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Rose stava inziando a prendere il ritmo nella corsa, continuando ad essere sdoppiata da buona parte dei memebri della squadra, ma la sua resistanza stava senza dubbio migliorando.

Nonostante ciò il compito di preparare il campo per la partitella toccò sempre a lei, ormai veterana cominciava a farlo in automatico.

-Vai, Granger! Voglio il campo pronto ora, no tra vent'anni.

La rossa alzò lo sguardo al cielo, continuando a sistemare e pensando che se avesse continuato con il suo caratteraccio, non era sicura Chase ci sarebbe arrivato a vivere altri venti anni...

Scorpius sorrise sentendo i pensieri della fidanzata, continuando con il giro per coronare la fine del riscaldamento.

Una volta pronti si divisero nei due soliti gruppi per disputare la partitella, simulando prima dei passaggi, battute e scatti, in base ai ruoli di ogni giocatore.

Al solito, una volta terminate le tre ore di allenamento, essendo che Rose saltò i precedenti il capitano decise di tenerla un'ora aggiuntiva, la pelle chiara della rossa era coperta di goccioline di sudore, ed ogni muscolo le doleva come se avesse vita propria.

Scorpius l'attese, aiutando a sistemare il campo, dopo che la fidanzata si lanciò sull'erba umida, a stella marina, non muovendo un solo ciglio.

Molly, dal suo canto, stava leggendo appoggiata alla vetrata del Lago Nero, con la compagnia della fauna che lo popolava, si sentiva incredibilmente in pace.

Non credeva che sarebbe mai stata così a suo agio tra delle serpi.

Non aveva più alcun tipo di rapporto con i corvi, tanto da rinunciare al suo ruolo di spicco, restituendo la spilletta e smettendo di fare ronde e riunioni.

I suoi compagni di casata la continuavano a trattare come un'appestata, come se ciò che portava in superficie fosse trasmissibile in qualche modo, tutti preoccupati che un paio di occhi gialli e di squame sul torace potessero comparire anche sui loro corpi...

I serpeverde dal loro canto ebbero un momento di insicurezza nei confronti della ragazza, messa da parte velocemente.

Era principalmente rispetto nei confronti della cugina della fidanzata del cacciatore della squadra, abbastanza intricata come situazione, poi passarono a conoscerla, taciturna, gentile e sempre disponibile ad aiutare.

Il periodo l'aveva irrimediabilmente cambiata, forgiando il suo carattere, facendole intendere cose che prima non era in grado di notare.

I suoi compagni vantavano l'essere brillanti nelle materie scolastiche e dediti allo studio, ma erano ricoperti di pregiudizi, opinioni avventate e giudizi troppo marcati per poterne affermare la veridicità.
Si sentì schifata dal suo stesso carattere prima di quel, malaugurato, incidente.

Era una ragazzina con la puzza sotto al naso, egoista e si sentiva in colpa per ciò. Lei non voleva essere in quel modo.

La sua testa la portò a valutare di introdursi all'interno dell'ufficio della McGranitt, solo per scoprire cosa affermerebbe in quel momento il cappello parlante.

-Se mi dici a cosa pensi ti regalo un muffin.

Spostò lo sguardo dalla vetrata azzurra, i riflessi del tenue sole all'esterno le proiettavano ombre nei contorni del viso.

Nicholas le stava sorridendo, porgendo un muffin al cioccolato.

-Stavo pensando a che casata sarei stata assegnata in questo momento, se quel cappello maleodorante fosse sulla mia testa.

Zabini si sedette sul cuscino scuro che posava vicino alla ragazza, osservandola dal basso, essendo posato sul pavimento.

-Probabilmente, nei corvi. Hai una voglia di sapere che non appartiene a molte casate.

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