Secrets and Masks | By Emeral...

بواسطة venuskinseix

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"9 anni dopo la battaglia di Hogwarts, la guerra infuria ancora e tutti sono molto cambiati rispetto ai giorn... المزيد

Cap 1 | Non farti prendere.
Cap 2 | Non uscirai più la fuori!
Cap 3 | Medusa.
Cap 4 | Al sicuro nella mia gabbia.
Cap 5 | Una piccola Mezzosangue talentuosa.
Cap 6 | Ti ucciderei proprio adesso.
Cap 7 | Il tempo è un'amante crudele.
Cap 8 | Disperso in azione.
Cap 9 | Tesoro.
Cap 10 | La Signora Zabini.
Cap 11 | Cucciolo di leone.
Cap 12 | Un'anima degna di essere salvata.
Cap 13 | Frammenti di vetro.
Cap 14 | Lei ha fatto cosa?!
Cap 15 | Pronto a morire?
Cap 16 | Piccoli sporchi segreti.
Cap 17 | Un Weasley, non un Potter.
Cap 18 | Strega morta che cammina.
Cap 19 | Il Dottor Jekyll - Signor Hyde.
Cap 20 | Angeli nel giardino.
Cap 21 | La Ragazza d'Oro, rinata.
Cap 22 | Another One Bites the Dust.
Cap 23 | Sembrava costoso.
Cap 24 | Sepolto vivo.
Cap 25 | Soffocato? Oppure Decapitato?
Cap 26 | Un diverso tipo di esorcismo.
Cap 28 | La casa delle bambole.
Cap 29 | Regina o nuovo ordine?
Cap 30 | Un demone, una mezzosangue e uno psicopatico entrano in un bar.
Cap 31 | Come dovrebbe essere la morte.
Cap 32 | Segno della croce.
Cap 33 | Preghiere e promesse.
Cap 34 | Tombe vuote.
Cap 35 | Ramoscello d'ulivo.
Cap 36 | Avvoltoi.
Cap 37 | La rivelazione di Medusa.
Cap 38 | Prima sembrava che ne valesse la pena.
Cap 39 | Cos'altro?
Cap 40 | I draghi mordono.
Cap 41 | Mustang e flutê di champagne.
Cap 42 | Con la guerra arriva il sacrificio.
Cap 43 | Nessuna domanda, nessuna pietà da mostrare.
Cap 44 | Una cosa bellissima da vedere.
Cap 45 | In un'altra vita.
Cap 46 | Vorrei che tu avessi visto...
Cap 47 | Riesci sempre a sorprendermi.
Cap 48 | Angel, Kitten e una ragazza di nome Chester.
Cap 49 | Incubo o visione?
Cap 50 | Questo piccolo porcellino.
Cap 51 | Quattro - Quattro - Quattro - Quattro.
Cap 52 | Godetevi le piccole cose.
Cap 53 | Bravo ragazzo.
Cap 54 | Tu.
Cap 55 | L'inferno sulla terra.
Cap 56 | Damigella in pericolo.
Cap 57 | Click - Click - Click.
Cap 58 | Ciao, piccolo.
Cap 59 | Due parole.
Cap 60 | Loro.
Cap 61 | Si chiama terapia, tesoro - cercalo.
Cap 62 | La fine del fottuto mondo.
Cap 63 | Sotto l'albero di ciliegio in fiore.
Cap 64 | Non fare promesse che non puoi mantenere.
Cap 65 | All night long.
Cap 66 | Colpa tua.
Cap 67 | Egoismo.
Cap 68 | Desiderio.
Cap 69 | Quanto tempo è passato?
Cap 70 | La Mezzosangue e il Drago.
Cap 71 | Niente.
Cap 72 | Volatile - spietato - freddo.
Cap 73 | Il demone che si è guadagnato le corna.
Cap 74 | Ep. 1
Cap 75 | Ep. 2

Cap 27 | Teatro dei dannati.

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بواسطة venuskinseix

5 maggio.

"Per favore, lasciami andare!"

Oh Dio, come faceva a essere ancora vivo? Aveva perso così tanto sangue che sarebbe dovuto morire secoli fa.

"Lo giuro, ti ho detto tutto quello che so! Devi credermi!"

Hermione voleva solo che morisse...

"Non mi dicono molto! Non sono niente! Sono solo un soldato!"

Era così crudele. Non se lo meritava-

"Ho una moglie a casa! Un figlio che mi aspetta!"

Dovrebbe semplicemente tagliargli la gola. Accoltellarlo al cuore. Lasciarlobandare in pace! Non aveva bisogno di soffrire ulteriormente-

"Hanno bisogno di me! Per favore, lasciami andare! Non lo dirò a nessuno!"

La morte sarebbe più misericordiosa di... così.

"Ti sto implorando!"

Dio, non riusciva a guardare: questo era...

"Hermione, per favore... Per favore, non uccidermi."

Lei sussultò al modo in cui la sua voce tremava. I suoi occhi si fissarono nei suoi, le sue dita si strinsero attorno al coltello che aveva in mano, ma ciò non le impedì di conficcarglielo nel torso. Ancora.

L'ostaggio, Oliver Myers, sussultò sulla sedia a cui era legato. Gettò indietro la testa, urlando di dolore. Nonostante lo stato fatiscente del teatro abbandonato che ospitò il loro interrogatorio, nonostante i muri fatiscenti e le crepe che correvano lungo il palco, l'acustica era rimasta intatta. Ogni volta trasmettevano perfettamente il suono delle sue urla, amplificandolo, facendo eco al suo dolore.

Gli occhi di Hermione bruciavano, le lacrime scivolavano lungo le sue guance mentre il sangue di Myers si accumulava intorno alla sua mano. Cercò di tirare indietro e ritrarre la lama, per fermare il dolore, ma non poteva, non aveva il controllo. Il Demone della maledizione stava tirando forte le redini, comandando la sua violenza.

Colse il suo riflesso nello specchio scheggiato fuori dal palco, e quello che vide le fece venir voglia di urlare. Sembrava un mostro, un'immagine strappata direttamente da un incubo. Occhi neri e senza vita, il sangue che le rigava il viso e le vesti mentre conficcava il coltello nel corpo indifeso di Myers ancora e ancora e ancora.

E non c'era niente che potesse fare. Non aveva il potere di porre fine alla sua sofferenza. Una schiava omicida nella sua stessa pelle.

"Smettila! Smettila! Smettila!" gridò dentro di sé, cercando qualcosa da usare per riprendere il controllo del proprio corpo. Ci provò, ma come sempre non c'era niente. Non c'era alcun anello debole nell'armatura della maledizione. Non c'era nessun punto vulnerabile che non avesse ancora scoperto.

Non riusciva a raggiungere i fili che la controllavano, quindi fu lasciata a guardare mentre qualche altra entità prendeva il controllo e le faceva fare cose che non si sarebbe mai sognata di fare, nemmeno nei suoi incubi più vili. Non poteva fare altro che urlare, piangere e testimoniare mentre veniva trasformata nella cattiva di quella performance, nel mostro in quel teatro dei dannati.

Hermione era arrivata a capire che la maledizione era più una bestia stessa che una maledizione. Un predatore avvolto nella magia, che gettava fili sui suoi arti e la usava come una marionetta per incitare la sua oscura volontà e alimentare il suo appetito omicida. Manipolava i suoi istinti.
La faceva arrabbiare, aumentando la sete di sangue in modo che le sue maledizioni oscure fossero più letali.

Le faceva massacrare tutti, massacrare chiunque si trovasse sul suo cammino, solo per potersi rimpinzare dei cadaveri che si lasciava alle spalle.

Mentre era sotto la maledizione, tutto ciò che contava era la caccia, l'uccisione. La bestia prese tutto il resto, spogliò Hermione di tutto ciò che la rendeva tale e la lasciò con nient'altro che la fame di urla e la magia oscura che crepitava sotto la punta della sua bacchetta.

Non importava che conoscesse Myers e sua moglie, o che avesse insegnato al figlio qualche incantesimo di levitazione.
Niente di tutto ciò aveva importanza, perché la maledizione era piantata troppo in profondità, infilando i suoi artigli attraverso ognuno dei suoi muscoli finché non ebbe il controllo completo del suo corpo.

"Per favore! Hermione! Per favore-" La voce di Myers si interruppe bruscamente quando lei girò la lama, facendole raschiare le sue costole.

Per favore, lascia che sia lei ad ucciderlo. Non se lo meritava! Dovrebbe semplicemente fare in fretta.

Ma la maledizione non voleva ascoltarla. Non voleva ancora ucciderlo, non si era nutrito abbastanza.

Questa missione avrebbe dovuto essere pericolosa con molta resistenza dell'Ordine, motivo per cui Hermione era stata utilizzata. Questo teatro abbandonato avrebbe dovuto essere una nuova roccaforte per rifornire le loro provviste, piena fino all'orlo di bombe e pistole, e Voldemort voleva che fosse eliminato. Velocemente.

Ma quando arrivarono, la base era desolata, appena ripulita ed evacuata. Erano rimasti solo dodici soldati a fare i controlli finali prima di abbandonare definitivamente quest'area. Se Hermione e il gruppo fossero arrivati ​​solo dieci minuti dopo, sarebbero scappati con le loro vite, ma come volevasi dimostrare, la fortuna non era dalla loro parte.

Voldemort voleva che un ostaggio fosse lasciato vivo per l'interrogatorio, era l'unica ragione per cui Myers fu risparmiato.
Malfoy lo aveva rapidamente disarmato e legato ad una sedia, e poi aveva lasciato Hermione e Barty Crouch Jr a sorvegliare Myers prima che sparisse da qualche parte nel teatro.

Le aveva preso la bacchetta, ma non l'aveva portata fuori dalla maledizione, e ce n'era bisogno di più. Gli otto soldati che Hermione aveva già ucciso non erano sufficienti. Il suo appetito si era abituato alle pile di corpi che si era lasciata alle spalle, e non si era ancora saziato.

La maledizione le stava artigliando il cranio, affamata di altre urla. Si era agitata solo guardando Myers.

Aveva bisogno di altro. Più dolore. Altri lamenti di agonia. Di più. Di più. Di più.

Aveva bisogno di tagliargli la gola. Tagliargli il braccio. Aveva bisogno di fare qualcosa per fermare il modo in cui la maledizione le graffiava le viscere e le faceva sentire la pelle come se fosse in fiamme.

E poi Crouch le aveva consegnato un coltello, e mentre Hermione torturava lentamente il povero soldato, Il Demone della sua maledizione banchettava con le sue urla come scarti sul fondo di una ciotola.

Girò di nuovo il coltello, l'imprecazione era deliziosa dal modo in cui Myers strillò, anche se nuove lacrime scivolavano lungo il viso di Hermione.

La maledizione tirò le corde, e il braccio di Hermione si protese all'indietro, intaccando uno o due organi mentre estraeva bruscamente la lama dal corpo di Myer.

Prima che il suo prigioniero avesse l'opportunità di riprendere fiato, Hermione conficcò di nuovo il coltello nel suo corpo, mirando questa volta più in basso, cercando di grattargli il fegato.

"Lo ammetto, sono rimasto deluso quando il Signore Oscuro ha detto che non avrei potuto averti, Mezzosangue," rifletté Crouch, guardando dalla prima fila del pubblico. "Ma ora capisco perché sei stata data a Malfoy. Hai un talento naturale per il dolore, proprio come lui. Siete proprio una bella coppia."

Oh Dio, non ce la faceva più.

"Anche se mi piacerebbe vederti diventare un po' più... scatenata." La sua sedia scricchiolò dietro di lei, presumibilmente si era sporto per vedere meglio. "La prossima volta pugnalalo circa un pollice più in basso, tesoro. Gli farà più male lì."

Le sue parole incuriosirono qualcosa nel Demone, fecero alzare la testa alla bestia. Ci fu un momento di pausa prima che ordinasse ad Hermione di pugnalare di nuovo Myers, proprio dove Barty aveva ordinato.

Dov'era Malfoy?! Dove cazzo era Malfoy?! Era l'unico che poteva portarla fuori dalla maledizione-

"Se giri la lama verso destra," la voce di Crouch era eccitata mentre guardava lo spettacolo che lei stava mettendo in scena, "Gli graffierà il sistema nervoso. Non lo ucciderà, ma farà un male cane."

Ancora una volta ascoltò Crouch, girando la lama secondo le istruzioni e osservando lo scatto di Myer.
Il lamento di dolore che emise fu più alto di quello degli altri, agghiacciante.

Il Demone era felice. Hermione voleva solo singhiozzare.

Perché Malfoy l'aveva lasciata sola con Crouch Jr?! Non la lasciava mai quando era sotto la maledizione. La teneva sempre d'occhio e di solito lei se ne risentiva.

Ora, l'unica volta che aveva avuto bisogno di lui, non c'era.

"Prova il suo collo questa volta," ordinò Crouch. "Ci sono molti muscoli sensibili lì. Molti punti che saranno strazianti da tagliare, ma non lo uccideranno. Non se stai attenta."

Se Malfoy fosse qui, le impedirebbe di farlo, non è vero? L'aveva già fatto prima. L'aveva tirata fuori prima che lei andasse troppo oltre e uccidesse Fleur. Sì, l'aveva già fatto, quindi lo rifarebbe.

Non è vero?

Cazzo, lo sperava davvero.

Hermione alzò il braccio, i fili della marionetta tiravano indietro la lama, pronta a tagliargli la gola, ma un calore acuto divampò attraverso l'elsa del coltello, ed Hermione lo lasciò cadere con un sibilo.

"Che cazzo pensi di fare, Crouch?!"

Hermione non pensava di essere mai stata più grata di sentire la voce di Malfoy.

Fu al suo fianco più velocemente di quanto consentissero le leggi della fisica, con la bacchetta sguainata e puntata verso il petto di Crouch, con la punta che raccoglieva magia in quella mortale sfumatura di verde.

"Stavo imparando qualcosa della maledizione dalla nostra preziosa Mezzosangue," ridacchiò Crouch, con i palmi rivolti verso l'alto in segno di resa. "È piuttosto estatica quando fa sanguinare qualcuno, vero? Per un momento ho quasi dimenticato che fosse una Mezzosangue."

"Che cosa hai fatto?!"

"Niente, non l'ho toccata. Sembrava molto angosciata dopo che te ne sei andato. Avresti dovuto vedere come guardava il nostro ostaggio. Poveretta, non sapeva cosa fare."

Mentre Crouch parlava, Malfoy le circondò la vita con un braccio e la attirò al suo fianco. Che fosse protettivo o possessivo, Hermione non ne era sicura. Era troppo impegnata a cercare il coltello, ansiosa di perforare il fegato di Myer.

La lingua di Crouch scattò fuori per bagnargli le labbra. "Sembrava così piccola e persa, ma avresti dovuto vedere il modo in cui i suoi occhi si sono illuminati quando le ho dato quel coltello. Ci penserò mentre avrò il cazzo in mano per settimane-"

"Non è qui per torturare, Junior!" ruggì Malfoy. "Non è un giocattolo da caricare per il tuo divertimento!" Una rabbia violenta sembrava precipitare da Malfoy ad ondate, la punta della sua bacchetta crepitava di magia oscura, amplificata dal suo temperamento instabile. "È qui perché è un'assassina meravigliosa, e ho una mezza idea di spezzare la maledizione proprio adesso e lasciare che sia lei a mostrartelo!"

"Non intendevo fare del male." Crouch cercò di mantenere un tono leggero, ma i suoi occhi si indurirono mentre si appoggiava allo schienale della sedia. "Ero semplicemente curioso di sapere come funziona la Maledizione..."

"Non me ne frega un cazzo! Hai idea di quanto sia preziosa? Quanto sia importante per il Signore Oscuro? È il gioiello più prezioso del suo arsenale. Vale mille volte più di te, Junior, e se scopro hai fatto qualsiasi cosa che possa comprometterla, qualsiasi cosa, il mio drago ti strapperà le ossa con i suoi denti per settimane." Malfoy girò minacciosamente la bacchetta. "Hai capito?"

Crouch deglutì nervosamente, ma riuscì ad annuire una volta.

Proprio mentre Hermione localizzava il coltello, Malfoy iniziò a trascinarla nella direzione opposta. La portò dietro le quinte, ma poco prima che lei oltrepassasse il sipario rosso, intravide Nott e Zabini che attraversavano le porte del teatro.

Il volto di Nott si illuminò quando notò Myers, già grondante di sangue e legato ad una sedia. Un regalo, tutto pronto per il massacro. Avrebbe anche potuto legarlo con un fottuto fiocco rosa.

Ma la maledizione era ancora sveglia, ancora irritabile e affamata, e costrinse Hermione a combattere, a lottare tra le braccia di Malfoy e ad indietreggiare lentamente verso la sua preda. Era così implacabile che Malfoy dovette caricarsela sulle spalle come una bambina petulante per allontanarla da Myers.

Non disse una parola mentre lei urlava e gli batteva i pugni contro la schiena, lamentandosi che non aveva finito con l'ostaggio, che lui era la sua preda, non quella di Theodore.

La portò in un camerino distrutto appena fuori dal palco. Hermione poteva sentire Nott ridacchiare cupamente attraverso le fessure della porta.

La maledizione non voleva che lei uccidesse ancora Myers, ma il pensiero che Nott si divertisse senza di lei era soffocante.

Si lanciò verso l'uscita, ma Malfoy la afferrò per il gomito e la trascinò di nuovo nella stanza. Con la bacchetta ancora sguainata e infilata tra le dita, prese il viso di Hermione tra le mani e la liberò dalla maledizione.

Pianse di pura gioia quando lo sentì allontanarsi dalla sua mente e restituirle il controllo del suo corpo. Trasse un respiro profondo e abbassò lo sguardo sulle sue mani, flettendo le dita come voleva, ma poi vide il sangue. Poi si ricordò dov'era, cosa stava per fare, e crollò.

"Oh mio Dio - Myers!" singhiozzò, con la voce che le tremava quanto le mani. "Lo stavo torturando!"

"Va tutto bene, Granger." Malfoy la avvolse tra le braccia, afferrandola proprio mentre le sue ginocchia cedevano. "Sei al sicuro."

"Ma Myers! Lo stavo torturando- io - io - ho provato a fermarlo! Ho provato a fermarlo ma non potevo -" I suoi occhi bruciavano, le lacrime le scivolavano lungo il viso più velocemente di quanto potesse asciugarle. "Continuavo a pugnalarlo... non potevo... io... e poi Barty... c-continuava a dirmi dove pugnalarlo... dove avrebbe fatto più male e non potevo..."

"Shhhhhh, va tutto bene. Va tutto bene." Malfoy la strinse forte al suo petto. La tenne stretta mentre sussurrava contro la sua fronte. "Ti tengo. La Maledizione se n'è andata. Barty se n'è andato. Ci siamo solo io e te qui, nessun altro."

Hermione era così confusa che si sentiva come se la sua testa stesse per spaccarsi. Non sapeva cosa fare o cosa pensare.

Lo voleva più vicino, ma il più lontano possibile da lei. Era così arrabbiata che avrebbe voluto picchiarlo, ma così sconvolta dal dolore che avrebbe voluto seppellirsi nelle sue vesti e singhiozzare fino a sentirle la gola cruda.

"Non potevo f-fare niente - continuava semplicemente ad u-urlare ed i-io" Batté i pugni contro la spalla di Malfoy più forte che poteva, ancora e ancora, anche se nascondeva il viso contro il suo petto e piangeva a dirotto sulle sue vesti. "Non potevo fermarlo... stava diventando più forte..."

Malfoy la strinse più forte, la sua pelle fredda ma le sue braccia confortanti, entrambe cose che lei non voleva sentire da lui.

"Shhhh, sei al sicuro adesso. Lo prometto." Pensò di averlo sentito piantarle un bacio sulla fronte, ma tremava troppo per esserne sicura. "Adesso non c'è più. Andrà tutto bene-"

"No, non andrà tutto bene!" La sua rabbia alla fine vinse il tiro alla fune, e spinse indietro Malfoy con tutta la forza che riuscì a evocare. Lui indietreggiò di qualche passo, e la perdita delle sue braccia intorno a lei non fu così liberatoria come avrebbe dovuto essere. "Dove cazzo eri?! Mi hai lasciata sola, nella maledizione, con Barty Crouch Junior! Perché Malfoy?! Dove sei andato?! Perché mi hai lasciata sola con lui?!"

"Ascoltami adesso, devi calmarti..."

"Non osare stare lì e dirmi di cosa ho bisogno!" Marciò indietro verso di lui e usò il palmo di entrambe le mani per spingerlo di nuovo. "Non ti importava ciò di cui avevo bisogno dieci minuti fa, perché dovrebbe importarti adesso!"

Malfoy non disse una parola. Lui la guardò dall'alto, con gli occhi duri come la pietra e la bocca piegata ai lati.

"Avevo bisogno che tu mi portassi fuori dalla maledizione! Avevo bisogno... avevo bisogno di te... e non riuscivo a trovarti!" Hermione gli urlò in faccia, devastata, quando si rese conto della dipendenza che aveva sviluppato nei suoi confronti. La fiducia che aveva in un Mangiamorte, proprio l'uomo responsabile del suo dolore. "Ovunque guardassi, non riuscivo a vederti, tutto quello che potevo vedere era il coltello nella mia mano e il sangue di Myer. Tutto quello che volevo sentire era la tua voce, sentirti rompere l'incantesimo, e invece c'era solo Myers! Stavo solo urlando e urlando perché lo stavo pugnalando!"

"Granger, io-"

"Avevo bisogno di te Malfoy. Avevo bisogno di te, e tu non eri lì - No! Non osare toccarmi, cazzo!" Lei fece un passo indietro quando lui la raggiunse.

Lasciò cadere il braccio. Nel grigio freddo dei suoi occhi apparve un'attaccatura bluastra.

"È già abbastanza brutto che io non possa fare magie senza la tua bacchetta! E non posso Materializzarmi a meno che tu non mi tocchi a causa di questa stupida maledizione del sangue con cui Voldemort ci ha legati, ma oggi?! Non credo... di essermi mai sentita così impotente, ed è tutta colpa tua!"

"Mi dispiace, non avrei dovuto..."

"Perché mi hai lasciata con Barty?!" Hermione interruppe, la sua voce puro veleno mentre le lacrime le scivolavano sul viso.

"Il Signore Oscuro aveva bisogno di parlarmi urgentemente, e pensavo che saresti stata al sicuro con lui per qualche istante.
Tutte le minacce erano morte, Myers era immobilizzato e ti avevo portata via la bacchetta, quindi ho pensato che la maledizione avrebbe semplicemente..." Si interruppe all'improvviso. Guardò il muro dietro la sua testa e si passò la lingua all'interno della guancia.

"Pensavi che la Maledizione avrebbe fatto cosa?"

Malfoy fece un respiro profondo attraverso le narici. "Poiché non poteva usarti e non c'erano minacce, ho pensato che ti avrebbe lasciata andare, ma ora vedo che mi sbagliavo di grosso. Mi dispiace. Davvero, se avessi saputo cosa -"

Qualunque altra cosa Malfoy avesse voluto dire, Hermione non la sentì. Fu soffocato dalle urla di Myer. Nott doveva aver ripreso da dove aveva interrotto.

Un altro grido seguì rapidamente il primo: un grido acuto e penetrante che fece annodare lo stomaco di Hermione al solo pensiero di cosa Nott doveva avergli fatto.

Chiuse gli occhi e le sue mani corsero a coprirsi le orecchie e a proteggerla dal quel rumore tremendo. Poteva sentire il suo intero corpo tremare mentre il suono delle torture di Myer riempiva di nuovo la stanza. I suoni inconfondibili delle ossa che si rompevano. Le maledizioni. La pelle che veniva strappata.

Sembravano essere in un ciclo costante e senza fine. Erano suoni a cui nessuno avrebbe mai potuto abituarsi, nemmeno dopo anni di guerra, e le ginocchia di Hermione alla fine cedettero quando uno scricchiolio particolarmente disgustoso echeggiò nello spazio ristretto in cui si trovavano.

Nel momento in cui toccò il pavimento, Malfoy era lì.
Si inginocchiò accanto a lei sul pavimento, la trascinò tra le sue braccia e, questa volta, non aveva più rabbia per spingerlo via.

Sussultò quando Myers urlò di nuovo. Si seppellì contro il petto di Malfoy, pensando che se si fosse rannicchiata abbastanza lontano, le sue vesti avrebbero potuto attutire il suono. Non lo fecero. Anche nel backstage l'acustica funzionava ancora un po' troppo bene. Sentì tutto, ogni grido e gemito di dolore, come se si trovasse proprio accanto alla vittima stessa.

"Se avessi altro da dire, te lo direi- eughhh!" La voce di Myer si interruppe, e qualcosa scricchiolò.

"Malfoy, per favore," singhiozzò Hermione, "Fallo smettere."

Un'altro scricchiolio. Un altro urlo.

Le braccia di Malfoy la strinsero.
Lui appoggiò il mento sulla sua testa e lei si rintanò nel suo petto, stringendosi forte. Una delle sue mani scivolò attraverso il sangue tra i suoi riccioli e iniziò a massaggiarle delicatamente la base del cranio.

"Per favore, fallo smettere."

Sentì Myers fare i gargarismi. Poi un suono soffocato, come se stesse annegando nel suo stesso sangue.

"Su dai, amico", rise Nott, giocando con la sua preda. "Dovrai parlare un po' piu forte, non riesco a sentirti."

"Per favore. Per favore, non posso più ascoltarlo."

"Cosa vuoi che faccia?" sussurrò Malfoy tra i suoi capelli.

Ci fu un terzo e ultimo scricchiolio, più forte di tutti gli altri, ed Hermione non ce la fece più.

"Uccidilo", piagnucolò nelle sue vesti. "Liberalo dalla sua miseria."

Il corpo di Malfoy si tese. "Granger, non stai pensando lucidamente-"

"Si invece. Nott lo torturerà per ore, e il cielo sa cosa farà Voldemort se lo riporterai alla sua base."

Myers gemette di nuovo. Hermione si seppellì contro Malfoy.

"Lo sai che non posso farlo, cucciolo," mormorò tra i suoi capelli. "Myers sa più di quanto lascia intendere. Ha più informazioni da dare. Non posso semplicemente ucciderlo."

Lei lo sapeva. Oliver non era semplicemente un altro soldato, era un generale, uno stratega ed era dannatamente bravo in questo. Aveva scalato rapidamente i ranghi all'inizio della guerra, ed Hermione sapeva che avrebbe avuto informazioni inestimabili a portata di mano.

Ma Myers era intelligente e forte, lo era sempre stato. Anche se Hermione lo aveva pugnalato, lui aveva lavorato sulla sua fuga, cercando di manipolarla per lasciarlo andare, toccando le corde del suo cuore e ricordandole la famiglia che aveva.

"Sì, lo so," sussurrò Hermione, "Ma non ti dirà niente. Ha una moglie che lo aspetta alla base, e un figlio."

"Lo so."

"Non ti dirà nulla, non se questo rischia di rivelare la loro posizione e mettere in pericolo la sua famiglia. Farà qualsiasi cosa per loro, anche se ciò significa essere torturato per settimane."

Sentì Malfoy deglutire, con la gola che le dondolava la fronte. "Lo so."

"Quindi uccidilo-"

"Se Crouch sospetta che gli ho praticato l'eutanasia quando poteva ancora essere utile al Signore Oscuro, metterebbe a rischio la mia posizione."

"Allora inventati qualcosa! Digli che Myers non ne vale la pena! Digli che è un idiota e che non sa niente!" implorò Hermione, ancora sepolta nelle sue vesti. Non voleva muoversi, non voleva rischiare che le urla diventassero più forti. "Sei una Maschera Demoniaca, se dici che è inutile, ti crederà."

Rimase in silenzio per qualche istante. Sembrò un'eternità prima che la sua mano lasciasse il suo collo e le prendesse il mento.
E poi, con una gentilezza di cui lei non credeva fosse capace, le inclinò il viso in modo che lei fosse costretta a guardarlo.

Il blu la fissava, solo schegge di grigio erano attaccate alle sue pupille come sottili tratti di inchiostro. "È davvero quello che vuoi che io faccia?"

"Sì," riuscì a combattere i tremori che le stavano distruggendo il corpo per annuire solo una volta, "Lo è. Ne sono sicura."

Malfoy strinse la mascella, i muscoli del collo erano visibili e tesi. L'espressione che indossava era una maschera. Poteva letteralmente vederlo mentre cercava di ricostruire i suoi muri di Occlumanzia attorno a sé.

"Ha sofferto abbastanza. Dagli questa via d'uscita." Sbatté le palpebre, cercando di schiarirsi la vista mentre altre lacrime affioravano in superficie. "Mostra pietà, solo per questa volta. Per favore."

La fissò per un po', studiando ogni guizzo dei suoi occhi e ogni microespressione del suo viso, cercando qualsiasi indecisione o dubbio da parte sua. Non ne trovò nessuno, perché non ce n'era.

Myers non avrebbe dovuto morire, ma era molto più gentile di ciò che lo avrebbe aspettato alla base di Voldemort. Molto più umano del dolore che Theodore sarebbe capace di infliggere. Non avrebbe mai più rivisto sua moglie e suo figlio, ma sarebbe stato in pace, senza dolore, e in tempo di guerra, questo era molto più di quanto la maggior parte delle persone ottenesse.

Alla fine, Malfoy sospirò, e il suo pollice le passò dolcemente sulla guancia, asciugando le lacrime che vi si erano accumulate. "Ne sei assolutamente sicura?"

"Si."

"Va bene," sussurrò. "Se è davvero quello che vuoi, lo farò per te. Ma devi fare qualcosa per me in cambio."

"Qualsiasi cosa!"

Dio, avrebbe fatto di tutto pur di far cessare le urla. Gli avrebbe venduto l'anima se fosse stato quello che avesse voluto. Basta che metteva fine a Myers dalle sue sofferenze.

"Promettimi che rimarrai in questa stanza mentre lo faccio."

Di tutto ciò che si aspettava che lui potesse desiderare da lei, quello non era sulla lista.

La fronte di Hermione si aggrottò. "Perché?"

"Non voglio che tu lo veda. Non voglio-" Distolse lo sguardo e fissò di nuovo il muro sopra la sua testa, come se si vergognasse della verità.

"Non vuoi cosa?"

"Che tu mi veda farlo."

Nell'istante in cui lei annuì, Malfoy la lasciò andare e uscì a grandi passi dalla stanza.

Hermione cercò davvero di mantenere la sua promessa, e lo fece – per circa quindici secondi.

Non appena fu sicura che Malfoy non sarebbe stato in grado di sentire i suoi passi dietro di lui, si mise in movimento. Aveva solo bisogno di vedere, per assicurarsi che il Demone mantenesse la sua parola, e il suo cuore sprofondò quando notò un muro di velluto rosso che le bloccava il cammino. Malfoy aveva tirato le tende, sapeva che non avrebbe mantenuto la parola data.

Ma avrebbe mantenuto la sua?

Camminò con la massima leggerezza possibile verso la tenda, tenendo gli occhi fissi sul pavimento e cercando di evitare i pezzi di vetro rotto e le ossa sparsi sulle assi. Mentre si avvicinava lentamente, sentì il ticchettio degli stivali di Malfoy dall'altra parte della tenda. Lo sentì sibilare un'imprecazione sottovoce, udì il sibilo della magia che si stava radunando, e poi un disgustoso suono stridulo mentre la testa di Myer veniva tagliata dal suo corpo.

Hermione non era mai stata così grata per un omicidio.

"Che cazzo amico!" Nott abbaiò, furioso. "Non avevo finito con lui!"

"Sì, invece. Ci aveva già detto tutto quello che sapeva, il che era molto più di quanto mi sarei mai aspettato di ottenere da lui." La voce di Malfoy era fredda, priva di emozioni. "Tenerlo in vita sarebbe una perdita di tempo, e mi rifiuto di restare qui tutto il giorno mentre tu ti diverti a torturare uno spreco di spazio."

"Ma sicuramente avremmo potuto trovargli un impiego!" - gridò Crouch. "Forse avremmo potuto usarlo come esca per cercare di attirare Potter-"

"Era solo un soldato di fanteria. Aveva qualche anno più di noi a Hogwarts, ed era un completo idiota," ribatté Malfoy, con autorità in ogni sillaba. "È utile al regime di Potter quanto una Maschera Nera appena reclutata per noi - e tu ti aspetti che Potter faccia - cosa? Mollare tutto e correre a salvarlo? Oh, caro Barty, hai battuto la testa, vero? Meglio lasciare la strategia ai giovani, amico. A meno che tu non voglia che il Signore Oscuro sappia che hai perso il tuo vantaggio?"

Malfoy ridacchiò, e l'ultima fiducia di Crouch dovette essere svanita perché non disse un'altra parola.

Hermione sbirciò attraverso la sottile fessura delle tende in tempo per vedere la testa di Myer rotolare sulle assi del pavimento. Nott sorrise maliziosamente quando si fermò accanto ai suoi stivali.

Nott prese una manciata di capelli neri e ricci di Myers e raccolse la testa mozzata come se fosse un giocattolo. Portò il suo nuovo oggetto di scena al centro della scena, i riflettori lo colpirono perfettamente, poi sollevò la testa decapitata in aria, si schiarì la gola ed esclamò: "O Romeo, Romeo, perché sei tu, Romeo? Rinnega tuo padre e rifiuta il tuo nome: o se non lo vuoi, giura soltanto amore mio e io..."

"Interpretazione sbagliata, Theodore," lo interruppe Zabini dalla sua poltrona di velluto rosso, con i piedi appoggiati sul poggiatesta di fronte a lui e le mani elegantemente intrecciate in grembo.

"Nooooo, è decisamente giusto." Anche se la sua schiena era rivolta a Hermione, poteva dire che Nott era accigliato. "I due protagonisti sono assolutamente delle teste di cazzo e muoiono, si fanno saltare in aria o qualcosa del genere, e poi anni dopo il narratore scava le loro tombe e raccoglie uno dei loro teschi-"

"No, non lo è. La scena in cui il protagonista tiene il teschio in mano non è Romeo e Giulietta. È Amleto." Zabini inarcò un sopracciglio, divertito: "Ma la profondità della tua conoscenza di Shakespeare è davvero sbalorditiva, Theodore."

Nott lasciò cadere il braccio, la testa mozzata schizzò sangue fresco lungo le sue vesti prima di penzolare lungo il suo fianco. "Sul serio? La cosa del teschio non viene da Romeo e Giulietta?"

Zabini scosse la testa.

Nott ringhiò verso il soffitto. "Cazzate! Questo è l'unico monologo che conosco e tu hai dovuto rovinarlo! Perché devi sempre rovinarmi il divertimento?"

"Ebbene perché devi sempre giocare con le cose morte?"

"'Ebbene, perché devi sempre giocare con le cose morte?'", lo derise Nott in un tono più profondo che avrebbe dovuto essere di Zabini. "Dio, sei un bastardo noioso! Pensavo che essere sposato con una donna attraente ti rendesse un po' più divertente."

Il commento di Theo scacciò il sorrisetto dalla faccia di Zabini. Guardò accigliato Nott, poi prese una bottiglia di whisky coperta di polvere dal sedile accanto a lui e ne bevve un bel sorso.

"Cosa..?" chiese Crouch da qualche parte fuori dal campo visivo di Hermione. "Da dove diavolo viene quello?"

"Lo ha preso da sua moglie, non è vero, Myers?" Nott girò la testa decapitata in modo che fosse rivolta verso di lui. Hermione iniziò a sentirsi male quando lui flesse il braccio in modo che sporgesse verso il cadavere, facendo sembrare che fosse la testa a parlare. "Sì, Theo.
Può annusare una goccia di alcool ovunque lui vada. È attratto da quella roba come uno squalo è attratto dal sangue."

Per quanto orribile sia stata la vile esibizione, Zabini non reagì minimamente. Scosse semplicemente la testa, rivolse a Nott un gesto osceno e bevve un altro sorso di whisky, come se fosse la cosa più normale del mondo.

E durante l'intero scambio, Malfoy fece l'unica cosa che fece rivoltare lo stomaco di Hermione. Rimase lì, a guardare Nott che giocava con la testa mozzata - la testa di qualcuno che tutti conoscevano - e sorrise.
Fu un movimento minuscolo, appena la più piccola inversione dell'angolo delle sue labbra, ma lei lo vide, e quasi le mozzò il respiro dai polmoni.

Perché le faceva ricordare che mostro fosse, che mostri fossero tutti loro. Fottuti bastardi senza cuore, senza alcun riguardo per i morti se non erano i loro, ed Hermione viveva nel loro nido.

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