alla porta aprendola.

Bene,questo significa che mi vuole fuori di qui. Sarà fatto.

«Di solito ceniamo alle otto e mia madre spera di poterti presentare a mio padre. Mi auguro che verrai.»

«Ci sarò.» risponde.

«Non è una cena speciale quindi non aspettarti granché, ma penso che non mangeresti mai roba normale come la nostra. »

«Mi sembra di averti detto che ci sarò.»

«Bene,buon riposo.» chiudo la porta ed esco dalla stanza.

A volte mi sembra di essere troppo distante dal suo mondo. Per un momento penso che la sua vita sia stata difficile e l'attimo dopo mi pento dei miei stupidi pensieri. È strano come Dallas riesca a confondere così tanto le mie idee. Ha tutto ma allo stesso tempo sembra che gli manchi qualcosa. Qualcosa di irrecuperabile, un pezzo unico e raro. E forse quel pezzo raro è andato perduto per sempre.

***
Il telefono squilla. Ho ancora gli occhi fissi sul display quando mi rendo conto che si tratta di Maia. Con un gesto rapido alla fine mi decido a rispondere.

«So che eri sull'aereo prima,ma sono passate diverse ore e non mi hai richiamata. Ti avevo avvisata.» dice con tono di rimprovero.

«Mi sembrava di ricordare che tu avessi paura del buio, non della luce del giorno.» ridacchio prendendola in giro.

«E allora? Chi non ha paura quando sente suoni strani provenire dalla stanza?»

«Sarà stato il vento,Maia.»

«Quindi il vento bussa alla porta e lascia bigliettini anonimi?»

«Di cosa stai parlando?» chiedo chiudendomi in bagno.

«Ero sul letto quando hanno bussato,così sono andata ad aprire ma non c'era nessuno. Solo un biglietto con scritto "Ci rivedremo".»

«Almeno sai a chi era indirizzato?»

«No,solo questo. Quando hai intenzione di tornare? Ho paura.»

«Maia,sai che non posso. L'hai detto a Nash?»

«Non ancora, ho paura che accuserebbe Nate.»

«Non si tratta di Nate,lo sai bene.»

«Ma non Nash. E se il biglietto in realtà fosse per te?»

«Non so che pensare.»

Jace bussa alla porta «Ehi Ab,devo parlarti.»

Immaginavo. Oggi non è per nulla giornata e ci mancava solo questo.

«Un attimo.» copro il microfono del cellulare e do un calcio alla porta.

Ora dovrebbe aver capito che non è il momento adatto per parlare.

«Ab!» grida Jace bussando di nuovo.

«Maia ti richiamo dopo.» metto il telefono in tasca e spalanco la porta «Cosa vuoi?»

«Perché sei tornata? Stai complicando tutto.»

Oh questa è bella. Prima insistono a volermi rivedere e poi dicono che è stato un errore tornare. Cos'altro vogliono da me?

«Sto complicando tutto solo perché ho nominato di nuovo la tua fama da playboy?»

«E che mi dici della mamma? Sembra delusa.»

«Lo è sempre se si tratta di me,di cosa ti stupisci?»

«Del fatto che saresti dovuta tornare perché ti sentivi di farlo,non solamente per farci piacere. Che a dirla tutta non è neanche un piacere rivederti.»

«Ok,va bene. Vuoi che me ne vada?»

«Non ho detto questo.»

«Sì che l'hai detto!» lo spintono via e lo supero «Quello che non mi va affatto bene è che continuate a dire cose cattive su di me e poi cercate di rimediare con la solita frase "Non ho detto questo".»

Apro la porta della camera di Dallas e poi la richiudo alle mie spalle. Non ho neanche voglia di andare giù in camera mia, significherebbe vedere l'espressione di mia madre delusa e sono già piena di ciò.

«Torniamo a scuola.» dico senza voler ricevere alcuna obiezione.
Forse qualcosa da mia madre l'ho ereditato. Il fatto di cercare di comandare sempre.

Dallas si alza dal letto e si avvicina a me. Se dice qualcosa sul fatto che io stia piangendo penso che gli arriverà un pugno in faccia,ma per fortuna non lo fa. Si limita a darmi un fazzoletto e a restare in silenzio. Probabilmente ha sentito tutto e se ha sentito lui,avranno sentito tutti.

«Prenoto il prossimo volo per New York.» dico.

•SPAZIO A ME

Eventuali errori poi li correggerò💜

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