LA FINE

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Michele rincasò a notte inoltrata, con la mente molto più chiara.

Alla fine di tutto, Stefano sarebbe sempre stato una parte di lui, erano fratelli e non era del tutto un male. Ora capiva perché aveva sentito subito un legame, qualcosa che lo spingeva continuamente a proteggerlo.

La casa era buia e silenziosa, il ragazzo si tolse le scarpe e prese una birra dal frigo, sedendosi sul divano. Cercò di trovare un senso a tutto, a sua madre, suo padre, alla sua sfiga divina e ne convenne che bisognava andare avanti, in qualche modo.

Stefano sentì dei passi e fece un respiro di sollievo, Michele era a casa. Scese dal letto e gli andò incontro, trovandolo sul divano intento a guardare una replica di un programma televisivo.

"Come stai?"
Si sedette accanto a lui e gli scroccò un sorso di birra.

"Sto" Presero a ridere entrambi senza sosta, in tutta quella faccenda assurda entrambi stavano pagando per qualcosa di cui non avevano colpa.

"Che deficienti" Sfuggì dalle labbra di Michele e Stefano cessò di ridere.

"Sai, ho telefonato a Fiona, mi sembrava l'unica capace di sbrogliare questa matassa"

Michele lo guardò, cercando di non dar peso all'incessante battito del cuore ogni volta che lo aveva vicino.

"Hai fatto bene, che ti ha detto?" Stefano riprese a ridere.

"Oh, si è cagata addosso alla grande, sta arrivando"

"Qui, a Milano?" Michele era sorpreso ma nemmeno più di tanto, aveva imparato a conoscere quella testa calda.

"Ne vedremo delle belle" Rispose Stefano, annuendo alla domanda di suo fratello, intanto che in tv partiva uno speciale del tg, che distrasse entrambi dai loro pensieri.

"Il volto del killer di Trapani ha finalmente un nome. Matteo Manetti, ricercato per gli omicidi di ventiquattro persone. Gli inquirenti hanno istituito posti di blocco in tutta la Sicilia per impedire ogni spostamento dell'assassino, se notate qualcuno di sospetto, chiamate al seguente numero..."

Stefano aveva la bocca spalancata, Michele era sotto shock.

"Ecco perché Fiona mi ha chiesto di lui..." sussurrò il più giovane, più a se stesso che a suo fratello.

"Ho bisogno di un'altra birra" convenne invece Michele.





Fiona arrivò nel pomeriggio del giorno seguente, sorbendosi la ramazina di Stefano, ma lei in quel momento era solo felice di vederlo, così sorrise.

"Che hai da ridere?" Il ragazzo era affannato per tutto lo sproloquio che le aveva appena buttato addosso. Erano in casa, lei arrivata da meno di mezz'ora, Michele intento a bere un intruglio proteico e Stefano in piedi con i pugni sul tavolo della cucina.

"Sono anch'io felice di vederti, mi sei mancato tanto" la ragazza fece il giro del tavolo e l'abbracciò stretto, Stefano vide Michele fargli cenno di abbracciarla a sua volta e così fece. Forse aveva esordito nel modo peggiore, ma era davvero felice di vederla.

"Scusami"

"Dai su, non fare il musone, so che è un momento difficile, non te l'ho detto per proteggerti. Alla fine perché dovrebbe venire qui, vi siete detti addio già da tempo" Stefano annuì e si sciolse dall'abbraccio.

"Allora ragazzi, abbiamo tanto di cui parlare" esordì Fiona, battendo con la mano sul tavolo per intimare a entrambi di prendere posto.

Passarono tutto il giorno a parlare, a vedere i vari possibili sbocchi di quella situazione assurda, mangiarono della pizza seduti per terra e guardarono film trash, per poi finire a discutere animatamente sul personaggio più stupido apparso nella pellicola.

CoscienzaWhere stories live. Discover now