8.

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-Rose? Hey.

I pensieri di Scorpius le giungevano decisi, era curioso, voleva capire cosa le fosse successo quella mattina.

Lei arrossì di istinto abbassando lo sguardo sul calderone vergognandosi.

Le si avvicinò quando lei gli porse una pinzetta per il naso.

-Se ti avvicini troppo devi tapparti il naso, a meno che tu non voglia saltarmi in braccio. Ma in questo momento non avrei la lucidità per reagire.

Scorpius accettò la pinzetta posandola sul naso e avvicinandosi ai due calderoni completamemte opposti.

-Cos'è? C'era troppo poco odore per l'entrata per essere Amortentia.

Rose annuì mescolando il calderone scuro.

-Un corvo del quinto anno ha preparato un Amortentia modificato, è praticamente inodore, a meno che ti avvicini, e posso affermare sulla mia pelle che non hai necessariamente bisogno di berlo perchè abbia efficacia.

Scorpius annuì osservando i riflessi luccicanti del contenuto rosa.

-Avevi gli occhi rosa stamattina, avevo immaginato che fosse qualcosa del genere, anche se non riuscivo a capire come fosse possibile.

Lui pensò alla boccettina a forma di cuore che aveva acquistato dai tiri vispi un paio di anni prima. Ogni tanto ne apriva il tappo per annusarne l'odore, gli ricordava quello della madre.

Rose si bloccò ad ascoltare quei pensieri, osservò con minuziosità il viso pallido del ragazzo, soffermandosi poi sulle labbra leggermente sporgenti dal resto del viso.

Sbattè le palpebre un paio di volte cercando di sorvolare gli effetti ancora attivi.
Erano passate appena due ore, aveva persino saltato il pranzo pur di far passare quell'effetto.

Staccò l'attenzione da lui, vedendolo arretrare di un passo, avendo capito probabilmente che ci fosse qualcosa che non andava.

Si ridestò riprestando attenzione ai liquidi viscosi.

Scorpius passò in rassegna le ipotesi che Rose aveva sviluppato che potessero ricreare l'amortentia modificato dal corvo.

Presero bene presto a discutere di colori, conseguenze e antidoti.

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Albus la stava guardando, era perplesso. Il suo migliore amico era scomparso per tutto il pomeriggio e non era da lui. Prima di assentarsi con una ragazza lo avvisava e diceva a grandi linee chi fosse. Spesso finivano per combinare con la stessa in poco più di un paio di settimane di distanza.

Questo pensierò schifò Rose che annuì con il viso in direzione del cugino e riprese a mangiare la sua zuppa di zucca, leggendo un vecchio libro, appartenuto a sua madre, di quando ancora studiava in una scuola babbana. Erano principalmente favole.

Non si fece più distrarre dai pensieri esterni, fino a che non lo vide. Marc sedeva composto al tavolo dei Corvi, ridacchiando con dei suoi amichetti, occhieggiandosi intorno, probabilmente tentava di scorgere Miranda.

Rose ne approfittò con un colpo di bacchetta spostò la boccetta dalla sua tasca fino al tavolo dei corvi, vicino ad una caraffa di succo di zucca vi lasciò sostare il contenitore, come se quello fosse esattamente il suo posto, come se fosse stato sempre lì.

Allora lo colse, il suo sguardo vi indugiò su, facendo scorrere il ponte degli occhiali dorati sul naso.

Rose raccolse i suoi pensieri, meraviglia e paura.
Si guardò intorno quando scorse l'occhiata di Rose.
Non la ricordava, ma sapeva che era lei, sapeva cosa fosse in grado di fare.
Lei aveva voluto farsi notare.

You're My Mirror |ScoroseWhere stories live. Discover now