«Char,stai benissimo!» dico non appena la vedo.
«Dici?» chiede un po' insicura.
«Ma certo,basta guardare il viso rosso di Jace per capire che stai una favola.» sorrido guardando il viso soddisfatto di Char.
«Ehi!» mi rimprovera Jace.
«Allora,vogliamo restare qui per tutta la serata? Forza,andiamo!» ci incoraggia Char.
«Io e te faremo i conti più tardi» mi sussurra Jace all'orecchio.
Sorrido e annuisco. In fondo so che non vuole farmi veramente del male.
Saliamo in macchina e io mi siedo dietro,accanto Char.
«Mi piace come ti sei vestita.» dice.
«So che lo dici solamente per consolarmi.»
«Dico sul serio.» sorride.
«Grazie.»
Guardo fuori dal finestrino il paesaggio che si dissolve,mentre il vento scompiglia tutti i miei capelli. Amo questi momenti. È come se per una volta ci fossimo solo io e il mio mondo. Un mondo di totale libertà,dove non vieni giudicata per quello che sembri,ma per la persona che sei realmente.
Se solo la mamma mi potesse capire.
«Ab.» Jace interrompe i miei pensieri.
«Mmm?» chiedo ancora imbambolata.
«Siamo arrivati.» sorride.
Mi sporgo un altro po' dal finestrino e riconosco subito la grande casa di Austin. Apro lo sportello ed esco dall'auto.
«Stupida,vieni qui.» mi richiama Char.
«Cosa c'è ancora?» chiedo confusa.
«I tuoi capelli sembrano un nido di avvoltoi.» ride.
Mi sistemo i ciuffi fuori posto e finalmente possiamo avviarci verso casa di Austin.
Già da fuori si possono notare molte persone. Non oso immaginare dentro casa.
Scruto con gli occhi il viso di Austin e lo raggiungo.
«Auguri!» dico lasciandogli un bacio umido sulla guancia.
«Credevo che non saresti più venuta.» sorride.
«Lei mancare alla tua festa? Nah.» interviene Char quando ci raggiunge.
Tutti e tre scoppiamo a ridere.
In effetti è vero,io e Austin siamo amici molto stretti dal primo anno di superiori. Non potrei mai mancare ad una sua festa di compleanno.
«Ehi!» grido per farmi sentire.
«Cosa?» chiedono entrambi.
«Jace dov'è?»
«Cosa?»
Chi diamine ha alzato il volume così alto?
«Jace dov'è?» ripeto.
Austin si guarda attorno e indica una coppietta sopra al divano.
«È lì!» grida.
Io e Char ci voltiamo e guardiamo verso il divano. A Char quasi vengono gli occhi lucidi.
Sono passati meno dieci minuti e Jace già si sta dando alla pazza gioia.
Mi dirigo come una furia verso il salotto spintonando chiunque si trovi davanti a me.
«Jace!» grido per attirare la sua attenzione.
Quando si accorge della mia presenza,finalmente smette di baciare la ragazza.
«Ab.» dice calmo.
Lo prendo per il polso e lo trascino fuori al giardino.
«Cosa combini?» grido infuriata.
«Cosa ho fatto?» chiede come se la cosa non gli riguardasse minimamente.
« Mi prendi in giro?» dico cercando di trattenermi da tirargli un pugno in faccia.
«Sai cos'è,Ab? Solo perché a me piace Char,non significa che non posso baciare chi cavolo mi pare! In fondo a Char nemmeno interesso.»
Alzo la mano e gli sferro uno schiaffo fortissimo.
«Ehi! Ma che fai?!» grida.
«Se tu non fossi così impegnato ad essere il ragazzo più popolare della scuola,vedresti che a Char piaci! E magari lei è interessata a te più di quanto lo sia tu a lei.»
Jace mi guarda incredulo.
«Davvero le piaccio?» chiede con gli occhi che gli brillano.
«Sì,ma tanto ora è inutile. Non ti permetterò mai di uscire con lei. Tu non la meriti.» dico e me ne vado,lasciando il povero Jace a pensare.
Quando entro dentro,non riesco più a trovare Austin e Char. Dove si sono cacciati?
Cerco di infilarmi nella mischia di ragazzi scatenati e cerco in ognuna delle stanze,ma sembra che questa mandria di bisonti non voglia farmi passare. Mentre ripeto l'ennesimo "permesso,devo passare" mi arriva addosso un ragazzo. Precisamente Cody,il capitano della squadra di football.
«Scusa,ti ho fatta male?» chiede alzandosi.
No,tranquillo. In fondo mi è solamente venuto addosso un ragazzo di minimo 80kg.
«Nah.» dico restando seduta a terra.
«Vuoi una mano?» chiede mortificato.
«No,grazie.» dico iniziando a gattonare tra la mandria di bisonti.
Se non riesco a passare in piedi,vorrà dire che passerò per sotto.
La cosa è abbastanza bizzarra,infatti Cody mi guarda con una faccia incredula.
Mentre arrivo più o meno a metà strada,qualcuno mi pesta la mano. Grido in silenzio e vado avanti per la mia strada. Finalmente li trovo: sono in cucina.
Mi alzo in piedi e mi sistemo.
«Ehi! Dove vi eravate caccia-» vengo interrotta quasi subito da un ragazzo che mi viene addosso e mi fa cadere.
Ma cos'è oggi,la giornata di "Andiamo tutti addosso ad Abigail"?
«Scusa,mi dispiace. Non volevo.»
Di nuovo lui?
«Tranquillo.» rispondo un po' seccata.
«Sono stati gli altri a spingermi,sul serio.»
«Non importa.» forzo un sorriso.
«Ab,va tutto bene?» chiede Char preoccupata.
«Sì.» mi alzo e mi sistemo per la seconda volta «Che ore sono?»
«Le 9:35 p.m.» risponde Austin.
Oh cavolo.
«Char,dobbiamo andare!»
«Eh? Di già?» si stupisce Austin.
«Sì,i genitori di Ab non sanno che lei è qui.»
«Oh. Allora ci vediamo tra due settimane?» dice Austin.
«Perché tra due?» chiedo.
«Perché domani parto con i miei genitori e resto dagli zii per un bel po'.»
«Beh...ecco...io tra due settimane...» anche questa volta vengo interrotta da Cody che mi versa una bevanda rossa sulla camicia bianca.
«Ma allora sei proprio stupido!» grido.
«Scusa,non volevo.»
Sa dire solo questo?
Austin intanto mi trattiene perché sa che potrei compiere un omicidio.
«Andiamo Char.» e mi libero dalla presa.
Prendo il cellulare e compongo il numero di Jace. Per fortuna mi risponde subito.
«Jace,dove sei?» chiedo.
«Fuori,dove mi hai lasciato tu.»
«Mmm...stiamo venendo.»
«Okay.» e riattacca.
Quando arriviamo da Jace,noto che mio fratello non ha il coraggio di guardare in faccia nè me nè Char. Sono stata troppo dura forse?
Anche in macchina Jace non parla e a dire il vero,mi sento un po' in colpa.
«Grazie del passaggio.» dice Char scendendo dall'auto.
«Figurati.» le sorrido.
«Notte Ab,notte Jace.»
«Notte» rispondo.
Jace,invece,non ricambia il saluto. Probabilmente Char ci sarà rimasta malissimo.
Arrivati a casa,prendo le chiavi di casa di Jace ed apro la porta.
È tutto buio,finché d'improvviso qualcuno non accende la luce.
«Dove sei stata?» chiede mia madre infuriata.
Oh no.