Cap 20 | Angeli nel giardino.

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10 marzo.

"Il tempo guarisce tutte le ferite."

Strano, Hermione non aveva mai prestato molta attenzione a quella frase prima, la considerava solo qualcosa che diceva il suo fragile, eroe in declino di suo nonno.

"Il tempo guarisce tutte le ferite, tesoro mio", era solito dire a chiunque avesse bisogno di ascoltarlo, con uno scintillio negli occhi e i baffi che si increspavano nel suo sorriso. "Tempo e una buona tazza di tè."

Non importava quanto superficiale o massiccio fosse il problema, quella era la sua risposta a tutto.

Lo sussurrava a sua nonna ogni volta che metteva il bollitore sul fornello: anche se la tecnologia avanzava, si era rifiutato di adattarsi e preferiva il vecchio metodo della pentola e del fuoco per riscaldare la sua amata tazza di tè. Diceva che aveva un sapore migliore ed Hermione non poteva dargli torto.

L'aveva detto alla madre di Hermione mentre aggiungeva latte e due cucchiaini di zucchero - proprio come piaceva a lei - e le porgeva una tazza dopo che lei aveva quadi avuto un incidente d'auto.

L'aveva detto tra i capelli di Hermione quando era caduta dalla bicicletta da bambina. E anche quella volta fu morsa da uno scoiattolo.

L'aveva detto anche al funerale di sua nonna, l'aveva sussurrato sottovoce mentre guardava la bara che conteneva la sua anima gemella essere calata nella terra, la sua lettera d'amore d'addio trasportata dal vento finché non si fossero incontrati di nuovo.

Hermione era sicura di aver scoperto l'unica cosa che il tempo, o anche la migliore tazza di tè, non avrebbe mai potuto guarire.

Era certa, mentre giaceva urlante in una vasca piena del sangue di Seamus, che il tempo non sarebbe riuscito a guarire il cratere che si stava formando nel suo petto.

Sapeva, mentre Astoria le insaponava i capelli con lo shampoo e staccava pezzi di carne arruffata dai suoi riccioli, che nessuna quantità di tempo avrebbe potuto guarire quel dolore, quel fottuto dolore straziante che sembrava come se la sua spina dorsale fosse stata strappata dal suo corpo e fosse stata trasformata per poterla strangolare.

No, il tempo non può guarire tutto questo.

Non tra una settimana.

Non tra un mese.

Nemmeno tra un anno.

E di certo una buona tazza di tè non servirebbe allo scopo.

[...]

28 marzo.

"Cosa ne pensi, Hermione?" Astoria cinguettò. "Quale preferisci?"

La testa di Hermione si alzò di scatto per fissare i due diversi mazzi di fiori che Astoria teneva sopra il nuovo vaso sul comodino: rose bianche o peonie rosa.

Hermione sorrise a labbra serrate, poi si girò sul suo trespolo per guardare di nuovo verso la finestra. "Lascio decidere a te. I tuoi gusti sono molto migliori dei miei."

Astoria sospirò pesantemente dietro di lei, un po' sconfitta, poi iniziò a tagliare i fiori con la bacchetta.

Nelle settimane successive alla morte di Seamus, dopo che Astoria aveva lavato il sangue dai capelli di Hermione, dopo averla tenuta nella vasca da bagno mentre singhiozzava e piangeva per lui, non si era più allontanata da Hermione. Divenne come una madre ape protettiva, costantemente agitata e in bilico su ogni mossa di Hermione.

Nonostante la sua piccola taglia e il suo comportamento delicato, il suo atteggiamento protettivo era molto più efficace di quanto Hermione le avrebbe mai dato credito. Nessuno degli uomini si sarebbe avvicinato ad Hermione se Astoria fosse stata nei paraggi. Non avrebbero nemmeno varcato la soglia della sua camera da letto se Astoria si trovava appollaiata sul davanzale della finestra con lei. Non suo marito. Non Nott. E nemmeno la Maschera Demoniaca a cui apparteneva la finestra.

Secrets and Masks | By Emerald_Slytherin.Where stories live. Discover now