Cap 17 | Un Weasley, non un Potter.

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4 marzo.

"Dobbiamo trovarla!"

"Lo faremo," sospirò Kingsley. "Potter, ti prometto che lo faremo. Non ci vorrà ancora molto..."

"Sono passati mesi!" gridò Harry. "Avremmo dovuto già trovarla ormai!"

"Lo so", sospirò di nuovo Kingsley, cercando di mascherare la sua crescente irritazione. "Per favore, calmati."

Ma Harry non era dell'umore giusto per calmarsi. Stava ribollendo. "Abbiamo sprecato troppo tempo! Se fosse viva, Voldemort l'avrebbe già usata per attirarmi fuori!"

"Sono sicuro che sia ancora viva."

"Come?" gridò Harry. "Come puoi esserne sicuro?"

"Perché è troppo preziosa per essere uccisa," rispose semplicemente Kingsley. Il suo tono era freddo e distaccato, come se stesse parlando di un oggetto oscuro o di una bacchetta mancante e non di una persona. Non della migliore amica di Harry.

"Tu credi?"

Kingsley annuì una volta. "Sarebbero degli sciocchi ad ucciderla, e lo sanno. Non commettere errori, probabilmente l'hanno torturata in ogni modo possibile," continuò Kingsley nonostante il sussulto di Harry. "Ma ho piena fiducia che sia viva."

Ci fu un lungo, teso silenzio tra loro. Harry sapeva che era sciocco arrabbiarsi. Sapeva che ci si poteva fidare di Kingsley e che stava facendo tutto il possibile, ma non poteva farci niente. Era arrabbiato e nervoso. Sebbene la sua vita non fosse mai andata come si aspettava, si sentiva sempre sotto controllo. Aveva avuto la ferma convinzione che tutto sarebbe andato bene e che alla fine il bene avrebbe prevalso.

Ma da quando Hermione era stata rapita, si era sentito perso e logoro. Come se la sua vita fosse una palla stretta e unita e la sua cattura avesse tirato un filo e fatto dipanare tutto. Sembrava molto simile al suo quinto anno a Hogwarts, quando era solo, terrorizzato e tormentato da voci aspre che gli dicevano che era inutile mentre il mondo intorno a lui andava a puttane.

Se non avesse avuto Ginny o i suoi figli, poteva giurare che a quest'ora avrebbe perso la sanità mentale.

"Dobbiamo trovarla Kingsley," disse Harry. "Non può più essere prigioniera per loro: semplicemente non può."

"Stiamo facendo tutto il possibile per riaverla indietro..."

"NON STIAMO FACENDO ABBASTANZA!" Harry cominciò a camminare su e giù per l'ufficio di Kingsley. Diede un calcio a una sedia vicina e la mandò a sbattere contro il muro. "Dovrei essere là fuori adesso!"

"Posso assicurarti che sto facendo tutto quello che posso. Granger è fondamentale per la nostra vittoria, abbiamo perso innumerevoli soldati da quando è stata catturata, e non possiamo permetterci di perdere una risorsa così letale..."

Harry smise di camminare e guardò torvamente il suo superiore. "Non farlo!"

Apparve una linea tra le sopracciglia di Shacklebolt. "Fare cosa?"

"Parlare di lei come se fosse solo un soldato! È una persona! È la mia migliore amica e dobbiamo riaverla indietro!" Sfogò questa nuova ondata di rabbia su un armadio, lasciando un'ammaccatura grande quanto uno stivale nel legno.

Kingsley si irrigidì sulla sedia. "Potter, non te lo dirò di nuovo: calmati. Stamattina abbiamo inviato degli esploratori per radunare gli ostaggi che possiamo interrogare-"

Negli occhi di Harry apparve un luccichio. "Quando sono partiti? Dove sono?! Vado ad aiutare-"

Kingsley alzò bruscamente la mano, con il palmo rivolto verso Harry e represse la sua speranza con la stessa rapidità con cui aveva preso vita. "Sto ancora aspettando un rapporto. I nostri esploratori spesso non tornano affatto, o lo fanno solo pezzi di essi", disse, calmo e composto, come sempre. "Bisogna procedere con cautela"

Secrets and Masks | By Emerald_Slytherin.Where stories live. Discover now