Cap 47 | Riesci sempre a sorprendermi.

662 27 9
                                    

25 dicembre.

"Sapevo di trovarti qui."

Nonostante il buio pesto fuori, sapeva che era Malfoy quello che stava guardando. Lo avrebbe riconosciuto ovunque, le sue spalle larghe e le braccia forti erano così distintive per lei adesso, anche se i suoi capelli non erano così sorprendenti, avrebbe capito che era lui o un estraneo.

Era seduto su una sedia di legno pieghevole, indossava un lungo cappotto nero che metteva ancora più in risalto l'argento dei suoi capelli. Era rivolto lontano da lei, immobile e stabile come la pietra.

Al suono della sua voce, Malfoy si voltò leggermente sulla sedia, la statua di marmo tornò in vita. La guardò con la coda dell'occhio per un momento e, dopo una breve pausa, si voltò.

Nonostante la sua freddezza, Hermione non si scoraggiò. Raccolse una piccola pietra dal pavimento e la trasfigurò in una sedia come la sua. Appoggiò la sedia accanto alla sua - le gambe di legno praticamente si toccavano - e si sedette accanto a lui.

Non lo aveva visto per tutto il giorno. Non aveva visto nessuno a dirla tutta. Nonostante il periodo festivo, tutti erano giù di morale. Poteva sentirlo intorno al maniero. Gli elfi sembravano cupi, Astoria era stata insolitamente tranquilla, perfino Theo non sembrava dell'umore giusto per battute crudeli, ed Hermione conosceva il motivo.

A tutti mancava Daphne.

L'anniversario della morte di una persona cara toccava sempre chi restava vivo, Hermione lo sapeva per esperienza. Sentiva sempre la perdita della morte dei suoi genitori ogni anno che si avvicinava, ma il periodo festivo? Era diverso. Era come aprire una vecchia ferita, sentire sanguinare la perdita dal taglio e lasciarla vuota in seguito.

L'anno scorso era stata rinchiusa nella sua stanza, quindi non se n'era accorta, ma quest'anno la perdita di Daphne sembrava essere ovunque nel maniero, il suo fantasma come fumo che si era attaccato alle pareti, alle tende e ad ogni centimetro del patrimonio. Nessuno poteva vederlo, ma potevano sentirlo, assaporare la perdita come carbone amaro nell'aria.

Era mezzanotte passata ed era molto buio fuori, e nonostante fosse seduta proprio accanto a lui, non riusciva a vederlo bene in faccia.

Le nuvole erano fitte e pesanti, e anche se il vento ruggiva e ululava intorno a loro con forza, non si aprivano, non permettevano nemmeno ad un filo di luce lunare di insinuarsi attraverso le fessure, non permettevano nemmeno la più piccola crepa nelle nuvole in modo che nessuno potesse essere confortato dalle stelle in alto.

Sembrava che anche il cielo fosse in lutto per Daphne.

Hermione non voleva cercare Malfoy. Avrebbe voluto dargli spazio, lasciarlo lavorare da solo in tutto ciò di cui aveva bisogno e trovarla quando fosse stato pronto, ma con Theo, Blaise e Astoria al gala, e Romy e Quinzel al rifugio che preparavano altre protezioni, Hermione non aveva nulla che la distraesse dalla verità che la stava fissando dritto in faccia.

Le mancava, cominciava a desiderare la sua compagnia quando lui non c'era.

Aveva resistito finché aveva potuto. Aveva trascorso gran parte della vigilia di Natale da sola, occupandosi di ritoccare il murale nella sua stanza, costringendosi a stare lontana e aspettare che lui venisse a trovarla.

Ma alle undici e cinquantadue di sera si era stancata di dipingere, si era lavata, da sola, si era asciugata completamente i capelli e non aveva nient'altro che la distraesse da un paio di occhi grigio-blu.

Odiava i suoi occhi. Era abituata a fantasticare di strapparli via e gettarli nel fuoco, o di piantare un proiettile proprio in mezzo a loro. Ma adesso, cazzo, adesso passava ore a pensarci - che la guardavano, come facevano a volte quando pensava che lei non stesse guardando...

Secrets and Masks | By Emerald_Slytherin.Onde as histórias ganham vida. Descobre agora