33 - Can't buy Love

9 0 0
                                    

«You have to decide whats most important to you. Keeping your pride and getting nothing or taking a risk and maybe, maybe having everything

[racconto]
~ Chuck Bass.
Mi ritrovai alla festa, dopo un intenso pomeriggio di riunioni, mi ritrovai in quella festa, la mia. Ci misi settimane ad organizzarla insieme alla mia ragazza. Io e Vanessa. Organizzammo quella festa per il nostro fidanzamento, non era una cosa molto ufficiale, era più un brindisi con gli amici che pian piano si trasformò in una festa da centinaia di persone. Succede questo quando si è persone conosciute ovunque. La festa stava per giungere al termine quando mi sedetti al tavolo con Nate per bere ancora qualche drink e poter dimenticare le ultime settimane che avevo passato...belle per alcuni motivi, faticose per altri. D'altronde non mi aspettavo chissà cosa della vita, ero solo un ricco infelice, nulla di più nulla di meno. <<Vuoi un altro bicchiere?>> mi chiese Nate, ma non risposi subito. Stavo osservando la mia ragazza seduta al tavolo di fronte al nostro con una sua amica, stavano parlando sottovoce ed erano molto in confidenza. Cazzo quanto le stava bene quel vestito rosa attillato: forse per l'alcol o forse per il fatto che ero in astinenza da troppo, subito mi venne il pensiero di portarmela a letto quella sera stessa. Non avevamo mai fatto sesso, probabilmente lei non era neanche vergine, o almeno non gliel'avevo mai chiesto; per una volta che ero riuscito ad avere una storia seria non volevo rovinare tutto subito. E conoscevo troppo bene quel Chuck Bass per sapere che dopo la prima scopata spesso già se ne andava via senza farsi più sentire. Ma quella volta con Vanessa sentivo che il momento stava arrivando e in quell' istante sentivo un'eccitazione incontrollabile. Lei era diversa giusto? Lei mi piaceva? Nulla sarebbe andato storto e la mattina dopo non me ne sarei andato come con le altre.
<<Da quando lei ti piace?>> mi chiese Nate dopo avermi posto non so quante domande a cui io non sapevo dar risposta. <<Insomma...non ci stai insieme solo perché ti fa comodo?>> mi chiese ancora cercando la mia attenzione.
<<Sta' zitto. Non sei nella posizione di giudicarmi, dopo esserti portato a letto mezza Upper East Side>> risi e mi portai alla bocca l'ultimo bicchiere di Gin <<Mi piace sì, e le cose funzionano, perché dovrei tirarmi indietro?>>
<<Lei non e' uno dei tuoi tanti affari dell'hotel, e' una semplice ragazza ricordatelo>>
<<E tu ricorda che sono Chuck Bass...>> risposi convinto. Alle ragazze non interessavano i sentimenti, l'amore, il romanticismo, o almeno alle ragazze comuni interessavano queste cose. Alle mie ragazze no: quelle che stavano con me lo facevano o per soldi o per sesso. E io e Vanessa stavamo insieme da molto e l'unica cosa che lei amava di me erano sicuramente i soldi e fra pochi minuti sarebbe stata lieta di sapere che avrebbe ottenuto anche l'altra parte migliore di me. Forse provava qualcosa per me, ma non me lo aspettavo minimamente.
Lasciai Nate davanti al suo drink a rimuginare sulla sua triste vita da single, mentre io mi alzai e mi avvicinai alla chioma di capelli castani della mia donna appoggiando le mie mani ai suoi fianchi e sussurrandole all'orecchio <<Andiamo di sopra>>. Lei si irrigidì sulla sua sedia e si morse il labbro inferiore. L'amica di fronte a lei mi rivolse uno sguardo interrogativo, come se volesse sapere cosa stavo dicendo a Vanessa. <<Ci sentiamo domani, Jessy>> disse Vanessa abbracciando la sua amica. Jessy, la sua amica, mi rivolse un'occhiata difficile da interpretare. Sembrava gelosa, come se le stessi rubando la sua migliore amica nel momento sbagliato. Ma non me ne fregava un cazzo. Era la mia fidanzata ed erano le 11 e 53 di sera...la serata "amiche" era finita ormai da due ore e quella era la serata della nostra festa.
Raggiungemmo il mio attico in pochi minuti, uno dei vantaggi di essere il proprietario dell'Empire, e presi in braccio Vanessa, baciandola teneramente sulle labbra. Sentivo dentro di me il bisogno di portarla in camera e scoparmela per bene, ma qualcosa dentro di me mi frenava e non era da Chuck Bass. Così presi Vanessa in braccio e la portai in camera posandola sul letto e mettendomi sopra di lei.
<<Chuck, sei ubriaco>> mi ricordò come se fosse una cosa scontata il sabato sera.
<<Non sono ubriaco>> risposi con la voce più sobria di sempre. Non ero esattamente ubriaco, sapevo quello che facevo e lo sapevo reggere molto bene l'alcol in quel momento. Continuò a fissarmi dubbiosa mentre le toglievo il vestito di dosso. <<Anche tu hai bevuto>> le ricordai sussurrando al suo orecchio, mentre anche lei mi spogliava. Evidentemente stava cercando una scusa per non farlo stasera, ma allo stesso tempo lo desiderava con tutta sé stessa.
<<Solo un po'>> rispose non molto convinta. Ubriaca o no, intendevo scoparmela quella sera stessa, nulla mi avrebbe fermato.

𝐆𝐫𝐞𝐞𝐝𝐲 𝐑𝐞𝐠𝐫𝐞𝐭𝐬 Where stories live. Discover now