16.

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Hermione si smaterializzò nello spiazzo davanti alla tana con la gabbietta nella mano sinistra,  sorreggeva miracolosamente la borsa con all'interno i documenti che avrebbe dovuto ricontrollare per il giorno successivo.

Stentò di ricomporsi, dopo aver schivato, con ben poca grazia una pila di neve, in cui i suoi tacchi avrebbero affondato senza appoggio, facendola poi cadere.

Il piccolo barbagianni nella gabbietta sonnecchiava tranquillamente.
Quello sarebbe stato un regalo per la sua Rose, che sfruttava sempre i gufi ministeriali per farle recapitare le lettere, con il rischio che finissero archiviate con quelle dell'ufficio.

Si strinse con la mano destra, ancora occupata dalla bacchetta per darsi calore negli ultimi dieci metri che l'avrebbero portata al calore di una casa brulicante di Weasley e ragazzini nel pieno della loro adolescenza.

-Posso aiutarti?

Draco comparve alle sue spalle, ritrovandosi una bacchetta sguainata sotto al mento, in un movimento automatico. La abbassò lentamente, notando che non fosse poi quale grande minaccia.

-Diamine, Draco, mi hai spaventata.

Rifoderò la bacchetta nella tasca apposita e volse uno sguardo ammonitore, da Primo ministro, al biondo che ancora le porgeva una mano in segno di aiuto.

Solo allora se ne rese conto, notandolo con la sua ventiquattrore nella mano opposta.

A volte invidiava le capacità di Rose nel sapere esattamente cosa pensassero gli altri. Questo giunse alla mente della diretta interessata che alzò lo sguardo puntandolo verso la figura aggraziata di Scorpius che, ancora sporco di farina sul naso, la stava aiutando ad apparecchiate la lunga tavolata.

Notando lo sguardo della ragazza cercò di scavarle nei pensieri sbuffando.
Lei lo stava trovando buffo. Lui non era buffo, nessuno gli aveva mai detto, o pensato, che lui fosse buffo.
Derivava da una famiglia di mangiamorte, se suo nonno avesse sentito quell'opinione, della figlia di una mezzosangue poi, si sarebbe rigirato nella tomba.

L'immagine del broncio di nonno Lucius fece ridere Scorpius con Rose in risposta, che gli si avvicinò con un fazzoletto umido per pulirgli il naso.

Ginny e Harry si perserò, per un momento, ad indugiare sull'uscio della cucina.

Harry rimase stupito che la nipote fosse così vicina ad un essere umano, generalmente aveva paura di entrare troppo nelle persone e si isolava da tutti, spesso era sfuggente anche nei loro confronti.

Non che Ron ultimamente lo fosse stato da meno, sapeva cosa dicesse riguardo alla figlia, aveva smesso di rivolgerle la parole al compimento dei suoi otto anni, quando le sue capacità sorsero ancora più pesantemente.
Non poteva nascere un prodigio dal suo seme, tanto meno un mostro come Rose. Era convinto che lei fosse stata frutto di un tradimento, di quando lui era ancora innamorato di Hermione.

Lui non meritava di vederla felice, come lo era in quel momento, e grazie ad uno dei ragazzi che disprezzava più di tutti.
Non che gli avesse fatto realmente qualcosa di male, semplicemente non aveva mai accettato che sua figlia fosse finita nella casata Serpeverde, se un Malfoy fosse finito in una casata come Tassorosso, allora probabilmente si sarebbe sentito pesare meno la realtà. Rose era diversa.

Rose si lasciò circondare dalle mani di Scorpius, lo sapeva che teatrino stesse fornendo ai due, ma ne aveva bisogno.

Mamma e Draco stavano ancora parlando fuori dalla porta, lo fece notare al biondo, il quale sorrise.
Che fosse la volta buona? Che lui si stesse attaccando a qualcuno che lo aiutasse a soffrire meno?

You're My Mirror |ScoroseWhere stories live. Discover now